Il digitale non è solo un modo per fare pubblicità o comunicare. Anzi, sul web oggi sono molti i settori coinvolti e operativi. Molti di questi rappresentano strumenti per rendere più trasparente le realtà economiche. Infatti tra questi ci sono le White list.
Tramite questi tool online è più facile prevenire problematiche e fenomeni importanti. Ad esempio le infiltrazioni mafiose. Inoltre rendono più semplice la comunicazione tra Stato e imprese. Il tutto è naturalmente regolamentato dalla normativa.
Come funziona però la White list e come accedervi? Le informazioni da conoscere sull’argomento sono molte. Ecco perché in questa guida abbiamo raccolto le più utili. Alla fine avrai tutti i dati per presentare l’istanza.
In pochi punti:
Cos’è la White list?
La White list è un elenco di imprese. Questa lista è istituita presso le Prefetture provinciali. All’interno della raccolta ci sono tutte quelle realtà imprenditoriali che sono considerate ad alto rischio di infiltrazione mafiosa.
Infatti la “lista bianca” è obbligatoria per molte imprese. Queste sono quelle aziende che presentano un rischio più alto. Alcuni esempi possono essere le realtà che stipulano contratti diretti e indiretti con la Pubblica Amministrazione. Ad esempio tramite gli appalti.
A cosa serve?
Senza dubbio la White list è uno strumento per rendere trasparente e velocizzare la procedura degli appalti pubblici. Ovvero lo fa prevenendo inflitrazioni mafiose. Quindi interessa diversi settori a rischio e che forniscono servizi e beni tramite appalti.
Perciò lo scopo principale è quello di rendere più veloce e semplice svolgere i controlli antimafia. Cioè è un tool per avere il monitoraggio delle realtà a rischio. Di conseguenza queste imprese non devono presentare documenti relativi alle procedura antimafia. Però hanno l’obbligo per avere elemento di garanzia nei confronti di terzi.
Come funziona la White list?
La White list rientra tra le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione“. Cioè nella Legge n. 190 del 6 novembre 2012. Sono anche altre le normative che hanno aggiornato la legge, ad esempio il D.P.C.M. 18 aprile 2013.
In ogni caso per poter fare whitelisting è fondamentale recarsi presso un’istituzione dello Stato. Nello specifico in una Prefettura della regione o della regione. In queste sedi è presente l’elenco aggiornato dei prestatori di servizi ed esecutori dei lavori a rischio di infiltrazione mafiosa.
Le modalità di accesso aggiornate sono descritte all’interno del D.P.C.M. 18/04/2013. Tuttavia in seguito le spieghiamo nel dettaglio.
Tipologie di White list
Generalmente non ci sono diverse tipologie di White list. Nonostante questo ci sono differenti settori che possono essere coinvolti. Ciò che accomuna queste liste è la stessa caratteristica: l’esposizione al rischio di infiltrazioni mafiose. Più precisamente invece secondo l’art.1, comma 53 della Legge 190/2012 le realtà che hanno accesso al whitelisting sono quelle che si occupano di:
- Confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
- Estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
- Noli a freddo di macchinari;
- Noli a caldo;
- Fornitura di ferro lavorato;
- Servizi funerari e cimiteriali;
- Guardiania dei cantieri;
- Autotrasporti per conto di terzi;
- Ristorazione, gestione delle mense e catering;
- Servizi ambientali.
In quest’ultima categoria rientrano diversi tipi di realtà. Ad esempio quelle di trasporto nazionale e transfrontaliero per lo smaltimento di rifiuti. In più persino quelle aziende che si occupano di risanamento e di bonifica.
Come accedere alla White list
Per accedere alla White list è necessario presentare un’istanza alla Prefettura Regionale o Provinciale, in base a quale sia quella territorialmente competente. Solitamente bisogna recuperare delle informazioni e delle dichiarazione da inviare ai canali preposti. Ad esempio agli indirizzi di posta elettronica certificata (o PEC).
All’interno dell’istanza, come anticipato, devono essere presenti alcuni dati. tra questi ci sono:
- La dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio;
- Le autocertificazioni ai sensi dell’art. 85 del Codice Antimafia.
Dopo aver presentato l’istanza la Prefettura si occupa di diversi controlli prima dell’iscrizione. Ad esempio verifica assenza di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto. Per farlo si basa sull’art. 67 del D. Lgs. n. 159/2011 o Codice Antimafia.
In più verificare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa che possono condizionare le scelte dell’impresa. In questo caso la normativa di riferimento è l’art. 84, comma 3, del D. Lgs. n. 159/2011.
Dopo queste verifiche da parte della Prefettura può essere disposta l’iscrizione alla White list. Al contrario, se si presentassero delle condizioni ostative l’istanza può essere rifiutata. In caso di esito positivo l’impresa viene pubblicata sul sito. Invece se il risultato è negativo la comunicazione viene inviata direttamente all’impresa richiedente.
Come ottenere la documentazione antimafia per la White list?
All’interno dell’istanza per l’iscrizione alla White list è necessario allegare i documenti antimafia. Infatti in questo modo fai sì che in futuro non dovrai più occupartene. Tramite questa documentazione per la Prefettura è possibile individuare eventuali divieti, impedimenti e situazioni di possibile infiltrazione mafiosa.
I dati necessari sono previsti all’interno dell’art. 85 del Codice Antimafia. Ad esempio:
- L’informazione antimafia. Consiste in un documento che attesta la presenza di eventuali tentativi di infiltrazioni mafiose.
- La comunicazione antimafia. È il documento che verifica la presenza o meno di cause di decadenza, sospensione o divieto previste dal Codice Antimafia.
Dove reperire i documenti antimafia?
I privati e le imprese non possono chiedere direttamente alla Prefettura i documenti antimafia. Infatti questa documentazione può essere acquisita tramite canali differenti. Uno poi di questi può essere consultando l’elenco delle realtà non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa. Cioè accedendo alla White list provinciale.
In alternativa si può usare la Banca Dati Nazionale Unica della documentazione antimafia (BDNA). Questa però è accessibile solo ai soggetti preventivamente accreditati. Infine un altro canale è la Prefettura territorialmente competente ma solo per i soggetti di cui all’art. 83, commi 1 e 2 del D.lgs n. 159/2011.
Quali sono i requisiti della White list?
Alcuni dei requisiti per accedere alla White list li abbiamo già anticipati. Tuttavia un elenco riassuntivo può essere utile. Perciò per fare whitelisting è necessario:
- Essere un’attività operativa nei settori a rischio;
- Avere la sede legale in Italia;
- Possere la documentazione che attesti l’assenza di decadenza, di sospensione o di divieto secondo il Codice Antimafia.
Perché è importante usarla
Iscriversi alla White list per i soggetti a rischio è importante per diversi motivi. In questo modo si rendono più semplici le verifiche per infiltrazione mafiosa. Quindi le procedure vengono snellite.
Inoltre in questo modo la comunicazione tra Stato e azienda si fa più diretta, trasparente ed efficace. In aggiunta a tutto questo per coloro che operano tramite appalto si tratta di una sicurezza maggiore.
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