Le statistiche ci dicono che i primi 90 giorni di lavoro di un neo assunto risultano fondamentali per stabilire un rapporto stabile e costruttivo con l’azienda.
È un dato che fa riflettere.
Specie negli anni del lavoro flessibile che, a conti fatti, non sempre conviene. Qualsiasi azienda deve poter contare su collaboratori qualificati e responsabili, ma – soprattutto – interessati a crescere insieme.
Ecco perché gioca un ruolo importantissimo l’onboarding aziendale, quello che può essere considerato l’arte di inserire i nuovi arrivati.
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Si stima che i costi organizzativi del turnover dei dipendenti oscillino tra il 100% e il 300% della retribuzione del dipendente sostituito.
Harvard Business Review
In pochi punti:
Che cos’è l’onboarding aziendale e a cosa serve
L’onboarding aziendale rappresenta l’ultima tappa del processo di recruitment.
Riguarda tutte le attività proposte e svolte dall’azienda per inserire il neo assunto all’interno del proprio organico.
L’onboarding dei nuovi dipendenti in azienda è la strutturazione di cosa il dipendente sentirà, vedrà ed ascolterà una volta che sarà assunto.
Michel Falcon fondatore di Experience Academy
Come si fa onboarding aziendale
È giusto chiarire subito che l’onboarding aziendale inizia quando il candidato fa il suo ingresso ufficiale in azienda. Ovvero con la firma del contratto.
Svolte le dovute burocrazie si può dare avvio al processo di onboarding che prevede alcuni passaggi chiave.
Vediamo insieme quali sono.
- PIANIFICAZIONE
Si tratta di programmare tempi, materiali e contenuti del nostro processo di onboarding aziendale. Per quanto riguarda la durata, ricordiamo che è piuttosto variabile. Si va dagli uno o due giorni delle realtà più piccole ai dodici mesi proposti dalle grandi imprese. La gestione del lavoro è in genere affidata alle Risorse Umane. - ACCOGLIENZA
La risorsa viene fisicamente introdotta in azienda. Il passaggio comprende le consuete presentazioni coi colleghi e altri membri dello staff. Ma anche un giro perlustrativo dei vari spazi lavorativi. - FORMAZIONE e AFFIANCAMENTO
Nella maggioranza dei casi si sceglie un tutor che ha il compito di seguire il neoassunto durante i primi giorni di lavoro. Spiegherà le regole aziendali, mission, obiettivi da raggiungere e il KNOW HOW per farlo.
Attenzione. Il training finale comprende una fase di revisione/discussione del lavoro svolto e raccolte periodiche di feedback. Anche da parte dell’azienda per migliorare le future strategie di inserimento del personale.
Il 69% dei dipendenti tende a rimanere nella stessa azienda per almeno 3 anni dopo un’esperienza di onboarding positiva.
https://www-octanner-com
Cosa include il processo di onboarding aziendale
Abbiamo spiegato quali sono le fasi che contraddistinguono qualsiasi onboarding aziendale.
Ma al di là delle esigenze specifiche (modulate in base alle dimensioni e al tipo di azienda), precisiamo che tutte le procedure di onboarding prevedono la presenza degli elementi indicati.
- Manuale/cartella di lavoro
È una specie di vademecum che comprende indicazioni base sugli aspetti organizzativi dell’impiego (orari, permessi, ferie, eccetera), sulla policy aziendale e sugli eventuali strumenti a disposizione compresi badge, PC o tablet. - Buddy
In italiano mentore. Si tratta, quasi sempre, di un dipendente senior incaricato di affiancare la nuova risorsa e supervisionarlo nelle svolgimento delle attività. - Tour guidato
Viene mostrata la struttura nel suo complesso, postazioni di lavoro e aree comuni.
I consigli degli esperti sull’onboarding aziendale
Se hai un’attività e stai pensando di incrementare la tua forza lavoro cerca di farlo al meglio.
Per aiutarti siamo pronti a dare qualche contributo in più.
Basta leggere sotto i nostri suggerimenti.
- Invia una mail di benvenuto per ufficializzare l’assunzione e fornire qualche informazioni utile (contatti, indirizzo della sede lavorativa, ecc.);
- cerca di alleggerire il primo giorno di onboarding con pause caffè e brevi momenti di relax informali dove fare quattro chiacchiere;
- facilita la gestione delle risorse umane utilizzando software appositi come appMyNet e Calamari.
P.S.
È innegabile. Internet offre soluzioni per ogni esigenza. Ad esempio: iSpring Suite, TalentLMS e Docebo. Sono piattaforme professionali, ma economiche e facili da usare, che consentono agli utenti di creare corsi e lezioni video con cui dedicarsi alla formazione del personale.
Quali sono i vantaggi
L’onboarding aziendale serve a facilitare l’ingresso dei nuovi assunti in azienda. L’abbiamo capito. Ma non solo.
Bisogna – infatti – considerare che questo sistema porta con sé altri interessanti vantaggi.
Li elenchiamo.
- Riduzione dei costi di assunzione
Le aziende che presentano tassi di turnover elevati devono sostenere spese aggiuntive collegate alla continua ricerca e formazione del personale. Se l’onboarding è efficace riuscirà in uno dei suoi scopi essenziali. Cioè quello di convincere il neo assunto a rimanere diventando una risorsa stabile dell’organigramma. Con notevole risparmio di tempo e denaro. - Migliori prestazioni
La politica di sostenere i nuovi dipendenti durante i loro primi passi in azienda funziona anche in altri sensi. Li fa sentire apprezzati, importanti. Il che significa maggiore senso di responsabilità, impegno profuso e fidelizzazione. In parole povere… più risultati. - Aumento della produttività aziendale
La diretta conseguenza dei due punti appena citati è che aumentano i profitti generali dell’impresa. D’altronde è sempre una questione di ROIIl ROI (Return Of Investment) è il ritorno sull'investimento ossia il guadagno complessivo generato dall'investimento di un capitale. Viene utilizzato maggiormente da chi è a capo di un'azienda o di.... E in questo caso conviene.
Esempi di onboarding aziendale
Te ne diamo due. Il primo è un esempio di onboarding digitale.
In cosa consiste? Semplice. Nell’uso di reti interne come intranet, che permettono al neo assunto di esplorare l’azienda in qualsiasi momento per trovare informazioni fondamentali: organigramma, network disponibili, storia e cultura del marchio, delucidazioni sulle norme aziendali e via dicendo.
Se – invece – si è favorevoli ad un onboarding aziendale più classico suggeriamo di rispettare almeno i seguenti passaggi:
- welcome mail con le prime info utili;
- presentazione fisica di azienda, squadra di lavoro e colleghi;
- consegna degli obiettivi/task da raggiungere;
- assegnazione di un tutor e formazione;
- verifica delle attività svolte.
Vuoi saperne di più? Dai un’occhiata in Rete. Trovi tanto materiale sull’argomento e video utili come quello proposto da Giuseppe Marchi.
Conclusioni
Insomma, l’inserimento di una nuova risorsa è sempre un momento delicato. Non si discute. Sia per l’azienda che per chi viene assunto. L’onboarding aziendale ha come obiettivo proprio quello di agevolare entrambe le posizioni.
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