Nella creazione di una buona strategia di comunicazione, il coinvolgimento degli utenti deve essere il faro che guida ogni tua scelta.
Ormai lo sai: le email sono tutt’oggi il canale preferito sia dai marketers che dai clienti. Conoscere e mettere in pratica le best practices email è quindi indispensabile per conquistarli. Non parliamo solo di email promozionali, ma in questo caso anche di contenuti editoriali inviati alla casella di posta dei clienti. Il newsletter engagement è – infatti – più alto di quello delle comunicazioni puramente commerciali. Le novità email marketing 2025 ci dicono che le email con contenuti di valore hanno KPIKPI è l'acronimo di Key Performance Indicator. In italiano Indicatore Chiave di Prestazione. Il termine... Leggi più alti e convertono.
Scopri le strategie newsletter da applicare al tuo piano editoriale e mettile in pratica fin da subito.
Contenuto di valore per il newsletter engagement

Facciamo una prima, importantissima distinzione tra email promozionali e newsletter. Le prime sono indirizzate alla vendita di prodotti o servizi, e sono importantissime per la tua strategia di vendita. Quando fai business online, arrivare direttamente nella casella email del tuo potenziale cliente ti regala una corsia preferenziale. Ma non puoi inviare solo email promozionali: gli utenti si stancheranno in fretta. Trova il giusto equilibrio con le newsletter, email dal taglio più editoriale il cui obiettivo è informare, divulgare e far riflettere. Si tratta un po’ della differenza tra pagine di prodotto e articoli di blog. Con i primi vendi, con i secondi intercetti il bisogno degli utenti di craere un rapporto personale.
Sia le aziende che i liberi professionisti possono utilizzare strategie newsletter che aumentano il coinvolgimento degli utenti. Qui – infatti – vendere non è il tuo obiettivo primario, ma può essere un utilissimo canale indiretto. Quando condividi contenuti di valore in merito al tuo settore di riferimento, il lettore ti riconosce come fonte autorevole di informazioni. Soprattutto se metti in atto le best practices email in modo strategico, conquisti la sua fiducia e ammirazione. E indovina a chi si rivolgeranno quando vorranno acquistare? Proprio a te, che sei stato così generoso nel fornire informazioni e insight. Non si tratta di manipolazione, ma di una reale relazione con l’utente che va nutrita e coltivata. Vediamo come.
Creare una relazione prima di una transazione
Una ricerca di Statista ha rivelato che nel 2024 in tutto il mondo l’email marketing ha raggiunto 9,5 miliardi di dollari di ricavi. Questo significa che è ancora il canale più utile ai marketers, alle aziende e ai liberi professionisti. Ma sai bene che queste cifre non si raggiungono se non con strategie newsletter mirate. Non puoi scrivere contenuti generici, indirizzati a tutti, e sperare di ottenere un pubblico in targetTarget è un termine che viene dalla lingua inglese e che vuol dire letteralmente "bersaglio".... Leggi. Devi fare uno studio accurato del tuo pubblico, effettuare una segmentazione avanzata e creare un piano editoriale coinvolgente.
Tutto questo è possibile seguendo alcuni consigli sulla struttura, i contenuti, le CTACTA o call to action è un messaggio diretto all'utente che naviga sul nostro sito... Leggi, il calendario editoriale di invio della tua newsletter. Per aumentare il newsletter engagement – infatti – ti serve una relazione con gli utenti. Qualcosa che si crea nel tempo, email dopo email e messaggio dopo messaggio. Può sembrarti difficile, ma non avere paura. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e della sensibilità umana del tuo staff, puoi raggiungere il cuore degli utenti e portarli alla conversione. Punta alla prima alla relazione, in un secondo momento alla transazione (e quindi alla vendita).
5 best practices email da applicare alle newsletter

Partiamo dall’assunto che tu abbia già una base di lettori e voglia aumentare il coinvolgimento degli utenti tramite contenuti mirati. Quali sono i passi da seguire per farli sentire parte di una community? Ecco un elenco, seppur non esaustivo, che puoi adattare al tuo settore di riferimento e al tuo pubblico target.
