Hai mai sentito parlare di drip campaign o di drip marketing?
Sono termini che nascono (almeno in parte) dal mondo dell’agricoltura.
Infatti, c’entra quella che in gergo tecnico si chiama “irrigazione automatica a goccia”.
Attenzione. Non c’è da preoccuparsi.
Questa non è una guida su come diventare contadini provetti o giovani giardinieri di città.
Spiegheremo tutto nel nostro articolo.
Ma, intanto, comincia a figurarti un bell’orto ricco di piantine da far crescere. Con cura e senza fretta.
Naturalmente le piantine sono i tuoi futuri clienti!
Pronti a scoprire cos’è una drip campaign? Come allestire una campagna di drip marketing vincente?
Allora innaffiatoio alla mano e buona lettura.
In pochi punti:
Che cos’è una drip campaign
Andiamo dritti al sodo e rispondiamo alla domanda.
Diciamo subito che una drip campaign si basa sul marketing diretto.
Secondo il dizionario di lingua inglese l’espressione indica:
un modo per vendere prodotti o servizi contattando possibili clienti – per telefono, lettera, e-mail, eccetera – ripetutamente e per un periodo di tempo prestabilito.
Cambridge Dictionary
In pratica – per tornare alla metafora iniziale – dobbiamo impegnarci a coltivare i nostri potenziali clienti. Nutrire i lead.
In che modo?
Semplice. Come ci introduce la definizione… inviando messaggi ad utenti che hanno già dato segno di essere interessati al nostro progetto o prodotto.
I messaggi non sono random. Ma inoltrati seguendo un calendario predefinito.
Ok. Tutto chiaro finora? Andiamo avanti per i dettagli.
Come funziona una campagna di drip marketing
Insomma, l’obiettivo del drip marketing è quello di inserire il contatto all’interno del cosiddetto funnel di vendita.
Per farlo ci sono passaggi obbligati da seguire. E tool indispensabili.
In genere, una drip campaign standard consiste nell’inviare una serie di messaggi personalizzati con apposito strumento di email marketing.
Quali sono le migliori piattaforme dedicate all’e-mail marketing? Scoprilo con la nostra guida!
Si tratta di dare acqua alla nostra piantina.
Cioè intercettare il nostro contatto e fornirgli informazioni che lo spingano alla conversione.
Gli steps
Abbiamo illustrato la teoria. Perlomeno a grandi linee.
Ma qual è il workflow di una corretta campagna di drip marketing?
Come accennato nel precedente paragrafo… c’è un percorso stabilito. Un iter comune a tutti i progetti e che va svolto per bene. Senza pressapochismi.
Dunque, scopriamo quali sono le tappe di questo percorso.
- PROFILAZIONE DATABASE = I contatti vanno segmentati per comprenderne a fondo i comportamenti e agire di conseguenza. Cioè studiare la strategia di marketing più adeguata.
Ricordiamo che ad ogni trigger (l’azione svolta dall’utente), ad esempio l’annullamento o la sottoscrizione ad una lista, corrisponde un piano di email marketing specifico. - IMPOSTAZIONE DEGLI OBIETTIVI = È una fase davvero fondamentale. Delicata. Perché l’azienda deve capire cosa vuole veramente.
Più click? Incrementare il numero dei clienti? Fidelizzarli? O maggiori vendite?
Non c’è spazio per l’improvvisazione. Un errore di calcolo può determinare danni irreparabili. Specialmente ai bilanci dell’impresa. - SCELTA DEL CLIENT DI POSTA ELETTRONICA = Ce ne sono di tantissimi. Offrono funzioni e costi diversificati. Consigliamo, quando possibile, di testare le versioni demo.
- COSTRUZIONE DELLA CAMPAGNA = È il momento di passare alla parte realmente operativa. Si scelgono modelli, contenuti, destinatari e tempi di invio delle email. Nulla è a caso, ma studiato al minimo particolare.
Ai meno esperti del digital marketing potrebbe risultare tutto molto complicato.
In realtà, occorre solo applicarsi con metodo. Ma, chi proprio non sa dove mettere le mani ha sempre una possibilità: quella di rivolgersi ai professionisti del settore.
Come noi di MailSenpai.
Da anni sul campo e al servizio dei propri clienti con passione e competenza.
