Esiste uno strumento che ci permette di lavorare su più applicazioni contemporaneamente? Assolutamente sì, stiamo parlando del webhook.
Il webhook è uno strumento incredibile e popolare nell’ultimo periodo in quanto è in grado di farci risparmiare tempo e fatica durante il nostro lavoro.
I webhook racchiudono molteplici possibilità e possono essere utilizzati per collegare diversi software tra loro, vediamo assieme quali sono tutte le sue caratteristiche!
In pochi punti:
Che cos’è il webhook?
La parola webhook significa letteralmente “gancio del web” e questa sua traduzione fa capire molto rispetto al suo funzionamento.
I webhook hanno la funzione di mettere in comunicazione diversi account, anche su differenti applicazioni.
Tutto questo per far sì che le applicazioni si scambino delle informazioni a seguito di un particolare evento.
Il funzionamento dei webhook è molto semplice, si crea una notifica che viene inoltrata da un account ad un altro.
L’inoltro della notifica avviene con una modalità automatica ed in tempo reale.
A cosa serve il webhook?
Il webhook è realmente un sistema che permette di creare delle “notifiche” che servono per comunicare degli eventi ad altre applicazioni o siti web.
Lo scambio di informazioni può avvenire tra applicazioni differenti, ma anche tra il nostro sito web ed altre applicazioni che sono correlate ad esso.
I messaggi servono per avvisare le altre app rispetto ad un evento in corso.
La creazione della notifica permette al webhook di iniziare uno scambio di informazioni tra applicazioni differenti.
Un fattore alla quale prestare attenzione è la sua somiglianza con gli APIL'acronimo API (per esteso Application Programming Interface) si riferisce a un insieme di regole di programmazione informatica secondo le quali un'applicazione può estrarre informazioni da un altro servizio utilizzandole sia... (application programming interface), anche se si potrebbero confondere tra loro hanno in realtà delle caratteristiche molto diverse.
Le differenze con API
I webhook sono spesso confusi con gli API perché entrambi svolgono un servizio simile, ma in realtà hanno delle strutture e delle funzionalità diverse.
La differenza più importante tra i due è che i webhook sono più facili da utilizzare rispetto alle API, le quali per diversi progetti non sono attuabili.
Le API non possono essere utilizzate se parliamo di progetti molto piccoli e soprattutto se non abbiamo un’ampia conoscenza tecnica.
Inoltre, gli API utilizzano il processo chiamato “polling”, che consiste in una richiesta periodica di informazioni da parte di un’applicazione nei confronti di un server.
Viceversa, il webhook consente all’applicazione di comunicare in tempo reale con le altre applicazioni, in modo più semplice ed immediato.
Come funziona?
Dopo aver definito che cos’è un webhook vediamo nello specifico come si articola il suo funzionamento e come riesce a svolgere le sue funzioni.
I webhook per inoltrare le informazioni utilizzano gli indirizzi http, i quali si attivano solo nel momento in cui serve l’inoltro di un informazione.
Il metodo migliore per far funzionare i webhook è quello di creare un URL che ci avvisa nel momento in cui si verifica un evento.
Utilizzando questo metodo il messaggio che andremo a creare conterrà anche le informazioni relative a che azioni compiere.
Così facendo i webhook permettono di far conoscere all’applicazione non solo le informazioni relative al tipo di evento ma anche a cosa fare quando accade.
Come avviene l’inoltro dei dati nei webhook
Il primo passaggio da compiere nel momento in cui vogliamo usare il webhook, da un’applicazione ad un’altra, è quello di creare un URL provider.
L’URL ci servirà per inviare le richieste che saranno inoltrate direttamente dall’applicazione o dal nostro sito web.
L’inoltro delle notifiche è un passaggio che svolgono gli API.
Le notifiche inoltrate attraverso webhook sono in formato JSON, il che permette al nostro provider di vedere come la notifica sarà consegnata.
Come proteggere le proprie notifiche
Gli URL generalmente sono pubblici e questo fa si che i nostri dati siano accessibili a più persone; infatti, chiunque può inoltrare delle richieste HTTP al suo endpoint.
Fortunatamente esistono dei metodi molto semplici da installare per riuscire a proteggere i propri endpoint e di conseguenza i nostri dati.
- Utilizzare il criptaggio HTTPS; è il più conosciuto per proteggere i dati delle nostre pagine web, con questo metodo i dati possono essere de-crittografati sono dall’applicazione alla quale sono destinati.
- Utilizzare un “segreto”; è una tecnica molto utilizzata da tantissimi provider, bisogna inserire un “segreto” nella notifica in formato JSON, che può inserire solo il destinatario.
- Filtrare gli indirizzi IP; metodo molto sicuro ma specifico solo per dei tecnici più esperti è quello di filtrare il traffico HTTP da indirizzi specifici.
