Hai da poco creato un blog, un sito o un e-commerce ma non riesci a capire se sta andando bene o male? Una delle principali metriche da prendere in considerazione è il bounce rate o frequenza di rimbalzo. Ma è anche una delle più complicate da valutare.
Ecco perché con questa breve guida cercherò di spiegarti nel modo più semplice possibile cos’è il bounce rate, perché è importante monitorarlo e cosa puoi fare per migliorare la percentuale di questo dato.
In pochi punti:
BounceIl Bounce (in italiano rimbalzo) è un indicatore che ci segnala quanti messaggi non hanno raggiunto l'inbox (casella di posta elettronica) del destinatario in una campagna di email marketing. Le... rate: di cosa stiamo parlando
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire innanzitutto cos’è il bounce rate di un sito web.
“è un indicatore impiegato nell’analisi dei dati di traffico di un sito web per misurare la percentuale di sessioni di una sola pagina, ossia di sessioni generate da utenti che abbandonano il sito dalla pagina da cui sono entrati, senza interagirvi.”
Glossariomarketing.it
Serve, dunque, per conoscere quanto è alto il “rimbalzo” degli utenti che visitano il mio sito. Più è alto, più vuol dire che i miei utenti tendono a guardare senza agire come vorrei facessero (ad esempio non compiono un acquisto).
Come misurare la frequenza di rimbalzo
Avrai già capito che valutare questo indicatore vuol dire analizzare dei dati, perciò dovrai necessariamente diventare il miglior amico del tuo account Google Analytics. Una volta collegato al tuo sito, infatti, andando alla voce Pubblico > Panoramica, ti indicherà la percentuale di bounce rate generale del sito.
Se invece vuoi valutare in dettaglio la frequenza di rimbalzo delle singole pagine del sito, basta andare alla voce Comportamento > Contenuti del sito > Tutte le pagine.
Queste sono, ovviamente, le indicazioni per analizzare l’indicatore in questione, ma ti consigliamo vivamente di apprendere bene tutti gli strumenti che ti offre Analytics per scoprire come migliorare la funzionalità del tuo sito web.
L’importanza del bounce rate
Ma perchè questo dato è così importante? – ti starai chiedendo. La frequenza di rimbalzo è essenziale per analizzare il successo del tuo sito web, il grado di interesse e il consenso riscontrato nel pubblico.
Immagina di gestire un negozio di abbigliamento (offline), nel corso del tempo noti che molta gente si ferma ad osservare la tua vetrina, ma di queste persone ne entrano solo alcune e lo fanno unicamente per provare, e poi eventualmente acquistare, borse e scarpe, mentre in pochi si interessano all’abbigliamento.
La frequenza di rimbalzo (in questo caso allontanamento dalla vetrina) ci lascia immaginare che ci siano dei problemi relativi all’abbigliamento. Probabilmente non è esposto bene, oppure i capi non incontrano il gusto dei clienti o non sono ben pubblicizzati.
Quindi, se il tuo sito ha diverse sottopagine e, tramite i dati Analytics riscontri delle differenze importanti nel bounce rate, molto probabilmente ci sono dei contenuti e delle pagine che funzionano meglio e che invitano di più il lettore a proseguire, mentre ce ne sono altre che non funzionano.
Sta a te poi comprenderne la ragione: il contenuto non interessa il pubblico? La disposizione di alcuni elementi del design è errata? Mancano delle call to action?
Non ti preoccupare, parleremo anche di questo.
Come valutare il bounce rate
Se già conosci lo strumento di Google Analytics e l’hai utilizzato per valutare l’andamento del tuo sito web, molto probabilmente ti è capitato di imbatterti in dati troppo alti in base alla media.
Avrai pensato: “Caspita, 75%! Mi hanno detto che questo dato deve assolutamente restare al di sotto del 60%. Dove sto sbagliando?”.
Prima di precipitare nel panico e smantellare tutto il tuo sito, è necessario affermare che un valore alto di bounce rate non è per forza un problema gravissimo, perché questo dipenderà anche dalle caratteristiche e dal tipo di sito preso in considerazione.
Ma andiamo per gradi, e cerchiamo di capire (senza prenderle come unico riferimento) quali sono le frequenze medie positive di siti web.
