Hai mai sentito parlare di pubblicità computerizzata? È quella che i professionisti del settore chiamano programmatic advertising e rappresenta la nuova frontiera del digital marketing.
O meglio, un trend in continua crescita, che assicura risultati effettivi e subito visibili per tutte le parti coinvolte.
Vuoi saperne di più? Capire come funziona e perché potrebbe essere un’ottima risorsa per la promozione della tua attività?
Bene. Trovi le risposte nella nostra guida. Quindi continua a leggere e prendi appunti!
In pochi punti:
Che cos’è il programmatic advertising
L’espressione descrive una particolare forma di compravendita di spazi pubblicitari online.
Cosa la contraddistingue dalle altre?
Il fatto che nel programmatic advertising l’incontro tra domanda e offerta avvenga in maniera automatizzata. Attraverso speciali piattaforme software, di cui parleremo più compiutamente nel prossimo paragrafo.
Il 50% dei soldi spesi in pubblicità sono soldi buttati al vento. Il problema è che non si sa quale 50% sia quello buttato al vento.
Henry Ford
Ma prima di approfondire il discorso cerchiamo di farci un’idea complessiva.
Insomma, quali sono i vantaggi per chi sceglie di affidarsi al programmatic advertising?
Cioè al lavoro dell’Intelligenza Artificiale piuttosto che a quella umana?
Per i publisher di aggiungere canali di vendita alternativi e in grado di monetizzare senza fatica.
Per gli inserzionisti (soprattutto) di riuscire a mettere in piedi campagne pubblicitarie ben ottimizzate.
In che modo?
Grazie all’uso di algoritmi che hanno il compito di segmentare – in pochi millesimi di secondo – i lead più qualificati. Ovvero utenti potenzialmente interessati al prodotto/servizio offerto.
Come fare programmatic advertising
L’abbiamo già accennato. Per fare programmatic advertising servono delle piattaforme dedicate. Fondamentalmente tre, che operano senza interruzioni e in tempo reale.
Ma vediamole da vicino.
- DMP (Data Management Platform) = è un programma di gestione dati. Si occupa di raccogliere informazioni provenienti da più fonti – di proprietà o terze parti – per targetizzare i potenziali clienti.
- DSP (Demand Side Platform) = si tratta della piattaforma lato domanda. Cioè dello strumento utilizzato dagli inserzionisti per acquistare gli spazi pubblicitari messi a disposizione dai vari siti web e app mobile.
- SSP (Supply Side Platform) = è il software che ha la funzione di piazzare gli annunci. Per farlo analizza gli spazi liberi e fattori utili come numero di visite totali e tempo medio di permanenza sulla pagina.
Questo circuito fa sì che la cooperazione fra editore – colui che vende lo spazio pubblicitario – e advertiser – colui che compra – avvenga in modalità totalmente virtuale e ottimizzata.
Ricordiamo, infatti, che il programmatic advertising è un sottoinsieme del data driven advertising.
Insomma non ci sono dubbi.
A guidare il processo sono i cosiddetti big data. Un’enorme numero di dati, che vengono analizzati e studiati con precisione, per costruire campagne adv efficaci.
Come si acquista uno spazio pubblicitario
È arrivato il momento di spiegare come si formalizza l’accordo tra i nostri player. Per dirla in parole povere… parliamo di soldi.
Generalmente il programmatic advertising è identificato con il Real Time Bidding, in italiano “asta in tempo reale”.
Ma si tratta di una semplificazione poco obiettiva. In verità distinguiamo quattro tipi di negoziazione.
- Automatico garantito o programmatico diretto = inserzionista ed editore si accordano in maniera diretta con CPM fisso e inventory riservata.
- Marketplace privato = l’editore sceglie, in base a prezzi minimi di partenza – i cosiddetti price floor – e la gestione di eventuali blacklist, quali inserzionisti possono partecipare all’asta. Alla fine le impressions vengono assegnate ai migliori offerenti.
- Asta chiusa o su invito = il publisher ha possibilità di limitare l’offerta ad una cerchia ristretta di inserzionisti.
- Asta pubblica = naturalmente non ci sono restrizioni. L’asta è aperta ad ogni potenziale acquirente.
Puntualizziamo ancora una volta che le operazioni sono effettuate da computer. Non da persone in carne ed ossa!
Esempi di programmatic advertising
OK. Abbiamo chiarito qual è il campo di gioco del programmatic advertising. Come interagiscono editori e inserzionisti. E con quali benefici complessivi.
Ora passiamo alla parte più concreta del nostro articolo. Quali tipologie di annunci visualizzeranno gli utenti? Le opzioni sono diverse. Dedichiamoci a quelle più diffuse.
- Annunci display
Possiamo considerarli come la versione digital dei cartelloni pubblicitari che tutti conosciamo. Comprendono immagini, video, testi e simboli. Dove sono posizionati? In qualsiasi pagina web di destinazione. - Annunci video
Di sicuro hai presente la pubblicità su YouTube. Quella che compare prima, durante e – spesso – anche alla fine del video realmente interessato. Si tratta di contenuti ad alto rendimento. Come si dice: le immagini valgono più di mille parole. E non è una frase fatta. - Native ads
Il messaggio pubblicitario diventa informazione integrativa. Facciamo un esempio pratico. Sto cercando notizie su come riparare il mio telefonino e nel corpo dell’articolo compare il link ad un negozio di telefonia.
In pratica, ci viene proposta una soluzione commerciale. Tra le righe e come suggerimento personalizzato. Utile.
Chiudiamo con un’osservazione su cui vale la pena riflettere.
Grazie al programmatic advertising puoi stare sicuro di una cosa… Cioè, che gli utenti vedranno (o leggeranno) il messaggio promozionale giusto al momento giusto!
Qualche consiglio in più
Con la teoria dovremmo essere apposto. Però, a questo punto, vogliamo aiutarti anche sul fronte strumentazione.
Ecco perché abbiamo pensato ad una breve lista di piattaforme consigliate per il programmatic adverting. Dai un’occhiata.
- Piattaforme DMP
Adform, Cloudera, Salesforce, Mapp; - DSP
Amazon DSP, Xandr, Digilant; - SSP
Rubicon Project, OpenX.
Ci siamo. Adesso valuta con attenzione qual è il budget disponibile e scegli il tool più adatto alle tue esigenze.
P.S. non sai che pesci prendere? Controlla le recensioni lasciate dagli utenti in Rete.
Pro e contro del programmatic advertising
Insomma, tiriamo le somme. Perché dovresti scommettere sul programmatic advertising?
Anche se può risultare complicato per i non addetti ai lavori presenta vantaggi importanti. Infatti:
- permette di raggiungere velocemente utenti profilati e quindi più propensi alla conversione;
- l’automazione riduce tempi e costi di lavoro regalando un ottimo rendimento ROI (Return On Investment);
- agevola il monitoraggio delle campagne avviate.
C’è una nota negativa? Purtroppo sì. Molte persone vivono il programmatic advertising come violazione della privacy. Mentre editori e inserzionisti (dipende dai casi) lamentano la mancanza di un vero regolamento sul prezzo degli spazi pubblicitari online.
Dunque, muoviamoci con cautela.
Conclusioni
Allora ti abbiamo convinto? Pensi che il programmatic advertising possa essere un buon alleato per la tua scalata al successo?
Ottimo. Se hai domande da fare o hai bisogno di una consulenza contattaci pure.
La nostra mission è sviluppare progetti!
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