Ormai sappiamo tutti che cos’è lo storytelling, cioè l’arte di raccontare storie.
Ma – molto probabilmente – sono pochi coloro che hanno sentito parlare di transmedia storytelling. O hanno una vaga idea di cosa sia.
Diciamo che il concetto è legato alla diffusione dei media e delle nuove tecnologie digitali. Anzi, ne rappresenta un elemento imprescindibile. Fondamentale.
Le premesse sembrano interessanti? Sicuri?
Allora non resta che andare avanti con la lettura per avere più informazioni.
E non scordare gli appunti!
In pochi punti:
Che cosa si intende per transmedia storytelling
L’espressione TRANSMEDIA STORYTELLING è stata coniata nel 2003 dall’esperto di media e comunicazione statunitense Henry Jenkins.
Indica una particolare forma di narrazione che si articola in diversi contenuti diffusi su molteplici piattaforme e media.
Lo storytelling transmediale rappresenta un processo in cui gli elementi integrali di una finzione vengono sistematicamente dispersi su più canali di distribuzione allo scopo di creare un’esperienza di intrattenimento unificata e coordinata. Idealmente, ogni mezzo fornisce il proprio contributo unico allo svolgersi della storia.
henryjenkins.org
Attenzione PLEASE.
Perché questa narrazione possa essere considerata transmediale (e non semplicemente crossmediale) presenta alcuni requisiti obbligatori.
Nella fattispecie, ogni medium impiegato deve:
- fornire contenuti unici ed esaustivi, che diano un contributo effettivo e non accessorio al racconto;
- favorire la partecipazione/interazione degli utenti;
- inserirsi in un’espansione trasversale della narrazione proponendo un’esperienza autonoma ma contestualmente collegata alle altre.
Dunque, per capirci meglio… una vera narrazione transmediale è un po’ come un’orchestra dove ciascun elemento ha il suo ruolo chiave e decisivo.
Senza eccezioni.
Best practice per una strategia di transmedia storytelling da 10 e lode
Primo passaggio. Sediamoci alla nostra scrivania armati di carta, penna e computer.
Fatto. Ora?
Chiariamolo subito. Per mettere in piedi una campagna basata sul transmedia storytelling si parte dalla storia, che sarà necessariamente: interessante, coinvolgente e in linea con l’immagine dell’azienda.
Ok. Sulla teoria ci siamo. Ma come si scrive una storia del genere? E come dobbiamo muoverci nella fase successiva? Quella della promozione e distribuzione dei contenuti?
Ovvio. Ci sono regole ben precise da seguire.
Vediamone alcune fondamentali.
- Definisci gli obiettivi da raggiungere. Devono essere SMART. Ossia: specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e scadenziabili.
- Individua il target di riferimento e – parallelamente – quali sono i canali di comunicazione preferiti. Insomma, cerchiamo di capire dove possiamo intercettare i nostri utenti.
- Sorprendi il pubblico con proposte accattivanti, in grado di suscitare reazioni e interattività.
- Assicurati che i contenuti siano accessibili. Ma anche facilmente condivisibili. Da tutti. Il transmedia storytelling è al 100% social friendly!
P.S.
Comunicazione e marketing non sono proprio le tue materie? Allora rivolgiti ad un’agenzia specializzata.
Così evitiamo di perdere tempo e denaro inutilmente.
Quali sono i principali formati del transmedia storytelling
Finora si è parlato più volte di media digitali.
Cioè (come recita Wikipedia) di quei mezzi di comunicazione che si sono sviluppati dopo la nascita dell’informatica e in correlazione ad essa.
Ma quali sono?
Oltre ai “classici” siti web, si possono impiegare tanti altri media per realizzare una strategia di narrazione transmediale efficace.
Tra i più noti abbiamo:
- BLOG = fidelizzano i lettori fornendo valore aggiunto all’azienda.
- INFOGRAFICHE = sono un ottimo strumento di informazione, da impiegare soprattutto con social media e siti web.
- E-BOOK = permettono di ottenere dati relativi agli utenti. Specialmente se consegnati via mail. Magari in cambio di un’iscrizione newsletter.
- EVENTI = il networking serve a sviluppare contatti e a costruire relazioni durature nel tempo. Gli eventi funzionano da collante.
- VIDEO = sfruttando i vantaggi del visual storytelling si possono creare miniserie o film che generano engagement. Basta scommettere sulle emozioni della gente. Suscitare empatia.
- PODCAST = l’ascolto audio è inaspettatamente tornato di moda: costano poco o nulla e possono essere usati per divulgare notizie extra, interviste, conferenze, lezioni e via dicendo.
