Hai un sito web e vuoi conoscere quali sono le sue performance? Come si posiziona sui principali motori di ricerca? Se piace o meno agli utenti?
Beh, per trovare le risposte a queste – e a tante altre domande – bisogna ricorrere ad un report SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto....
Ben fatto (naturalmente).
Ti piacerebbe saperne di più? Allora procediamo con la lettura.
Il nostro viaggio sta per iniziare!
In pochi punti:
Che cos’è un report SEO
Risposta diretta. Anzi, direttissima.
Il report SEO è un documento tecnico. Cioè una relazione che dà informazioni precise e dettagliate sulle prestazioni SEO di un determinato sito web.
In genere, viene redatto da un’agenzia di digital marketing o da un professionista esperto del settore.
Perché è importante
Il concetto merita di essere sottolineato con tripla riga di evidenziatore.
Il report SEO non è importante. È assolutamente FONDAMENTALE. Per qualsiasi di tipo di azienda o attività online che voglia capire come ottimizzare la propria strategia SEO.
Cosa ci porta a questa affermazione?
Semplice. Il fatto che un report SEO assolve a molteplici funzioni.
È in grado di:
- restituire informazioni sullo stato del sito web analizzato;
- monitorare eventuali cambiamenti e sviluppi collegati ad un periodo di tempo prestabilito;
- dare indicazioni utili sulle campagne marketing intraprese;
- evidenziare aspetti critici o positivi del sito;
- rilevare quali sono le tendenze degli utenti.
Inoltre, teniamo a mente che i report SEO hanno anche un ruolo centrale per la valutazione del ROI.
Serve aggiungere altro? La domanda è puramente retorica.
Chiaro.
In cosa consiste
La parte costitutiva di qualsiasi report SEO è quella che riguarda l’analisi SEO del sito web di riferimento.
Si inizia con i KPI. Cioè i famosi Indicatori Chiave di Performance.
Di che si tratta?
Niente di complicato. Sono valori misurabili, che ci permettono di capire se la nostra strategia di marketing o digital sta procedendo nella maniera giusta. Se abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati.
Ok. Perfetto. Ma quali dobbiamo scegliere?
Non ci sono regole fisse. Un e-commerce e un sito vetrina hanno finalità e parametri diversi da tenere in considerazione. È evidente.
Però ci sono dei KPIKPI è l'acronimo di Key Performance Indicator. In italiano Indicatore Chiave di Prestazione. Il termine rappresenta l'insieme di tutte quelle metriche utilizzate per misurare le prestazioni di una determinata organizzazione,... che non dovrebbero mai mancare in un SEO report che pretende di essere definito tale.
Scopriamo quali sono.
- Sessioni totali = indica il numero di visite ricevute da un sito in un preciso arco temporale;
- Pagine per sessione = calcola quante sono le pagine visitate dagli utenti durante ogni sessione e le visualizzazioni ripetute di ciascuna pagina;
- Tasso di conversione = fornisce informazioni precise sulle azioni compiute dagli utenti (acquisti, transazioni, richieste preventivo, iscrizioni, eccetera);
- Traffico organico = quantifica il numero di utenti che accedono al sito web tramite determinate parole di ricerca;
- Frequenza di rimbalzo = individua la percentuale di utenti che accede ad una sola pagina del sito senza trattenersi.
ATTENZIONE. Non è finita qui.
Un report SEO di qualità include anche una sezione relativa all’analisi dei backlink e una dedicata alla classificazione delle parole chiave (in pratica per quelle che si posizionano ai piani più alti della SERPCon l’acronimo SERP (in inglese Search Engine Results Page) si fa riferimento alla "pagina dei risultati del motore di ricerca". Si tratta, dunque, dell’elenco ordinato di pagine internet che appaiono...).
E infine… non può mancare nemmeno un paragrafo di check up tecnico. Tratta elementi chiave come la velocità di caricamento, la presenza di eventuali errori di scansione e link rotti, di meta tag mancanti o duplicati ecc.