I campi di applicazione
Ora cerchiamo di capire quando è possibile attivare una drip campaign.
I casi sono molteplici. Al di là del tipo di azienda in questione possiamo considerare alcune situazioni preferenziali.
Che – ovviamente – risultano essere anche le più frequenti.
- Welcome email
La conosciamo come email di benvenuto ed ha un ruolo importantissimo.
Rappresenta il biglietto da visita del mittente: un aggancio che ha tassi di apertura decisamente sopra la media e merita di essere sfruttato a pieno.
Solitamente, segue un messaggio di approfondimenti o news. Poi una richiesta di feedback. - Recupero carrello
Il 70% circa dei consumatori abbandona il carrello durante la fase di acquisto.
Sono cifre che gli e-commerce tentano di riportare, giustamente, dalla propria parte. In genere, si comincia con un messaggio in stile servizio clienti (“C’è stato qualche problema? Come possiamo aiutarti?”) o che trasmette senso di urgenza (“Ultima possibilità: l’articolo sta per finire”).
Quindi si procede con e-mail di follow-up. Magari contenenti promozioni o sconti. - Rinnovo
Serve ad avvisare il cliente sull’imminente scadenza di un servizio. Al contempo, si tenta di convincerlo a proseguire l’esperienza.
Se il rinnovo è automatico il messaggio funziona da refresh utile alla fidelizzazione. Può includere ringraziamenti e la possibilità di modificare i dati di contatto, pagamento o fatturazione. Due piccioni con una fava. - Engagement
Rientra nel più ampio campo del lead nurturing. Lo scopo di queste email è quello di costruire un rapporto stabile con i propri contatti. Coinvolgerli di più. Specialmente i meno attivi o coloro che (come si dice) risultano scomparsi dai radar.
Come si fa? Con messaggi mirati e creati ad hoc.
Specifichiamo che anche una campagna di email puramente promozionali è da considerare drip marketing.
Tips per una drip marketing campaign efficace
A questo punto del discorso ci sembra giusto dare un paio di suggerimenti in più.
Qualche consiglio per realizzare una drip campaign che funziona. In grado di garantire risultati concreti.
Eccoli qui. Leggi e prendi nota!
- Se un utente si è appena iscritto alla tua newsletter invia subito una email di benvenuto.
- Attenzione al timing: il troppo stroppia e rischia di diventare SPAM. D’altro canto, chi non osa si espone al cosiddetto “effetto ghosting”… è tutta una questione di equilibrio e giuste misure.
- Scegli un template/design adeguato alla tua campagna. E trasformalo in un marchio di riconoscimento.
- Scrivi contenuti interessanti. Evita di fare errori di grammatica e i giri di parole. Adotta uno stile scorrevole ma, soprattutto, cerca di convincere i lettori all’azione.
- Ricorda la call to action. Deve essere visibile, chiara e coerente all’obiettivo prefissato.
Infine non dimenticare di tracciare i dati.
Bisogna conoscere quali sono i numeri della nostra drip campaign.
Serve a capire come proseguire. Per decidere se modificare la strategia, intensificarla o cambiare del tutto rotta.
Pro e contro
Prima di salutarci ci teniamo a fare un piccolo riassunto.
Si tratta di mettere sul piatto della bilancia pro e contro complessivi del drip marketing.
Di sicuro gli elementi a favore sono numerosi. Va sottolineato che:
- le drip email hanno tasso di apertura doppia rispetto alle email tradizionali e quindi sono molto più efficaci;
- permette di personalizzare al massimo l’esperienza degli utenti;
- l’automazione fa risparmiare tempo e denaro per esiti ROI altamente positivi.
E per quanto riguarda gli svantaggi?
Non ce ne sono di evidenti. L’unica cosa che ci sentiamo di dire è che le cose vanno fatte ad arte. Oppure meglio non farle affatto.
Conclusioni
Speriamo di aver consegnato una panoramica esauriente sull’universo drip marketing. E non solo.
Trovi l’argomento particolarmente interessante?
Allora dai un’occhiata alle pagine del libro DRIP MARKETING: A Powerful New Marketing Strategy That Gets Prospects To Buy From You di Glenn Fallavollita.
Troverai spunti utili e suggerimenti da mettere in pratica.
Per tutto il resto… lo staff di MailSenpai è a tua completa disposizione.
Contattaci per ogni evenienza!