Il Churn rate è uno strumento molto utile. Soprattutto nel web marketing. Questo in quanto ti consente di scoprire la percentuale di clienti che abbandona un servizio. L’esempio più emblematico è l’annullamento dell’iscrizione alla newsletter.
Questo tasso di abbandono ti permette di prendere diverse decisioni. Nonché di individuare eventuali lacune e punti deboli della tua comunicazione. Quindi se noti un alto Churn rate dopo una specifica email può essere che il messaggio all’interno avesse degli errori. O sia stato interpretato in modo differente da te.
In questa guida di Mailsenpai puoi approfondire questo argomento. Non solo nella sua formula, bensì anche nel suo utilizzo. Perciò allaccia le cinture e preparati a questo viaggio nel marketing!
In pochi punti:
Cos’è il Churn rate?
Il Churn rate è definito come un tasso di abbandono. Questa percentuale può essere ottenuta con la relazione tra coloro che hanno scelto e confermato un servizio e chi al contrario lo ha annullato.
Grazie alla Churn Analysis puoi ottenere questo dato. Allo stesso modo puoi utilizzarlo per ottenere altre importanti info. Alcuni esempi possono essere le cause dell’abbandono. O ancora la previsione di un possibile futuro abbandono, in modo da evitarlo.
Nonostante questi aiuti, è abituale avere un minimo di tasso di abbandono. Soprattutto perché un servizio non sempre risponderà al 100% e a tutte le esigenze dei tuoi follower. Tuttavia con il Churn rate puoi avere sotto controllo questi numeri. E investire in campagne o azioni che ne limitino le conseguenze.
A cosa serve?
Il Churn rate può essere utile per molti aspetti. Innanzitutto ti offre una panoramica degli utenti più fidelizzati. Quindi di coloro che non ti hanno abbandonato e che ti seguono fedelmente.
Allo stesso modo ti mostra chi abbandona un servizio. Perciò ti aiuta anche a individuare il momento e le cause che potrebbero portare all’abbandono.
Oggi l’inbound marketing è al centro di molte campagne. Infatti il cliente diventa un ambassador, come parte integrante della comunicazione aziendale. La condivisione della storia e dei valori di un’attività creano un legame molto forte. E in questo caso è molto difficile che l’utente abbandoni il servizio.
Questi ultimi consumatori influiscono sul Churn rate notevolmente. Esattamente quanto quelli che abbandonano. Questo perché ti permettono di avere una base su cui fare proiezioni per il futuro. Nonché di individuare il target più fidelizzato e appassionato al brand.
Per favorire la creazione del legame, può essere utile anche il tribal marketing. In questo modo crei una community legata tra loro. Non solo dalla passione per il tuo brand, bensì anche da valori e abitudini. Questo ti permette di creare una base ancora più solida per la tua attività.
Come funziona il Churn rate?
Per capire il suo funzionamento è sufficiente pensare che il Churn rate è inversamente proporzionale al Redention rate. Quest’ultimo si usa per indicare il grado di fedeltà degli utenti. Quindi più è basso il Churn rate e più sarà alto il Redention.
L’obiettivo finale è proprio questo: aumentare il tasso di fedeltà per minimizzare quello di abbandono. Un’attività di web marketing può avere esattamente questo scopo. Cioè mantenere un solido contatto con i clienti, puntando a fidelizzarli. E riducendo gli abbandoni.
Qual è la formula del Churn rate?
La formula del Churn rate è piuttosto semplice. Solitamente viene diviso il numero di clienti che hai perso per quello totale con cui hai iniziato in un trimestre. Ad esempio i primi tre mesi dell’anno dovrai avere come dati:
- Il numero di clienti che sottoscrivono il servizio all’1 gennaio;
- La quantità di utenti che hanno abbandonato dall’1 gennaio al 31 marzo.
Un esempio pratico può aiutare. Ad esempio all’inizio di gennaio hai 200 clienti, mentre al 31 di marzo ne hai persi 20. Per calcolare il tasso di abbandono del trimestre dovrai fare: 20/200 = 0,1. Perciò il tuo Churn rate sarà dello 0,1%.
