Qual è l’essenza del trigger marketing?
Un trigger è, per definizione, una condizione che fa scaturire un certo evento. In inglese, significa letteralmente “grilletto” o “innesco”.
Questa strategia utilizza i triggers come ponte per raggiungere l’utente. In seguito ad uno specifico evento si attiva l’azione del marketer. A che scopo? Indirizzare la risposta del target verso un comportamento utile per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Hai presente l’email di benvenuto che ricevi dopo la registrazione ad una newsletter?
In questo caso, ci siamo registrati ad una pagina. Questa condizione, ha innescato una reazione dall’altra parte. Il brand che cerca un contatto perché abbiamo manifestato interesse.
Perciò parliamo di una strategia che si propone di offrire una soluzione specifica, in base ai comportamenti del target. Ma anche in relazione al verificarsi di determinati eventi esterni.
Andiamo avanti per capire meglio di cosa si tratta.
In pochi punti:
Cos’è il trigger marketing
Il trigger marketing, quindi, è una tecnica che prevede l’invio di specifici messaggi e contenuti al verificarsi di determinate condizioni.
Cosa intendiamo per condizioni?
Molte di queste si riferiscono al comportamento dell’utente. Per esempio, l’acquisto di un prodotto online. In questo modo, forniamo informazioni su cosa e come lo vogliamo.
E consentiamo ai brand di creare una risposta ad hoc, di innescare uno stimolo. Che, in questo caso, potrebbe essere l’invito ad iscriversi alla newsletter per rimanere aggiornati su future promozioni.
Altri, invece, usano informazioni di terze parti come punto di partenza. Come una notizia o un evento. Hai presente il classico messaggino che ti avvisa delle promozioni natalizie? Ecco, parliamo proprio di quello.
Quando facciamo riferimento al trigger marketing, entriamo nel mondo dell’automation marketing. Questa tecnica utilizza software in grado di capire qual è il momento migliore per inviare una specifica comunicazione ad un potenziale cliente.
Ricordi l’esempio della mail di benvenuto? In questo caso, i brand hanno automatizzato i loro processi e scelto l’attimo perfetto. Tutto ciò grazie all’invio automatico di una mail di benvenuto, in seguito all’iscrizione alla newsletter.
Come funziona e perché è importante
La comunicazione unidirezionale, tipica delle trasmissioni radio e tv, si verifica quando un messaggio scorre solo dal mittente al destinatario.
Il trigger marketing si basa, invece, sulla comunicazione bidirezionale. In cui entrambe le parti coinvolte trasmettono informazioni. Quindi parliamo di messaggistica istantanea, social media, comunicazione di persona, conversazioni telefoniche ecc.
Questo approccio permette al brand di interagire con l’utente e aumentare il tasso di engagement.
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Ogni volta che atterriamo su una landing page o clicchiamo un pulsante, facciamo capire le nostre intenzioni. Diamo un feedback.
Proprio per questa ragione il trigger marketing è efficace. Perché si basa sulla risposta del cliente. Permettendo alle aziende di costruire una comunicazione su misura e migliorare la customer experience.
Non solo. Le triggered campaign sono rilevanti, tempestive e dimostrano interesse per le azioni dei consumatori. Sono progettate per suscitare una risposta immediata, che è un passaggio decisivo nel percorso verso la conversione.
7 triggers da tenere d’occhio
I triggers rappresentano un’opportunità per contattare qualcuno in modo mirato. Ma per costruire messaggi personalizzati, devi conoscere il comportamento d’acquisto delle persone.
Curioso di sapere quali sono i più diffusi? Iniziamo!
#1 Ricerca sul sito
Quando l’utente clicca sulla barra di ricerca di un sito e fa una ricerca, sta mostrando i suoi interessi. Ciò vuol dire che potrebbe aver bisogno di maggiori informazioni rispetto al contenuto che sta visitando. Suggerire la lettura di un blog-post può essere una buona soluzione.
#2 Iscrizione recente
Dal momento in cui una persona si iscrive ad un sito, avrà interesse a ricevere aggiornamenti. È anche il primo contatto. L’occasione perfetta per il brand di dare il benvenuto al potenziale cliente e, magari, chiedere la compilazione di un contact form.
3# Acquisto di un prodotto
Mettiamo che un utente compri un prodotto. Cosa potrebbe essere utile proporgli? Potrebbe voler ricevere un suggerimento riguardo prodotti simili oppure uno sconto applicabile a futuri acquisti. In ogni caso, il cliente apprezza sempre una notifica che confermi la buona riuscita della transazione.
