Le parole che usiamo ci definiscono e continuano a cambiare. Per questo il linguaggio inclusivo è un tema molto sentito. Non solo nel copywriting ma anche in altri settori. Ad esempio nel giornalismo o nel marketing in generale.
Oggi nel dibattito si possono distinguere due correnti differenti. La prima riguarda chi è volto al futuro e interpreta la lingua come neutra e adatta a tutti. Perciò supporta il linguaggio inclusivo. Il secondo include chi non è certo che questa sia la direzione giusta. E nella giustificazione usa frasi come “Non si può dire più nulla“.
Nonostante questi ultimi, la rappresentazione della società nella sua complessità oggi è fondamentale. Soprattutto nell’uso delle parole scelte. Ai fini di marketing questo garantisce grandi risultati. In particolare rivolgendoti ai Millenials e alle nuove generazioni, che puntano sempre di più su un mondo inclusivo al 100%. E in grado di rappresentare tutti.
In questo articolo Mailsenpai trovi tutte le info. Alla fine potrai avere chiaro come usare questo linguaggio per il tuo copywriting.
In pochi punti:
Cos’è il linguaggio di tipo inclusivo?
Innanzitutto il linguaggio inclusivo è uno strumento unico. Infatti le parole sono dei mezzi, indispensabili per poter trasmettere qualcosa. E comunicare.
La scrittura inclusiva prevede l’uso di vocaboli specifici. Questi ultimi sono in grado di includere il maggior numero di persone che vivono la società.
In realtà il termine usato spesso è “linguaggio inclusivo di genere“. Però questa definizione è limitante e a volte scorretta. I generi non sono le uniche caratteristiche da includere. Bensì ci sono anche:
- Singole identità;
- Disabilità;
- Provenienze culturali;
- Aspetti esteriori, come altezza e peso;
- Orientamenti sessuali.
Oltre a questi aspetti, ci sono tante caratteristiche del singolo individuo da considerare quando si scrive. Ad esempio il livello culturale. O ancora il colore della pelle. In generale possono essere definiti tutti gli aspetti considerati “diversi“.
A cosa serve?
Senza dubbio il linguaggio inclusivo riesce in primo luogo a rispettare il target. Perciò a considerare con rispetto persone differenti tra loro. Per farlo riconosce qualsiasi identità di genere o ancora qualsiasi orientamento sessuale. Non nega le caratteristiche delle persone, bensì le considera e le rispetta.
Attualmente alcuni modi di dire e regole grammaticali sono frutto di un eredità passata del linguaggio. Però (come ogni cosa) anche la lingua muta e cambia. Così come la società. Per questa ragione il linguaggio inclusivo è anche un mezzo per mostrare di essere al passo con i tempi. E di non essere fermi su categorie e filtri ormai datati.
Come funziona il linguaggio inclusivo?
Il linguaggio inclusivo è piuttosto complesso. Come anticipato, la lingua è in costante cambiamento. Tuttavia non sempre ha gli strumenti per stare al passo con il cambiamento. E per rispondere alle nuove necessità.
Sintetizzando è possibile affermare che le parole hanno dei limiti. Quindi possono portare ad alcuni ostacoli.
L’esempio più emblematico è il maschile sovraesteso. Ovvero nella lingua italiana non è presente un genere neutro. A differenza dell’inglese, in Italia quando si generalizza si utilizza il maschile. Nella pratica, se in una stanza ci sono 5 donne e 1 uomo il plurale sarà al maschile.
In questo modo non si ha un linguaggio inclusivo. Al contrario è proprio esclusivo, in quanto esclude il genere femminile. Quindi la maggior parte delle persone nella stanza non si sentono rappresentate.
Come applicarlo nel copywriting?
Un copywriter professionista dovrebbe mettersi nei panni di chi legge. Anzi, le caratteristiche del target sono il primo elemento che considera. Perché solo così può capire come scrivere. O ancora di cosa scrivere. Da domande come “chi è il lettore?” e “cosa potrebbe interessargli?” trova il tono di voce da usare.
