C’è stato un momento in cui lo smart working è stato sulla bocca di tutti. In molte aree del mondo è una prassi consolidata mentre in Italia andiamo più a rilento. E’ servita la minaccia di un’epidemia mondiale (Il Corona Virus o Covid 19) per dare a questa modalità di lavoro l’importanza che merita.
Quello che a lungo è stato un privilegio per pochi dipendenti di aziende illuminate, è diventato realtà per moltissimi lavoratori. Questo passaggio, in qualche caso improvviso, ha probabilmente segnato un giro di boa importante per la vita lavorativa nel nostro paese.
Stai pensando se chiedere alla tua azienda di attivarti un contratto di lavoro agile? Lavori in un contesto creativo ma sei legato alla scrivania nel tuo studio associato? Questo articolo potrà schiarirti un po’ le idee.
In pochi punti:
Smart working definizione
Per smart working si intende un rapporto di lavoro subordinato che non abbia vincoli di spazio e di orario. Lo scopo principale è quello di conciliare nel miglior modo possibile i tempi di vita e lavoro delle persone.
Lo smart work ha tempistiche operative scandite da cicli o scadenze per obiettivi. A differenza del telelavoro quindi – che implica quasi sempre almeno un rientro settimanale in ufficio, lo smart working è completamente svincolato da una sede lavorativa fissa. Ciò significa che, con gli strumenti tecnologici necessari, potrai lavorare da casa, in viaggio o dal bar sotto casa che fa torte buonissime.
Cosa dice la legge a proposito di smart working
Nel 2017 è stata promulgata una legge per la definizione delle norme relative allo smart working in Italia. Questa è stata poi implementata nel marzo 2020 in occasione dell’emergenza Coronavirus.
Il contenuto si concentra sul significato di lavoro flessibile portando l’attenzione sulle caratteristiche formali e legali. Le specificità a livello operativo hai avuto modo di leggerle nel paragrafo precedente. Vediamo ora cosa dice la normativa degli aspetti più burocratici.
La legge sullo smart working pone dei paletti fondamentali. Primo fra tutti è quello che riguarda il trattamento economico: come lavoratore agile hai diritto alla stessa retribuzione dei colleghi che lavorano in sede. Oltre allo stesso stipendio, ti spettano poi tutte le tutele assicurative previste dall’INAIL in ambito di sicurezza sul lavoro. In ultimo hai diritto ad accedere a tutte le strumentazioni necessarie per svolgere la tua attività, quindi notebook, telefono, ecc.
Dal novembre del 2017 le aziende possono registrare i contratti individuali di smart working direttamente dalla piattaforma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per farlo dovranno essere in possesso dello SPID ( Sistema Pubblico di Identità Digitale o, in alternativa, possedere le credenziali d’accesso al sito del Ministero.
Smart work e dove trovarli
Quali sono i lavori in cui è più facile inserirsi come lavoratore smart? Sicuramente se tu fossi un falegname, lavorare da remoto potrebbe essere molto difficile anche in futuro. Ma se tu progettassi mobili per un laboratorio artigianale ecco che farlo in modalità agile sarebbe perfetto per te.
Sei curioso di sapere quali sono le attività perfetta per lo smart working. Tieni presente che, in cima alla lista, ci sono sicuramente tutti quei lavori d’ufficio per cui è sufficiente un portatile e una buona connessione internet.
Io vorrei però concentrarmi su tutte quelle occupazioni che per definizione ti fanno sentire alternativamente insoddisfatto o in gabbia. Quei lavori che potresti sicuramente svolgere come freelancer, con le difficoltà che questo comporta. Oppure come dipendente ma senza l’effettiva necessita di andare in sede per lavorare, cosa che invece ti sarà probabilmente richiesta per consuetudine.
Vediamo qualche esempio insieme.
Designer
I lavori creativi, così come i lavori in ambito digital, sono quelli in cui integrare il sistema smart working sarebbe più facile e naturale. Con molti lati positivi. I creativi, lo sai bene quanto me, soffrono le limitazioni dei lavori dipendenti perché spesso li associano alla sede lavorativa. Con un approccio smart invece anche questa categoria potrebbe accedere a contratti più rassicuranti senza la costrizione della scrivania 9/18.
Sei un lavoratore che ha a che fare col design?
Che tu sia un interior designer, un web designer o un designer di complementi d’arredo, la tua creatività potrebbe esprimersi benissimo nel salotto di casa tua così come in quel box in co-working a Londra. Ebbene si, la tua azienda potrebbe assumerti come lavoratore smart, fornirti un portatile con tutti i programmi che ti sono indispensabili, e assegnarti dei progetti. Scandendo il lavoro assegnato per obiettivi, ti basterà una buona connessione wi-fi e una dotazione illimitata di caffè.
Fumettista
Lo stesso vale per te, che sei un grafico o magari un fumettista.
Hai davvero bisogno di andare ogni giorno in ufficio e sederti alla tua scrivania sotto la luce al neon dell’ufficio anni ’80? Credo proprio di no. Questo non significa però che dovrai rassegnarti a fare il libero professionista. Potresti proporre al tuo lavoratore di attivarti un contratto di smart working e iniziare finalmente a lavorare nel luoghi che ti ispirano di più senza rinunciare a quel personaggio che ami e alla tua stabilità.
Social media manager e digital marketing strategist
Il social media manager e il digital marketing strategist sono entrambi abituati a lavorare a progetto o comunque seguendo scadenze ben definite. Che sia la cura di una campagna specifica o il lancio di un nuovo brand entrambi i ruoli possono tranquillamente spesso essere svolti fuori da un ufficio. Con una buona programmazione e dei device di uso comune come un buon tablet, uno smartphone di nuovissima generazione, o al massimo un pc potresti lavorare a tempo pieno per una multinazionale serenamente da divano di casa. O dal campetto mentre i bambini si allenano. O entrambi.
Conclusioni
Concludendo, pensi ancora che lo smart working non faccia per te? Fermati un attimo a pensare. Cosa ti serve -necessariamente – per lavorare? E’ strettamente indispensabile recarti in ufficio ogni mattina? Non essere vincolato alla sede di lavoro potrebbe semplificarti la vita?
La risposta a queste domande potrebbe darti la spinta sufficiente per proporre al tuo titolare un accordo di smart working e iniziare a riprogrammare il tuo tempo in modo completamente diverso.
Facci sapere cosa ne pensi, se stai già facendo un’esperienza di questo tipo o se stai pensando di iniziarla. Le tue esperienze sono preziose.