4# Abbandono del carrello
Spesso succede che l’utente, anche in giorni diversi, metta articoli nel carrello senza mai finalizzare l’operazione. Solitamente, i prodotti rimangono nel carrello per circa un mese. Inviare una mail per ricordare che a breve gli articoli selezionati saranno rimossi e le scelte cancellate, potrebbe convincere il cliente a concludere l’acquisto.
5# Recensioni su prodotto o servizio
Ricevere feedback aiuta il brand a capire il livello di soddisfazione del cliente e comprendere meglio le sue esigenze. Nel trigger marketing rappresentano un’ottima scusa per ringraziare l’utente del giudizio e fargli capire che la sua opinione viene considerata ed apprezzata.
6# Verificarsi di ricorrenze e eventi personali
Un’ottima occasione per contattare il nostro target sono gli eventi che coinvolgono la sfera emozionale. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sui bisogni della persona. Compleanno? Primo figlio? Un anno dal primo acquisto? Sono momenti importanti in cui il brand deve esserci per poter costruire una relazione duratura.
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7# Tendenze ed eventi stagionali
Siamo nel pieno degli europei di calcio? È la giornata mondiale della pizza? Se i nostri clienti sono interessati a questi avvenimenti, potrebbero apprezzarne i riferimenti. Altrimenti, se abbiamo di fronte un pubblico che vuole tenersi aggiornato, si può optare per l’inserimento dei link agli articoli più interessanti della settimana.
Triggered emails per una strategia efficace
I triggers sono utilizzati principalmente nell’email marketing, dove risultano più performanti. Allora analizziamo le principali triggered emails.
EmailEmail è il diminutivo del termine inglese electronic mail, ovvero posta elettronica. Si tratta di un messaggio inviato tramite un pc o altro dispositivo connesso in rete da un account... di benvenuto
Accogliere l’utente con un messaggio di benvenuto può rafforzare il legame emotivo tra azienda e cliente, con effetti positivi sulla brand reputation.
Una nuova registrazione rappresenta l’inizio della relazione tra utente e azienda. Perciò, è importante stabilire un primo contatto e mettere a proprio agio il nuovo arrivato. Bisogna usare il tono di voce più adeguato al destinatario, senza dimenticare educazione e gentilezza.
Grazie alle informazioni che ha lasciato compilando il form di iscrizione, possiamo personalizzare il primo saluto via email con consigli o suggerimenti.
L’email di benvenuto è anche un’ottima occasione per inserire codici sconto o contenuti gratuiti, in base alle necessità dell’utente.
Ricorda: la prima impressione è quella che conta ed è spesso la definitiva.
Onboarding email e email di riattivazione
A volte gli utenti hanno bisogno di una spinta.
Nel caso delle onboarding emails parliamo di persone che hanno dimostrato interesse, ma non hanno ancora configurato il proprio account o effettuato un’azione sul sito web, ad esempio.
Questa triggered mail è progettata per aiutare i nuovi clienti a utilizzare e ottenere valore da un prodotto o servizio. Offrono istruzioni su come utilizzarlo e incoraggiano un ulteriore coinvolgimento e interazione.
Destinatari delle email di riattivazione, invece, sono i clienti “inattivi”. Quelli che da tempo non interagiscono col brand.
Infatti, capita spesso che un utente si registri ad un e-commerce senza acquistare nulla per mesi o che non compri proprio. Le email di riattivazione cercano di risolvere questo problema.
Inviano un’offerta che non si può rifiutare. E accompagnano il cliente passo passo nel processo d’acquisto per evitare che si “disattivi” ancora.
Motivo? È più facile coinvolgere i clienti acquisiti, piuttosto che trovarne di nuovi.
Email post-acquisto
La prima conversione non si scorda mai. Ma quello che succede subito dopo è ancora più importante.
Spesso, infatti, i clienti valutano un e-commerce in base all’esperienza post-acquisto.
I clienti vogliono sentirsi considerati e, in qualche modo, rassicurati dopo aver comprato qualcosa.
Si può inviare un messaggio appena dopo l’acquisto per comunicare che l’operazione è andata a buon fine, ma anche per ricordare gli step successivi (come ad esempio la data d’arrivo della merce).
Queste azioni rasserenano il cliente e lo fanno sentire “coccolato”.
Può rivelarsi utile anche chiedere un feedback rispetto al sevizio usufruito. Si potrebbe inserire nella mail un sondaggio, incentivando la compilazione con la promessa di un buono sconto.
