Forse hai sentito parlare di permission marketing da esperti del settore ma non sai esattamente di cosa si tratta e come mettere in pratica questa strategia.
Siamo qui per spiegarti tutti i dettagli del permission marketing, i vantaggi e gli svantaggi di queste strategie e le norme da seguire. Così potremo aiutarti a implementare le tue tecniche per acquisire e fidelizzare i clienti.
In pochi punti:
- 1 Cos’è il permission marketing?
- 2 Da dove è nata questa tecnica
- 3 Come funziona il permission marketing?
- 4 Perché fare permission marketing?
- 5 Strategie da applicare
- 6 Cosa dice la legge?
- 7 L’informativa da inserire nelle email
- 8 Altri consigli utili
- 9 Errori da non sottovalutare quando fai permission marketing
- 10 Vantaggi del permission marketing
- 11 Quali sono gli svantaggi?
- 12 Esempi di permission marketing ben riuscito
- 13 Conclusioni
Cos’è il permission marketing?
Il permission marketing è una tecnica che si basa sul consenso del consumatore. Spetta a lui, infatti, dichiarare il proprio interesse a ricevere informazioni, promozioni, offerte e novità che riguardano il tuo brand, i servizi e prodotti che proponi.
Per questo viene considerato l’opposto della pubblicità tradizionale, nella quale l’utente è un mero ricevente del messaggio.
Mentre guardi un film o un programma tv arriva uno spot pubblicitario e lo interrompe. Se stai leggendo un articolo sul web, un pop up ti impedisce di proseguire. Quando un post sponsorizzato appare sul tuo feed di un social network, interrompe il tuo scroll. Tutti questi sono esempi di marketing tradizionale o “d’interruzione”.
Da dove è nata questa tecnica
Il significato di permission marketing è stato enunciato per la prima volta da Seth Godin nel suo libro “Permission marketing: turning strangers into friends and friends into customers“.
L’idea che sta alla base di questa strategia si contrappone al cosiddetto marketing d’interruzione e ne denuncia l’inefficacia. Pensaci: quante volte sei stato attento agli spot pubblicitari in tv, per radio o sulla carta stampata?
Probabilmente pochissime, perché non sei stato tu a richiedere quell’informazione ma ti è stata imposta. Oltretutto interrompendo un’esperienza di intrattenimento e quindi infastidendoti. I tuoi clienti probabilmente provano la stessa frustrazione, non credi?
Come funziona il permission marketing?
In contrapposizione alle tecniche tradizionali, il permission marketing richiede il consenso del tuo cliente, nuovo o abituale che sia.
Si tratta di situazioni in cui è il cliente stesso a richiedere maggiori informazioni sui tuoi prodotti e servizi, e può farlo in due modi.
- Esplicitamente. Il consumatore ti fornisce spontaneamente i propri dati per poter ricevere informazioni e promozioni (tipicamente attraverso una newsletter). Oppure si iscrive ai tuoi canali social per essere aggiornato sulle tue attività e i nuovi prodotti.
- Implicitamente. Il consumatore, che ha già un rapporto consolidato con il tuo brand, riceve con una certa frequenza il tuo materiale informativo.
In ogni caso, è sempre fondamentale che il cliente possa scegliere se e come instaurare un rapporto con la tua azienda. Questo lo renderà più incline a rispondere positivamente alle tue strategie di marketing.
Perché fare permission marketing?
Perché rende il consumatore prima di tutto un amico, un membro della community.
Al contrario del marketing tradizionale, il permission marketing si basa su una scelta consapevole del cliente, nuovo o abituale.
Dandoti il permesso di comunicare con lui, il consumatore crea un rapporto confidenziale e rivela la propria intenzione di conoscerti meglio.
Offrigli spunti di riflessione, nuovi modi di utilizzare i tuoi prodotti, notizie di valore che rispecchino la tua brand reputation. Permettigli di interagire costantemente con l’azienda e con gli altri utenti e si sentirà parte della tua tribù digitale.