Frequenza media dei siti
Uno studio condotto da Rocket Fuel considera come corrette questo tipo di classificazioni:
- 25-40% ottimo. Indica un sito con contenuti interessanti, design ben costruito e preciso per le necessità degli utenti.
- 42-50% buono.
- 56-70% alto, ma potrebbe essere ancora buono in base al sito preso in considerazione
Da 70% in su, troppo alto. Indica che ci sono problemi al sito o alle pagine specifiche.
Il bounce rate del mio sito è troppo alto?
Sì ok, ma alla fine il bounce rate del mio sito è alto o no? (lo so che stai pensando a questo). Alla luce di quanto detto, dipende. E dipende soprattutto dalla natura del sito in questione.
- BLOG. Per blog o siti di notizie è normale avere bounces più alti, anche attorno al 70%. L’obiettivo di un blog o sito di notizie è quello di presentare informazioni, pertanto è ovvio che un utente dopo aver letto un articolo ed essersi informato abbandoni la pagina.
- E-COMMERCE. A differenza di un blog, in questo caso è essenziale convincere l’utente a restare sul sito. Un e-commerce serve per vendere e chi lo gestisce può ritenersi veramente soddisfatto quando l’utente, non solo mette il prodotto in carrello, ma conclude anche con un acquisto. Perciò, la frequenza di rimbalzo deve attestarsi fino ad un massimo del 40% per poter essere eccellente.
- SITO VETRINA. Serve per presentare un brand, un’azienda, dei prodotti con l’obiettivo di incuriosire l’utente. In questo caso un buon buonce può raggiungere massimo il 60%.
- LANDING PAGE. Come il termine stesso indica, si tratta di una pagina di atterraggio, dove solitamente l’utente arriva per compiere un’azione (registrarsi ad un evento, lasciare i propri dati, ecc). Ovviamente, una volta compiuta l’azione, non resta che abbandonare la pagina, pertanto sarà normalissimo avere un bounce rate molto alto.
Tipologie di bounce: non solo siti web
Fino ad ora, si è solo parlato del bounce rate, come una metrica associata a siti web. Ma, in realtà, è doveroso sottolineare che questo concetto può utilizzarsi anche in altre categorie del digital marketing.
EmailEmail è il diminutivo del termine inglese electronic mail, ovvero posta elettronica. Si tratta di un messaggio inviato tramite un pc o altro dispositivo connesso in rete da un account... bounce rate
Ti è mai capitato di pensare che non stai utilizzando bene lo strumento dell’email marketing? Oppure che i tuoi destinatari non abbiano ricevuto la tua newsletter? Molto probabilmente non ti sei ancora reso conto di avere un email bounce rate alto. Ti spiego subito di cosa si tratta.
Nelle campagne di e-mail marketing, esprime la percentuale di mancate consegne (bounce) sul totale di invii effettuati in un dato lasso di tempo; permette di valutare la qualità di una mailing list.
glossariomarketing.it
Solitamente questo tipo di bounce avviene quando esiste una percentuale molto alta di messaggi non consegnati per ogni invio (maggiore del 5%). Accade che le email che tornano al mittente supera il minimo consentito solitamente a causa di un problema alla base. In funzione del tipo di problema si parla di:
- Soft Bounce, quando i bounces avvengono a causa di problemi momentanei, come virus nel pc, problemi al server, traffico sulla linea.
- Hard Bounce, che si verifica quando le mail ritornano indietro a causa di indirizzi inesistenti
La conseguenza più grave di questo problema è quello di far finire il proprio account email all’interno di una blacklist.
Vuoi conoscere i giusti mezzi per difenderti dalla blacklist? Ecco la nostra guida pronta per te!
Strategie e tecniche per migliorare il tuo bounce rate
Considerato quanto detto fino ad ora, possiamo concludere che per agire sulla frequenza di rimbalzo del proprio sito o casella email al fine di migliorarla, non ci sono delle tecniche uniche. Le strategie da mettere in atto, dipenderanno dalla natura dell’oggetto in questione.
Ecco alcuni piccoli consigli:
- BLOG. Nel caso di un blog, il modo migliore per abbassare il bounce rate è quello di lavorare sulla SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto..., ad esempio inserendo link interni che aiutino l’utente a rimanere sul blog anche dopo aver concluso la lettura dell’articolo in questione.