Come creare un webhook
Quando creiamo un webhook dobbiamo tenere presente alcuni fattori fondamentali:
- l’endpoint deve essere in grado di elaborare le richieste HTTPS, e così anche la nostra applicazione, per avere una trasmissione sicura;
- l’applicazione deve usare gli IP in HTTPS e assicurarsi che il server sulla quale stiamo lavorando abbia un certificato SSL valido;
- l’endpoint deve riuscire ad elaborare la richiesta entro 5 secondi dall’inoltro, altrimenti cadrà la connessione e non potremo più utilizzare il webhook.
Se l’operazione sarà andata a buon fine, e il nostro webhook avrà funzionato l’endpoint che staremo utilizzando dovrà riportare uno dei seguenti codici:
- 200 operazione iniziata;
- 201 messaggio creato;
- 202 messaggio accettato;
- 204 nessun contenuto.
Idee su come crearlo
I webhook Sono degli strumenti davvero utili inaspettatamente per tutte le strategie di marketing digitale soprattutto per quanto riguarda l’e-mail marketing.
Infatti, i webhook sono degli strumenti ideali per sapere che tipo di transazioni avvengono all’interno di un’applicazione o di un sito web.
Per esempio possiamo scoprire quali tipo di operazioni si svolgono sul nostro sito oppure sulla nostra applicazione, anche relativi ai servizi di newsletter.
Questo strumento è molto utile per:
- sapere gli eventi che si sono verificati sulla nostra applicazione o sul nostro sito;
- sincronizzare contemporaneamente tutti i dati che sono contenuti nelle varie applicazioni che utilizziamo quotidianamente;
- comunicare con le diverse applicazioni in modo semplice ed immediato.
Strategie e tecniche
Il motivo principale per cui vengono scelti gli webhook anzi che gli API è la gestione della complessità che si riduce notevolmente quando utilizziamo i primi piuttosto che i secondi.
Esistono anche una serie di strumenti che ci danno la possibilità di risparmiare tempo durante il processo di creazione degli webhook, si tratta dei seguenti:
- conoscere nello specifico il funzionamento dei web book e in che modo crearli correttamente;
- verificare che le notifiche siano state inoltrate;
- provare la configurazione in locale.
Esempi pratici
Per conoscere al meglio il funzionamento e le potenzialità che si possono ottenere utilizzando i webhook vediamo assieme degli esempi pratici.
Vedremo come può essere utilizzato sia su un’applicazione che su un sito web; entrambi di comune utilizzo.
PayPal
PayPal è un’applicazione che sicuramente tutti conosciamo e che serve per effettuare pagamenti online in modo sicuro e protetto.
L’applicazione utilizza i webhook per rendere ancora più sicura ogni transazione sull’app.
Il loro scopo è notificare ogni evento che avviene sull’applicazione, il tutto affidandosi alla collaborazione di un API interno.
WooCommerce
Esiste un altro esempio di webhook che molto spesso utilizziamo ogni giorni, stiamo parlando di WooCommerce.
Anche il plugin di WooCommerce utilizza i webhook per effettuare le comunicazioni ed inoltrare dei messaggi.
In WooCommerce possono essere utilizzati ed innescati ogni qualvolta che si aggiungono, modificano o eliminano dei prodotti sul nostro eCommerce.
È possibile anche utilizzarli per avvisarci quando un cliente sul nostro sito aggiunge un prodotto al proprio carrello.
Lo scopo di inserire in webhook nei carelli è quello di capire il comportamento dei nostri possibili clienti.
Pro/contro del webhook
Sicuramente la velocità e la praticità dei Webhook dovrebbero già convincere tutti a loro utilizzo.
Se la nostra applicazione o il nostro sito ha un livello di complessità non elevato sono permetti i webhook.
Nel caso in cui avessimo un livello più alto di complessità conviene utilizzare gli stessi assieme a degli API aggiuntivi.
Esistono comunque dei limiti per quanto riguarda le funzionalità delle notifiche come per esempio:
- non tutti i siti web supportano le notifiche;
- le statistiche che possiamo ottenere dai Webhook riguardano il singolo evento e non la sua complessità;
- per impostare un’azione automatica a seguito dell’inoltro di una notifica bisogna per forza impostare anche un API.
Conclusioni
Nel corso dell’articolo abbiamo fornito una panoramica su cosa sono i webhook e quali sono le loro funzioni.
Con gli esempi pratici che abbiamo portato speriamo di aver fatto comprendere a tutti l’importanza dei webhook e come sfruttarli al meglio.
Il nostro viaggio nel mondo del web non è però finito qui, vi invitiamo a seguire tutti i gli aggiornamenti della nostra pagina News & Tips di MailSenpai.
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