Strategie da applicare
Come si realizza il permission marketing nel concreto? Le opzioni sono diverse e il loro costo è solitamente abbastanza contenuto rispetto agli ottimi risultati che ne puoi trarre.
- Newsletter. Questa è la forma primaria di marketing di questo tipo. L’utente inserisce la propria mail, accetta di ricevere comunicazioni da te e in cambio ottiene offerte, esclusive sui nuovi prodotti e promozioni dedicate.
- Social media. Anche qui è il consumatore (attuale o futuro) a dare esplicitamente il proprio consenso iscrivendosi ai tuoi canali social. Sa che dalla tua pagina Facebook o dal tuo canale YouTube riceverà contenuti interessanti e in linea con i core values che condivide con te.
- E-couponing. Si tratta di una tecnica mista, che si può inserire nella strategia di e-mail marketing. Consiste nell’assicurare promozioni e codici sconto targetizzati a chi si iscrive sui tuoi canali. Una sorta di riconoscimento del suo valore come parte della tua comunità.
Cosa dice la legge?
Assicurati sempre di seguire le norme vigenti sulla pubblicità e la privacy del paese in cui operi. La GDPR (General Data Protection Regulation) vigente in tutta l’Unione Europea è molto chiara in merito all’invio di newsletter e altre comunicazioni aziendali.
Il consenso del consumatore deve essere esplicito attraverso la spunta di una comunicazione chiara, intelligibile e trasparente. Il cliente deve avere la possibilità di recedere in ogni momento dall’iscrizione con un semplice clic su un link. Questo va inserito in una posizione facilmente visibile in ogni e-mail.
L’informativa da inserire nelle email
L’azienda deve dichiarare esplicitamente il modo e le finalità con cui utilizzerà i dati del cliente. Quest’ultimo ha comunque il diritto all’oblio, ovvero il diritto a chiederne la cancellazione dal tuo database.
Ecco cosa dovresti inserire in ogni comunicazione con il tuo cliente per rispettare la legge in materia di permission marketing:
“Informativa artt. 13 e 14 del Regolamento UE 2016/679 – [Nome Azienda – Indirizzo, n°, Cap, Città (Provincia) – numero di telefono preceduto da +39 ] – titolare del trattamento – sta trattando i vostri dati (Ragione Sociale, indirizzo, telefono, fax se presente, indirizzo e-mail) provenienti da elenchi pubblici online, siti web o social network. Il trattamento e la conservazione dei dati sono attuati adottando misure tecniche, procedurali ed organizzative finalizzate al rispetto della loro riservatezza. I riceventi hanno la possibilità di esercitare i diritti espressi negli artt. 13 e 14 del Regolamento UE 2016/679 fra i quali si ricorda, ad esempio, il diritto a richiedere la conferma dell’esistenza o meno dei dati che li riguardano, nonché l’aggiornamento, la rettifica, la cancellazione oppure, qualora abbiano interesse, l’integrazione degli stessi. Qui il link alla privacy policy [inserisci il link alla pagina del tuo sito, obbligatoria per legge, che contiene la tua privacy policy].
Altri consigli utili
Prima di analizzare vantaggi e svantaggi di questa tecnica di marketing, ti consigliamo di implementare queste accortezze nella tua comunicazione aziendale.
Ricorda che il consenso del tuo utente va dato esplicitamente e può essere ritirato in qualsiasi momento. Fa’ in modo che non sia tentato di farlo, offrendo sempre contenuti interessanti e di valore.
Usa un ritmo cadenzato che non appaia troppo martellante o fastidioso per chi riceve le tue comunicazioni.
Affidati solo a responsabili dei dati che siano professionali e sicuri e sii sempre attento a come e con chi vengono condivisi i database raccolti dalla tua azienda.