- E-COMMERCE. Se hai un ecommerce è perché vuoi vendere, perciò il sito deve aiutare l’utente a concludere l’acquisto. Per abbassare la frequenza di rimbalzo in questo sito, solitamente bisogna lavorare sulle schede prodotto per renderle chiare, semplici e invitanti. Oppure, è il caso di agire sul design del sito. Ci sono dei casi, in cui per esempio, l’organizzazione interna è confusionaria e può capitare che l’utente si perda e non sia invogliato a concludere l’acquisto.
- SITO VETRINA. Per abbassare il bounce rate di un sito web aziendale (ad esempio), la tecnica migliore è lavorare a livello SEO, strutturando i contenuti in modo chiaro e coerente, aggiornando sempre le pagine e controllando regolarmente la velocità di caricamento e la facile navigabilità del sito.
Scopri il magico mondo della SEO e come funziona!
- EMAIL. Solitamente il problema scaturisce dal tipo di mailing list che si costruisce. È molto importante creare liste di utenti veramente interessati a ricevere mail e che prestino il proprio consenso. Inoltre è consigliabile periodicamente eliminare gli utenti inattivi e rispondere alle richieste di cancellazione: eviterai così che le email tornino indietro.
Le 3 regole per evitare un bounce rate troppo alto
Prevenire è meglio che curare. Piuttosto che lavorare faticosamente per migliorare di qualche punto percentuale il bounce del proprio sito, è decisamente meglio mettere in atto delle regole sin dalla creazione del sito stesso. Dal mio punto di vista, questi sono degli step fondamentali
1. LAVORA SUL DESIGN DEL SITO
- Crea una struttura semplice e intuitiva. L’utente non deve mai sentirsi smarrito durante la navigazione e deve sempre trovare con facilità le informazioni importanti.
- Ogni testo deve essere leggibile senza risultare troppo pesante. Crea il giusto mix tra immagine e testo, utilizza grassetti, elenchi, citazioni e crea paragrafi brevi.
- Inserisci call to action
2. OTTIMIZZA IL CONTENUTO
Content is king. Quante volte avrai sentito questa frase! Potrai controbattere dicendo che il contenuto da solo non basta e avresti anche ragione, ma (ammettiamolo) decisamente aiuta. È chiaro che più il contenuto è interessante, più il lettore vorrà continuare la navigazione.
Importante sarà però ottimizzare il contenuto in chiave SEO:
- Utilizza parole chiave rilevanti che possano portare traffico. Per farlo, sfrutta gli strumenti che il web ti offre. Eccone alcuni: Google Trends, Answer the Public, Google Ads, Keyword Tool Dominator)
- Lavora sul titolo e sulla metadescrizione. Riassumi in modo chiaro il contenuto dell’articolo e non fare false promesse
- Se hai un blog, sfrutta il plugin di Yoast SEO per aiutarti a capire quali errori compi
3. ELIMINA INFORMAZIONI INUTILI
Cerca sempre di non distrarre l’utente nella sua navigazione. Ad esempio, evita l’utilizzo di pop-up pubblicitari, video che partono in automatico, foto inutili. Il lettore non deve sentirsi bombardato di informazioni, ma deve essere messo in condizione di recepire ciò che gli interessa e che, chiaramente, sposa anche i nostri obiettivi.
Conclusioni
Dunque, avrai capito che tenere sotto controllo la frequenza di rimbalzo di un sito o di una casella email è essenziale per il raggiungimento dei tuoi obiettivi e, per farlo, c’è bisogno di un lavoro incrociato da parte del content creator, del designer e del copywriter.
Anche loro dovranno capire dove vuoi arrivare, perciò tieni sempre a mente gli obiettivi che vuoi raggiungere ma ricorda anche di definire una strategia con linee guida chiare da poter seguire.
Conosci in dettaglio cosa vuol dire lavorare come web content editor o copywriter!
Si tratta di un lavoro molto complicato, ma per fortuna esistono degli strumenti che possono esserci utili e aiutarci nel lavoro: Mailsenpai è uno di questi. Ti offre tutti gli strumenti per gestire il tuo business e le tue campagne di email marketing in modo corretto. Sa individuare i problemi e migliorarli, ad esempio è utilissimo per ridurre al minimo la frequenza di rimbalzo e ottimizzare le tue campagne!
Che aspetti a provarlo? Se già l’hai provato, lascia un commento o condividi la tua esperienza!