Rimmel, Kleenex, Barbie, Sottiletta, Scotch e Tampax (ma potremmo inserirne molti altri). Cosa hanno in comune questi nomi?
Diamo un piccolo aiuto: non è una lista della spesa.
Si tratta di marchionimi. Cioè di brand name molto conosciuti, ma – allo stesso tempo – anche semplici sostantivi. Oggetti usati nella vita quotidiana.
Qual è la loro storia? Come sono riusciti ad arrivare a tanto?
Per le risposte leggi la nostra guida. Scoprirai tutto quello che c’è da sapere sul marchionimo e non solo.
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Cenerentola… i nomi hanno un potere, come gli incantesimi.
Helena Bonham Carter, Fata Madrina
In pochi punti:
Cos’è il marchionimo
Per la definizione interpelliamo direttamente il vocabolario italiano. Si dice nome commerciale o marchionimo:
il nome con cui è noto in commercio un determinato prodotto o il nome dell’azienda che lo produce.
https://www.treccani.it
Possiamo essere ancora più chiari. Il punto è che si parla di marchionimo quando il nome del prodotto specifico entra nel linguaggio comune per identificare un’intera categoria di articoli similari.
Per capirci… lo Scottex non è solo un determinato tipo di carta assorbente, un prodotto di proprietà della multinazionale statunitense Kimberly-Clark. Ormai la parola scottex (con la “s” minuscola) viene utilizzata per indicare qualsiasi tipo di carta da cucina.
Nel marketing questo processo viene chiamato VOLGARIZZAZIONE DEL MARCHIO.
Altri esempi di marchionimo
Ne sono già stati citati diversi. Ma vogliamo aggiungere qualche altro marchionimo famoso all’elenco. Giusto per far intendere quanto siano diffusi. Insomma, non sono certo una rarità. Anzi.
Vediamo insieme.
- BIRO = Le popolarissime penne firmate Bic devono il nome al loro inventore, il giornalista ungherese Làzlo Biró. Oggi la parola “biro” vuol dire praticamente “penna a sfera”.
- MOKA = Nel lontano 1933 Alfonso Bialetti crea e brevetta la prima moka (con riferimento a Moca la città nello Yemen conosciuta per la qualità del caffè) non sapendo che presto si sarebbero chiamate così tutte le caffettiere del mondo. O quasi.
- POST-IT = I primi prototipi risalgono alla fine degli anni ’70. Arrivano sul mercato statunitense con il nome ufficiale di post-it nel 1981 ed è ormai nel dizionario come nome generico.
- NUTELLA = Il celebre prodotto del marchio Ferrero è diventato sinonimo diffuso di “crema spalmabile al cioccolato”. Alzi la mano chi osa affermare il contrario.
- SOTTILETTE = Per un italiano è normale chiamare sottiletta il noto formaggio a fette della Kraft e ogni prodotto analogo. Le marche non contano.
Attenzione. Non abbiamo mica finito qui. Polaroid, Tom Tom, Borotalco, Jeep, K-way, Jacuzzi e addirittura Bancomat. Anche questi sono marchionimi.
Non te l’aspettavi eh?
Comunque, ora che con la teoria siamo a posto, non resta che passare alla pratica.
Come si crea un marchionimo
Beh, diciamo pure che è questione di feeling (come insegnano Riccardo Cocciante e Mina nella nota canzone). Ma soprattutto di NAMING che, fondamentalmente, è l’arte di scegliere un nome. In questo caso per un brand o un prodotto/servizio.
Domanda. Come si crea un marchio vincente? Cioè un marchio così azzeccato da diventare un marchionimo?
Ti diamo subito alcune dritte da seguire!
- Studia il tuo pubblico
In pratica – ed è così che si fa in qualsiasi strategia di marketing – si parte sempre con l’analisi del pubblico di destinazione. Bisogna capire cosa vuole, come soddisfare le sue esigenze e come intercettarlo. - Punta sull’originalità
La concorrenza è davvero spietata ed è sempre più problematico colpire l’attenzione dei consumatori. Se si vogliono aumentare le chance di successo occorre distinguersi. Emergere dalla massa… in maniera positiva. Ovvio. In questa fase possono aiutare ricerche di mercato, sondaggi, brainstorming e (perché no) anche contest da rivolgere agli utenti. - Evita cose difficili
Nella comunicazione, come in tanti altri ambiti, è indispensabile rendersi comprensibili. Dunque teniamoci lontani da termini astrusi, giochi di parole troppo complicati o forestierismi che nessuno conosce. Certo. Avere fantasia non guasta ma usiamola con moderazione. - Prova ad essere descrittivo
Il suggerimento vale soprattutto quando si tenta di emergere dall’anonimato più assoluto. Ossia nel caso di start-up o del lancio di un nuovo prodotto. Perché è davvero importante arrivare subito al cuore (e alla testa) dei consumatori. Far capire loro qual è il settore di riferimento.
Chiudiamo il paragrafo con un’ultima raccomandazione.
Appena trovato il tuo marchionimo verifica che non sia già di qualcun altro e poi registra il nome presso l‘Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
P.S.
Non confonderti. Il simbolo di marchio registrato è ®. Mentre © sta per “copyright” e TM per “trademark” ovvero marchio depositato (ma non ancora registrato).
Vuoi conoscere quali sono i segreti di un brand naming efficace? Te li spieghiamo noi!
Come trovare idee
Sapevi che esistono strumenti – anche gratuiti – che possono aiutarci a cercare l’ispirazione per il nostro futuro marchionimo?
In pratica sono dei generatori di nomi. Basta inserire una o più parole chiave per ottenere tante idee pronte all’uso. A volte escono fuori suggerimenti piuttosto interessanti.
Non vedi l’ora di scoprire come funzionano? Puoi metterti subito alla prova con tool appositi come NameSnack, Looka, e Wordlab.
Un ultimo consiglio: se pensi di non avere le giuste competenze evita il fai-da-te e rivolgiti ad un’agenzia di comunicazione e marketing. È l’unica soluzione possibile, che ci permette di raggiungere risultati concreti. Senza sprecare risorse ed energie.
Pro e contro
Ci avviciniamo al termine di questa guida con un altro legittimo quesito. Trasformare un nome in marchionimo conviene?
Mettiamola così… Se il naming risulta tanto efficace da entrare nel linguaggio comune senza perdere la propria identità – anzi affermandola – la risposta è decisamente positiva.
Cresce sia l’autorevolezza del marchio che la cosiddetta brand awareness. Mica male.
Solo il nome giusto dà a tutte le creature e a tutte le cose la loro realtà. Il nome sbagliato rende tutto irreale.
Michael Ende
Conclusioni
Forse è proprio il caso di dire che il successo è scritto nel proprio nome. Specie quando si tratta di business.
Se hai già avuto esperienza nel campo e vuoi raccontarci com’è andata lascia pure un commento. La filosofia di MailSenpai è davvero semplice: l’unione fa la forza. Perché condividere vuol dire anche crescere insieme.
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