1. Ottimizza i titoli delle newsletter
Quando invii un contenuto editoriale, soprattutto se è piuttosto lungo, è bene che l’argomento della newsletter sia subito identificabile. Immagina la casella di posta elettronica come quella della posta fisica. Quante volte hai perso una comunicazione importante perché lo spazio era intasato da pubblicità e volantini? Ecco, la stessa cosa avviene online. Devi far sì che la tua newsletter spicchi tra tutte le comunicazioni che l’utente riceve quotidianamente. E tra le strategie newsletter più efficaci c’è proprio l’ottimizzazione del titolo. Deve essere:
- breve, 50 caratteri al massimo;
- incisivo, che va dritto al punto;
- riconoscibile con il tono di voce del tuo brandIl brand coincide con il marchio di un'azienda, ma la sua definizione ha più a... Leggi.
Puoi fare diversi A/B test per capire quale titolo migliora il newsletter engagement o almeno aumenta il tasso di apertura.
2. Migliora il layout per il newsletter engagement
A influire sul coinvolgimento degli utenti c’è anche la forma che dai alla tua newsletter. Parliamo proprio della forma grafica. Quali e quante immagini inserisci, come usi i paragrafi, i grassetti e gli elenchi puntati, come sfrutti i bottoni e le CTA? Tutti gli elementi della newsletter, dai colori alle immagini alla distribuzione dei contenuti, possono invitare alla conversione oppure no. Scegli un layout il più possibile animato, senza creare muri di testo e intervallando immagini e parole. Metti bene in evidenza le call to action, altrimenti sarà impossibile convincere l’utente a cliccare. Puoi personalizzare il layout delle tue email in base alle opzioni della piattaforma email marketing che usi.
3. Best practices email: contenuto a piramide rovesciata
Come ti abbiamo già detto, l’utente riceve moltissime comunicazioni nella sua casella email. E, quando si trova online, va di fretta. Fai in modo che trovi immediatamente le informazioni più utili. In questo caso va benissimo usare la tecnica collaudata e sempre vincente della piramide rovesciata. Arriva dal giornalismo e, traslata alla comunicazione online, impone di inserire le informazioni più importanti in alto. Ecco la struttura del contenuto per un newsletter engagement più alto:
- informazione principale;
- spiegazione dell’informazione principale;
- informazioni secondarie;
- approfondimento delle informazioni secondarie;
- informazioni collaterali.
4. Aumenta il coinvolgimento degli utenti con CTA efficaci
Per funzionare correttamente, un’email dovrebbe avere un solo obiettivo. O al massimo un obiettivo principale e uno secondario. Per esempio, tra le best practices email editoriali il goal principale può essere quello di aumentare il numero di iscritti. Una delle strategie newsletter più adottate è quella di fornire contenuti di valore, in modo che l’utente non veda l’ora di iscriversi e riceverne altri.
Un potenziale obiettivo secondario? Portare il cliente a cliccare su articoli del tuo blog che approfondiscono la tematica e sottolineano la tua autorevolezza in materia.
Per raggiungere questi obiettivi, sfrutta i bottoni con link strategici in posizioni predominanti. Controlla anche che ogni landing, articolo o pagina di prodotto sia funzionante prima di premere invio.
5. Newsletter engagement e targetizzazione

Un’altra delle best practices email di cui parliamo spesso è la personalizzazione avanzata dei messaggi. Puoi ottenerla senza troppi sforzi, con l’aiuto dell’AI, e dare all’utente l’impressione di star parlando direttamente con lui o lei. Per quanto tu curi i tuoi contenuti per aderire perfettamente al target, sarà difficile ottenere un reale coinvolgimento se parli a tutti nella stessa maniera. Dedicati alla creazione di contenuti diversi per le diverse liste. Per esempio, se hai un e-commerce che vende abbigliamento da uomo e da donna puoi creare newsletter editoriali indirizzate alle une e agli altri, con contenuti e link che possono essere di loro interesse. Ovviamente per farlo dovrai raccogliere i dati degli utenti che contengano la specifica di genere.
Strategie newsletter e psicologia della comunicazione
Quando crei contenuti testuali o visivi, soprattutto se medio-lunghi come quelli delle newsletter editoriali, puoi sfruttare le conoscenze della psicologia della comunicazione. Ci teniamo a ripeterlo ancora una volta: non hai bisogno di manipolare i lettori. Anzi, ti sconsigliamo di farlo perché perderesti la loro fiducia. Ma puoi creare contenuti che convertono anche puntando sull’autenticità e sulla reale creazione di valore per l’utente. Ecco alcune strategie newsletter che possono essere utili sia a te che a chi ti legge.
La riprova sociale
Questa è una delle più diffuse strategie di psicologia della comunicazione. Si basa sul fatto che, quando molte persone (soprattutto se esperte) dicono che è una cosa è positiva, siamo portati a pensare lo stesso. Puoi applicarla inserendo nelle tue email report e statistiche autorevoli o raccontando le esperienze positive di altri clienti o membri della community.