Come monitorare il Churn rate?
Per monitorare il Churn rate è sufficiente averlo costantemente sotto controllo. Questo significa ricalcolarlo periodicamente e prestare attenzione ai momenti in cui aumenta. Quindi a quando più utenti decidono di abbandonare il servizio.
Senza dubbio conoscere il target è sempre una buona idea. Questo ti permette di anticipare tendenze e comportamenti degli utenti. In più sapendo cosa cercano puoi interagire in modo più efficace, personalizzando la comunicazione. Così sono sempre soddisfatti e previeni la loro fuga verso i competitor.
Sicuramente in questa operazione i big data possono aiutare notevolmente. Avere molte informazioni sul tuo pubblico di consente di approfondire la conoscenza. Di conseguenza in questo modo puoi analizzare la qualità del tuo servizio in rapporto all’utente, così come la sua capacità di rispondere alle esigenze.
Il lavoro necessario è quello di prevenzione dell’abbandono. E per farlo è imperativo combinare il monitoraggio del Churn rate con le attività di marketing. Tra queste le ricerche di mercato.
Tecniche e strategie
Come anticipato, il Churn rate ti consente di avere un’informazione molto utile per la tua comunicazione. L’aumento di questo tasso di abbandono può essere un segnale da parte del target. E di conseguenza potresti aver bisogno di qualche ricerca di mercato o info in più.
Ad esempio l’abbandono del cliente può essere sintomo di un’insoddisfazione per il prezzo. Un eventuale aumento può portare il target a recarsi da un competitor. O ancora non acquistare più il tuo prodotto o servizio.
Allo stesso modo una modifica all’e-commerce o alla user experience del tuo sito può essere determinante. Nonché una possibile causa dell’aumento del Churn rate. Anche un cliente fidelizzato potrebbe abbandonarti per questa ragione, dopo aver usano la piattaforma per qualche tempo.
In aggiunta a questi, un altro elemento di abbandono può essere l’interazione con il servizio clienti. A fronte di una brutta esperienza con l’assistenza, il cliente può cambiare idea sui valori del brand. Di conseguenza valutare di trovare un’altra realtà di riferimento. Che rispetti i suoi valori e il suo stile di consumo.
Esempi di Churn rate
Gli esempi pratici di Churn rate si basano sulla formula che abbiamo visto in precedenza.
Nonostante questo, il tasso di abbandono può essere integrato con altre informazioni. Alcuni dati relativi al target e al suo comportamento possono portare a decisioni strategiche. Nonché a nuovi dettagli da considerare prima applicare nuove strategie.
Tra i fattori che possono influire sul Churn rate ci sono:
- Le analisi del contesto;
- Le probabilità di abbandono;
- Lo studio dei segmenti di clientela;
- La profilazione del target;
- L’individuazione di elementi più o meno a rischio di abbandono;
- Gli indicatori di qualità;
- Le decisioni di tipo gestionale che possono influire.
Pro e contro: quali sono?
L’aspetto positivo del Churn rate è la facilità della sua formula. Ogni attività che fa marketing può reperire facilmente i dati necessari. In più il calcolo è molto semplice.
Invece un aspetto negativo del tasso di abbandono è che non è semplice da interpretare. Questo parametro ti fornisce un dato che sta a te approfondire. Cioè non ti spiega perché gli utenti ti abbandonano. Bensì solo quanti lo fanno o non lo fanno in un periodo di tempo.
Per questo motivo il Churn rate può essere considerato come un punto di partenza e non di arrivo. Da un dato elevato o basso è possibile fare più considerazioni. E in seguito prendere decisioni come investire in ricerche sul tuo brand e sul tuo target.
Conclusioni
Concludendo, il Churn rate è uno strumento molto valido. Può fornirti un parametro utile, con cui valutare le tue mosse successive. Grazie a questa guida adesso dovresti saperlo calcolare!
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