Pet marketing. I nostri adorabili pet hanno preso il sopravvento. Non regnano più solo fra le nostre mura domestiche, ma hanno invaso anche il mondo del marketing. Che si tratti di un’astuta strategia dei gatti che vogliono conquistare il mondo una zampata alla volta? Questo non sappiamo dirlo, ma possiamo sicuramente spiegare cos’è il pet marketing e perché è così importante oggi.
In pochi punti:
Cos’è il pet marketing?
Facciamo caso: la pet industry non è mai stata forte quanto oggi ed è in continua crescita. Questo perché gli animali domestici sono diventati, col tempo, molto più di semplici pelosi da compagnia. Per il target millennials gli amici a nove vite e orecchie appuntite sono come figli. Su Instagram spopolano petinfluencer. Nelle pubblicità dove gli animali non c’entrano un’acca sono comunque loro i protagonisti: il Bracco di Weimar grigio dal fiuto infallibile ti dice qualcosa? Il cane di Segugio.it, Asso, ha pure una pagina Facebook con ben 33.377 mi piace. Come resistere alla sua simpatia, dopotutto?
Il Pet marketing è proprio questo: un’ampia fetta del marketing che punta allo sviluppo di strategie non solo strettamente legate al settore “animali domestici” come cliniche veterinarie, venditori di cibo per animali, e hotel pet-friendly. Il marketing del pet punta infatti anche a connettersi con i Pet Lovers a prescindere dal campo merceologico che non deve essere per forza di cose strettamente legato al mondo animale. Abbiamo fatto l’esempio di Asso di Segugio.it, ma anche il tenero cagnolino della pubblicità di Sky è un esempio calzante. Un quadretto famigliare dove il peloso di casa non può di certo mancare.
Ma tutto questo amore, dobbiamo rompere l’incantesimo, ha degli obiettivi commerciali ben precisi. Vediamo subito la psicologia dietro questo tipo di marketing.
Pet marketing a cosa serve e che funzione ha?
L’obiettivo di ogni campagna pubblicitaria è arrivare al cuore dei consumatori. E nel cuore dei consumatori ci sono loro, i nostri fidati animali. I pet lovers sono una fetta di mercato troppo importante per non sfruttarla e il pet marketing serve proprio a questo: arrivare al consumatore attraverso le fusa di un micio o lo scodinzolare di un cagnolino. E non è mica una novità!
Piccolo e tenero excursus
Ricordate la pubblicità di Barilla del 1986? Piove a dirotto. Una bambina con il suo impermeabile giallo perde il pulmino per tornare a casa. Sulla strada trova un miagolante micino tutto inzuppato: e la tenerezza è a mille. La bambina si ferma, lo prende in braccio, lo infila nel suo impermeabile e lo porta casa dove verrà accolta da mamma, papà, un piatto di pasta e un piattino di latte per l’affamato trovatello. Dove c’è Barilla c’è casa. In questo tipo di pubblicità però c’è un piccolo contro per Barilla, e un contro molto grande se il tuo brand è molto più piccolo del colosso di pasta. Qual è?
Lo scoprirai più avanti, ora torniamo ai nostri Pet lovers.
Per il marketing del pet, l’utente principale è la generazione con più animali e meno figli, più portati all’acquisto di prodotti per animali nei canali digitali: i millennials. Secondo l’esperto di Pet Marketing Marcos Giordano:
“Le stesse persone che oggi consultano e acquistano online sono quelle che vanno dai veterinari”.
Ma i pet lovers non sono solo amanti degli animali nel senso più puccioso del termine. Sono utenti attivi che hanno davvero a cuore il benessere degli animali. Nascono così nuove attenzioni verso i prodotti e nasce un nuovo linguaggio fatto di Pet-friendly, Cruelty-free, Animal-free, Animal-equality. Una terminologia che non può più mancare nei prodotti cosmetici, nel make up, nei detersivi per la casa. Il pet marketing racchiude un vastissimo mondo fatto di giuste attenzioni nei confronti della vita degli animali. Per fortuna.
Come fare marketing del pet: strategie tecniche e consigli
Se possiedi un negozio di animali sei a cavallo. Sei nel piano più semplice del marketing del pet e la tua comunicazione sarà incentrata proprio sul prodotto: deliziose crocchette dal cuore morbido, biscottini premio a forma di osso, starà a te fare leva sulla bontà dei tuoi prodotti creando una comunicazione che ti contraddistingua.
Se invece il tuo settore merceologico è differente il discorso cambia. È importante non lasciati prendere dalla moda del momento a tutti i costi: la tua azienda deve davvero essere in linea con i valori richiesti dal mercato altrimenti il tuo sarà un flop catastrofico. Non si tratta di piazzare lì un gattino in una comunicazione e tanti saluti. Ricorda il nuovo linguaggio – Pet-friendly, Cruelty-free, Animal-free, Animal-equality- la tua azienda è davvero sensibile al tema? Fai le tue considerazioni. Non vorrai mica fare la figuraccia di WWF che incita a salvare gli elefanti, ma poi promuovere il Jova Beach Party, vero?
I pro e i contro di una campagna pet
Abbiamo visto perché è importante il pet marketing, ma sono tutti benefici quelli che luccicano? Abbiamo lasciato un quesito in sospeso: quel piccolo contro per la pubblicità Barilla. Quando abbiamo nominato la bambina con l’iconico impermeabile giallo e il gattino raccolto per strada a molti si sarà accesa una lampadina, un ricordo fulmineo, magari d’infanzia. Ma in quanti si sono davvero ricordati che questa pubblicità era proprio di Barilla? Perché non Ferrero?
Questo vale per tutte le pubblicità che mettono tutta l’attenzione sull’animale e non sul brand. Barilla se lo può permettere. Ferrero pure. Ma i più piccoli rischiano di essere cannibalizzati da un’immagine pelosa: tutti si ricorderanno il gattino, ma nessuno si ricorderà di te. Un’arma a doppio taglio quindi questa comunicazione alla Pet marketing che può portare enormi benefici, ma anche scivoloni imprevisti.
Conclusioni pelose
Dal tenero Border Collie che ha affiancato negli anni 2000 Fiorello nella pubblicità per la compagnia telefonica Wind – Infostrada, al più moderno Ugo il camaleonte che acchiappa i pop-corn con la sua lunghissima lingua appiccicosa e presenta a modo suo la tv del futuro. I pet sono entrati nelle nostre vite, sia che noi abbiamo degli animali o meno in casa, e siamo felici di vederli sulle nostre tv. Questo perché i nostri cuori hanno bisogno di un pizzico di tenerezza in più. E se a dirlo è pure il marketing allora deve essere proprio così.
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