Tutto ciò appagherà il cliente. In più è un modo semplice per acquisire nuovi dati ed informazioni per migliorare i servizi offerti.
Email premio fedeltà
Questa tipologia di email è un ottimo modo per mantenere i clienti esistenti e promuovere la brand loyalty. Ringraziali per la fiducia e ricordagli perché hanno scelto il tuo brand.
Per incoraggiarli ad acquistare di più, è utile offrire alcuni vantaggi. Possono includere sconti, merce gratuita, pre-vendite, o altri premi significativi.
Fai attenzione, però. Non c’è niente di peggio che ricevere una ricompensa e poi avere difficoltà a riscattarla.
Disponi in modo chiaro tutte le informazioni del tuo programma fedeltà. Incluso qual è il premio disponibile, come può essere riscattato e quando scade.
Email per eventi personali
Nel trigger marketing sono utilizzate per trovare un punto di incontro tra il brand e la sfera personale del cliente.
Quando le persone si sentono capite tendono a reagire positivamente ai messaggi. Perciò, l’obiettivo è entrare in empatia con il target.
Fai gli auguri ai tuoi clienti ogni anno! Ringraziali per la fedeltà al marchio e per i precedenti acquisti. Fai capire loro che sono importanti. E per dare credibilità al messaggio, puoi inviare delle promo esclusive.
Vantaggi del trigger marketing
L’obiettivo del trigger marketing è attirare l’attenzione dell’utente con comunicazioni mirate al raggiungimento di specifici obiettivi aziendali.
Questa strategia, infatti, permette di beneficiare di alcuni vantaggi:
- migliora i tassi di conversione e fidelizzazione;
- garantisce un’alta personalizzazione del servizio;
- aumenta l’engagement dei clienti, incrementando la considerazione per la customer care;
- aumentano le vendite, si sostiene e stimola il cliente nel processo d’acquisto;
- l’utente può essere raggiunto in qualsiasi punto della customer journey.
Il limite del trigger marketing
Si tratta di una strategia che necessita di una comunicazione bidirezionale, per consentire ai consumatori di connettersi direttamente con un’azienda.
E solamente i canali online permettono un’interazione immediata e potenzialmente illimitata.
Sebbene questo scambio possa avvenire di persona, infatti, negli ultimi anni si svolge quasi esclusivamente online, tramite email, social media e blog.
Esempi di trigger marketing: chatbot e cross-selling
Chatbot. Parliamo di un programma che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per offrire un dialogo all’utente. Sono progettati per simulare una conversazione umana. E rispondere in modo automatico alle nostre domande.
Un po’ come Clippy l’assistente-graffetta di Windows.
I messaggi non vengono spediti via mail, come negli esempi precedenti, ma attraverso una finestra di dialogo che si apre solo nel momento opportuno. Così, i brand riescono ad ingaggiare l’utente instaurando una conversazione, anziché mandando un semplice messaggio.
Parlando di abbigliamento, possiamo citare il noto marchio di abbigliamento H&M. Anch’esso si avvale di un chatbot per arricchire lo shopping online dei clienti.
Come primo approccio, pone all’utente domande relative a età, sesso e stile di abbigliamento. Tutto ciò attraverso un’amichevole conversazione, per comprendere gusti e abitudini.
Così, offre una navigazione nel catalogo personalizzata, proponendo prodotti e opzioni in base alle preferenze dell’utente.
Cross Selling. Se un utente sta concludendo un acquisto online, può essere efficace suggerirgli una serie di accessori da aggiungere al carrello o un prodotto correlato. Realizzando così un’operazione proficua di cross-selling.
Si possono studiare pacchetti e combo interessanti per attirare l’attenzione dell’utente.
Classico esempio è Amazon. Il quale presenta prodotti simili attraverso un layout accattivante, permettendo ai clienti di visualizzare rapidamente tutti gli stili, i colori e gli abbinamenti possibili.
Consigliare al cliente dei prodotti accessori gli ricorda l’esigenza di avere elementi aggiuntivi. E nel caso dell’e-commerce, si traduce in aumento notevole degli ordini.
Conclusioni
Fare trigger marketing significa essere reattivi e mirati.
Ricorda, il messaggio deve contenere informazioni utili per chi legge. Il target deve sentirsi compreso. Altrimenti potrebbe infastidirsi e abbandonare la pagina, anziché convertirsi.
Un trigger è un’arma a doppio taglio. Utilizzato in modo sbagliato, ti si ritorce contro.
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