Tipologie di report SEO
Prima di andare avanti dobbiamo fare una piccola precisazione.
Esistono due tipi di report SEO base. Da mettere nel proprio “set box” per qualsiasi attività di analisi.
Si parla di:
- REPORT DI PARTENZA = Fotografa le prestazioni SEO di un sito web in tempo reale. Va impiegato come benchmark di confronto per esami successivi.
- REPORT DI MONITORAGGIO/TRACCIAMENTO = Mostra l’andamento di una specifica campagna SEO o del sito web nel suo complesso. Ovviamente implica una certa periodicità. I report vanno effettuati con una frequenza (si consiglia) perlomeno mensile.
Con la teoria dovremmo essere a posto. Ora passiamo pure alla pratica.
Come creare report SEO
Per farla breve, ci sono due modi per creare un report SEO.
Cioè con l’aiuto di strumenti di automazione appositi come DashThis e Google Data Studio. O manualmente tramite fogli di calcolo Excel o Google.
Chi sceglie la prima opzione ha davanti a sé una strada tutta in discesa. Basta scegliere uno dei tanti template disponibili e seguire le istruzioni date. Insomma, un gioco da ragazzi.
Chi – invece – preferisce contare sulle proprie forze, sfidarsi… NO PROBLEM. Non è niente di impossibile, anche se sicuramente più impegnativo.
Intanto proviamo a spiegarti come dovrebbe essere un report SEO.
O meglio, quali sono le sezioni che lo compongono proponendoti una specie di modello standard.
Un esempio da seguire.
Leggiamo sotto.
- Copertina
Include il logo dell’azienda, data e URL del sito. Una bella immagine non guasta mai. - Sommario
Non serve dire molto. Sappiamo tutti che cos’è (altrimenti prendi un libro qualsiasi e scorri le prime pagine). - Overview
È una sorta di panoramica introduttiva. Quella che riassume i punti salienti del rapporto. Con tanto di obiettivi messi nero su bianco. - Analisi del sito
Ne abbiamo già parlato. Ampiamente. Diciamo che è il cuore pulsante di un SEO report. KPI, backlink, resa delle parole chiave e via dicendo… tutto in dettaglio. - Commento
In qualche modo i dati produrre frutti reali. Ecco perché un buon report SEO si conclude con un piano d’azione. Una specie di vademecum sintetico sugli sviluppi futuri del progetto,
Strumenti per creare report SEO
Abbiamo tantissimi strumenti a disposizione. Tuttavia, alcuni risultano migliori di altri e ne avrai già sentito parlare.
Insomma, come raccogliamo le nostre metriche e dati SEO se non con tool referenziati come SEMrush, Google Analytics e Google Search Console?
A questi sommiamo pure SEOZoom e Ubersuggest per le parole chiave. Ahrefs e Majestic SEO per i backlink.
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Best practice
Un SEO report non è semplicemente un insieme di numeri.
Ricordiamoci che è soprattutto un’indagine accurata. Quindi cerchiamo di scrivere con semplicità. In maniera comprensibile.
Ti aiutiamo subito con qualche suggerimento prezioso.
- Evita i cosiddetti riempitivi. Cioè frasi e parole che non aggiungono nulla al testo. Avverbi e ridondanze varie.
- Utilizza elenchi e la divisione in paragrafi per agevolare la lettura.
- NO all’approssimazione. Riportiamo sempre date e cifre esatte.
Ultimo ma non da ultimo: utilizza grafici e diagrammi (meglio ancora se colorati) per facilitare la visualizzazione dei dati.
Conclusioni
Capito come si realizza un vero report SEO? A cosa serve e quali sono gli strumenti da utilizzare?
Ci auguriamo di sì. Anche perché – come avrai intuito – è il punto di partenza per l’implementazione di qualunque strategia SEO.
P.S.
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