- APP = rappresentano una risorsa su cui vale la pena investire. Le ricerche confermano che stimolano le vendite e migliorano l’esperienza lato utente.
- WEBINAR = favoriscono l’interazione fra azienda e pubblico. In più sono validi lead magnet (come gli ebook).
- SOCIAL NETWORK = hanno rivoluzionato il mondo del marketing. Impossibile – oggi – farne a meno.
- GAMIFICATION = ha particolare presa sugli early adopter e sugli utenti più giovani. Da provare a seconda del pubblico a disposizione.
Chiudiamo il paragrafo con una puntualizzazione.
Generalmente i contenuti vengono realizzati e pubblicati dalle aziende. Ma ci sono anche contenuti speciali e di varia natura (testi, video, fandom…) che – invece – sono generati dagli utenti stessi.
Si tratta dei cosiddetti User Generated Content o UGC.
Non trascuriamoli.
Strumenti utili
Domanda importante. Come realizziamo i contenuti per la nostra narrazione transmediale? E con quali strumenti?
Beh, ce ne sono tantissimi a disposizione. Gratis, in versione freemium o a pagamento.
Ovviamente si sceglie in base alle esigenze.
Ecco una rosa di imperdibili.
- The Incipit
È una piattaforma tutta italiana che permette di scrivere testi interattivi online. Per iniziare è sufficiente registrarsi. - Racontr
Senza conoscere alcun tipo di linguaggio di programmazione si possono realizzare storie arricchite da video, immagini, audio e contributi vari. Merita un test. - Muvizu
Ci troviamo nel campo dei video animati. È un tool davvero facile e divertente da usare. - Canva
Si rivela un ottimo strumento di editing per immagini (o immagini + testo). Consigliato anche ai principianti. - GarageBand
Popolarissimo fra chi si occupa di podcast, anche perché gratuito, offre numerosi funzioni per la registrazione audio e strumenti per il montaggio.
Esempi transmedia storytelling
Quello che viene subito in mente è cinematografico. E non è caso, si tratta di un settore dove il transmedia storytelling riscuote particolare successo.
Però torniamo ai nostri esempi.
Chi non conosce Star Wars? Stiamo parlando della famosa saga di film fantascientifici creata da George Lucas nel 1977 e diventata – nel tempo – vero e proprio franchise.
Difatti, ha prodotto di tutto: gadget, magazine, libri, meme, fan page, serie animate, videogame eccetera. E ad ogni nuovo episodio il trend torna a salire.
Ma attenzione. La narrazione transmediale viene usata come strumento pubblicitario a tutti gli effetti. Per promuovere brand e prodotti.
E il marchio Coca Coca si dimostra (come sempre) un vero campione del marketing.
Basta citare la campagna Share a Coke del 2011. Cavalcando l’onda dei nuovi media ha sfruttato ogni canale e piattaforma di comunicazione. Sia online che offline.
Da Facebook a YouTube, dagli spot televisivi ai quotidiani.
Il nostro suggerimento extra?
Dai un’occhiata alle strategie delle grandi aziende. Per trovare ispirazione e capire davvero come funziona il mondo della narrazione transmediale.
Gli esempi valgono più di mille parole.
Si sa!
Transmedia storytelling e comunicazione: i vantaggi
A questo punto del discorso ti starai – giustamente – chiedendo quali sono i benefici della narrazione transmediale.
Allora, non lasciamoci andare in chiacchiere che fanno perdere tempo. Ma andiamo dritti al sodo.
Una buona strategia di questo tipo permette di:
- migliorare brand reputation e identity aziendali;
- creare communities;
- raggiungere più utenti e target;
- realizzare contenuti potenzialmente virali;
- stabilire legami emozionali con il proprio pubblico;
- promuovere le vendite;
- migliorare la SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto... delle pagine online.
Insomma, i vantaggi sono notevoli e di tutto rispetto.
Però abbiamo anche l’obbligo di sottolineare l’altro lato della medaglia. Transmedia storytelling e comunicazione sono un’accoppiata perfetta. Ma richiede estrema professionalità e competenza.
Quindi non illudiamoci di poter ottenere grandi risultati ad investimento zero.
Conclusioni
Che ne dici? Pensi di poter iniziare una campagna marketing basata sul transmedia storytelling? Sì? No? Forse?
Se hai ancora qualche dubbio… non preoccuparti.
Abbiamo da proporti un paio di letture su cui approfondire l’argomento.
Ad esempio: Transmedia. Storytelling e comunicazione di Max Giovagnoli e l’immancabile Cultura Convergente di Henry Jenkins.
Per tutto il resto ci siamo noi di MailSenpai.
Contattaci subito e mettici alla prova!