Il bias della reciprocità
Siamo animali sociali e per questo la reciprocità è una delle best practices email più usate. Le persone sono più propense a dare qualcosa se ricevono qualcosa in cambio. Come applicare questo principio alle newsletter è presto detto: dai informazioni di valore, contenuti interessanti, interviste e approfondimenti. Riceverai valore sotto forma di coinvolgimento degli utenti, di advocacy, di conversioni, di nuovi clienti per la tua attività.
FOMO: newsletter engagement e paura di perdere qualcosa
La FOMO o Fear of Missing Out è la paura di perdersi qualcosa ritenuto di valore. Se tutti parlano di una serie tv, anche l’utente vorrà guardarla. Se tutti partecipano a un evento, vorrà sapere di cosa si tratta. Sempre come animali sociali, abbiamo paura di perdere informazioni, esperienze e prodotti. Usa questa paura, ma in modo gentile. Non con la pressione, ma con la delicata spinta a saperne di più su un evento, un prodotto o un argomento che è ovunque sui social media o sui canali tradizionali Attenzione. La FOMO dipende anche dal tempo. Quindi se accade qualcosa di molto importante nel tuo settore cambia il piano editoriale per inserirla, rispettando la velocità delle notizie online.
L’arte dello storytelling per il coinvolgimento degli utenti
Queste ultime due strategie newsletter sono un po’ agli antipodi. Là dove la FOMO risponde alla necessità di parlare subito di un argomento, lo storytelling si prende tempo per raccontare, appunto, una storia. Approfondire, creare empatia, sollecitare reazioni emotive. Sarà quella della tua azienda, di un successo, o di un insuccesso. Le persone amano sentire le storie positive, ma si sentono anche più coinvolte se possono rispecchiarsi in qualcuno. Difficile sentirsi vicini a chi non sbaglia mai, vero? Raccontare paure, ostacoli e superamento degli stessi creerà empatia con gli utenti.
Come si misura il newsletter engagement?

Se hai applicato tutte le strategie relative ai contenuti, al layout, alla personalizzazione e alla psicologia delle comunicazioni, dovresti aver aumentato il newsletter engagement. Ma non puoi basarti su una sensazione generale. Devi misurare i KPI di email marketing per capire se veramente le tue azioni hanno portato frutti. La misurazione delle performance comprende il tasso di apertura, il CTRCTR è l'acronimo di Click Through Rate, ovvero in italiano "percentuale di click". Il CTR... Leggi, il tempo trascorso dagli utenti a leggere o visualizzare il tuo contenuto. Metriche che ti aiutano a capire se le best practices email funzionano sono anche l’aumento degli iscritti, le condivisioni, i like e l’abbassamento delle disiscrizioni.
Ci sono poi tutta una serie di elementi che indicano il coinvolgimento degli utenti riguardo all’argomento di cui hai parlato nella newsletter. Puoi inserire un sondaggio o usare la gamification e monitorare quanti utenti partecipano. Scoprire sui social media o sui motori di ricerca se il tuo pubblico target parla di te e dell’argomento affrontato nell’ultima newsletter.
Ti consigliamo di creare dei Google Alert per il tuo nome, quello della tua azienda e gli argomenti principali di cui ti occupi. Scopri chi sta ricondividendo e parlando dei tuoi contenuti, anche senza taggarti. Questo è un ottimo indice di strategie newsletter che funzionano, nonostante sia più difficile da tracciare.
Conclusioni sulle best practices che coinvolgono
Che tu abbia una grande azienda, una piccola impresa o un’attività da libero professionista, puoi creare un rapporto reale e concreto con gli utenti attraverso le newsletter. Questo è il canale che ti permetterà di avere uno scambio continuo con i clienti attuali e di conquistarne di nuovi; scoprire quali sono i loro bisogni e soddisfarli con contenuti di valore. Se applicherai le nostre strategie newsletter avrai – infatti -una conversazione sempre attiva con il pubblico e potrai conoscerne i segreti.
Una newsletter ben progettata non solo informa, ma crea un dialogo continuo con il pubblico, rafforzando la fidelizzazione. Le best practices email che ti abbiamo suggerito, quindi, non porteranno solo al coinvolgimento degli utenti. Anche loyalty e advocacy. E infine ti porteranno nuovi clienti paganti. Il tutto mantenendo l’autenticità della tua comunicazione e senza tradire i valori fondanti del tuo brand.
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