Errori da non sottovalutare quando fai permission marketing
Oltre a richiedere il consenso esplicito del tuo cliente e a proteggerne i dati, presta attenzione anche agli errori che potresti commettere. Questi ti impedirebbero di sfruttare al massimo tutte le potenzialità del permission marketing.
Cerca di targetizzare il più possibile. Quando l’utente si iscrive alla tua newsletter, chiedi qualche dato in più oltre al suo indirizzo e-mail. Questo ti permetterà di chiamarlo per nome, di inviare un biglietto di auguri e una promozione per il suo compleanno e quindi farlo sentire personalmente più coccolato.
Sui social network sfrutta tutte le possibilità di engagement. Sondaggi, call to action, inviti a commentare i tuoi contenuti ti daranno un quadro più chiaro di chi siano i tuoi clienti e cosa sia di maggiore interesse per loro.
Vantaggi del permission marketing
Secondo la definizione di permission marketing, il vantaggio principale è la creazione di un rapporto di fiducia con il cliente.
Non a caso, il libro che ha introdotto questo tipo di strategia nel mondo del marketing parla prima di amici e solo in seguito di consumatori. Il permission marketing ti consente di creare un rapporto di fiducia duraturo.
Come sai già se utilizzi l’e-mail marketing e lo strumento delle newsletter, il cliente deve sempre avere la possibilità di dis-iscriversi dal tuo servizio. Questo crea in lui la sensazione di avere il pieno controllo del rapporto con il tuo brand.
Quali sono gli svantaggi?
Queste tecniche sono decisamente vantaggiose da un punto di vista di costo e risultato.
Se conosci il tuo target e trovi il giusto equilibrio tra frequenza e valore dei contenuti, avrai elevate possibilità di fidelizzare i clienti con costi molto ridotti. Anche le conversioni aumenteranno considerevolmente.
Ci sono però degli svantaggi, e consistono proprio nella difficoltà di dosare il numero e la frequenza di informazioni.
Se invii e-mail a una cadenza troppo martellante, rischi di creare fastidio al tuo consumatore. La sua reazione sarà così simile a quella che produce il marketing di interruzione. Il che significa frustrazione, disinteresse e, infine, abbandono.
Se invece punti su un ritmo troppo lento, il cliente potrebbe finire col dimenticarsi di te. Come fare quindi a trovare il giusto equilibrio?
Esempi di permission marketing ben riuscito
Le aziende che applicano correttamente i concetti del permission marketing sono in grado di fornire una giusta quantità di contenuti di alto valore.
Stabilisci una cadenza media (per esempio, settimanale per la newsletter e quotidiana per l’aggiornamento dei canali social). Assicurati che tutti i contenuti che arrivano al cliente siano di valore e in linea con il tuo lavoro di personal branding.
Cosa significa? Per esempio, il brand di abbigliamento americano Forever 21 inserisce sempre delle piccole notizie di pop culture e le collega ai propri prodotti per invitare all’acquisto.
GoPro, l’azienda leader nella produzione di action camera, ha puntato tutto sui contenuti. Chi si iscrive al canale YouTube e ai social network del brand vedrà video realizzati con le GoPro.
Un modo semplice e accattivante per dimostrare la qualità dei prodotti senza ricorrere alla pubblicità tradizionale.
Conclusioni
Adesso conosci la definizione di permission marketing e i suoi innumerevoli vantaggi rispetto alla pubblicità tradizionale. Sei anche informato sulle regole e le leggi da seguire per non allontanare il tuo cliente.
Comincia subito a mettere in pratica queste strategie usando i social. Se non l’hai ancora fato, implementa l’iscrizione a una newsletter sul tuo sito web. Con MailSenpai è semplicissimo: offriamo una piattaforma di e-mail marketing semplice e intuitiva.
E per qualsiasi altra informazione, noi del team siamo a tua disposizione: seguici per conoscere tutte le novità del marketing online e offline.