Da questo punto di vista non è solo una scelta tra giusto o sbagliato. Così come tra per la rappresentanza o meno. Al contrario, il linguaggio inclusivo incide sull’efficacia del messaggio. Quindi sulla capacità della scrittura di raggiungere l’obiettivo. I motivi sono diversi:
- Arricchisce il sistema valoriale del tuo brand;
- Chi legge è a suo agio;
- Il lettore è coinvolto e sente di poter interagire;
- Gli effetti positivi si rifanno sull’intera community;
- La reputazione del brand migliora;
- Le campagne di marketing registrano miglioramenti.
Strategie, tecniche e consigli di copywriting inclusivo
La scrittura inclusiva cosa significa nel concreto? Sicuramente adottare alcune attenzioni. Ad esempio optare per un linguaggio che non non faccia discriminazioni.
Sebbene ci siano diverse scuole di pensiero, alcune tecniche possono essere usate già ora. Però ricorda: il linguaggio evolve e cambia. Per questo è importante rimanere aggiornati sull’argomento.
Ecco alcuni dei nostri consigli. Leggili e valuta se fanno al caso tuo!
Usa Schwa e asterisco
Una limitazione della lingua italiana è la mancanza del genere neutro. Come anticipato, questo fa sì che il linguaggio sia esclusivo. Non solo nei confronti del genere femminile bensì anche dei lettori non-binary. Cioè coloro che non si identificano in nessuno dei due generi (maschile o femminile).
Per risolvere questa problematica sono state molte le alternative proposte agli ultimi anni. Tra queste l’asterisco e la Schwa (cioè ə per il singolare e з per il plurale).
Purtroppo queste due idee presentano due problematiche:
- L’asterisco non è pronunciabile. Quindi la soluzione sarebbe troncare le parole;
- La Schwa non è visualizzabile da alcuni browser. E in fase di lettura crea problemi a chi soffre di dislessia.
Opta per formule gender-neutral
Nella lingua italiana è possibile usare formule senza esprimere il genere. Certamente questo richiede maggiore sforzo e una ricerca più attenta da parte del copywriter. Però in questo modo non si usano caratteri speciali. Bensì solo un modo diverso di esprimersi. Ecco alcuni esempi.
- Invece di “Sei pronto a leggere?” usa “Comincia ora a leggere!“;
- Scrivi “Grazie per l’iscrizione!” e non “Grazie per esserti iscritto“;
- Sostituisci parole come moglie, marito, compagno o compagna con “partner“;
- Usa “staff” o “equipe” invece di “dipendenti“.
Evita sbarre e parentesi
Scrivendo il/la o i/le non sei inclusivo. Anzi rendi anche la lettura più complessa e difficoltosa. Inoltre esclusi tutti coloro che non considerano maschile o femminile come rappresentativi. Sono questi dettagli che rendono più inclusivo il copywriting.
Pro e contro del linguaggio inclusivo
La definizione di linguaggio inclusivo è chiara. Adesso analizzare vantaggi e svantaggi può essere una buona idea. Così puoi valutare se puntare su questa scrittura. Sicuramente l’aspetto più negativo è l’impegno richiesto. Difatti un copy deve riconsiderare il proprio modo di scrivere. E riformulare le parole.
Invece i vantaggi sono molti:
- Migliori la tua reputazione aziendale;
- Usi un linguaggio non penalizzante, nel quale il target può sempre riconoscersi;
- Dimostri fiducia e/o empatia;
- Partecipi a un cambiamento più ampio con il linguaggio inclusivo.
In aggiunta a questi pro, la scrittura inclusiva migliora le performance di una campagna di marketing. Difatti sono molti gli studi che mostrano come i consumatori prediligano brand inclusivi. Nello specifico tra le nuove generazioni e i Millenials. Secondo Diversity e Focus Management i ricavi possono superare il 20%.
Conclusioni
Adesso sai tutto sul linguaggio inclusivo. Conosci pro e contro e puoi scegliere se iniziare a usare la scrittura inclusiva o no. Invece se desideri approfondire altri temi di marketing, leggi il nostro blog. Così puoi restare sempre in aggiornamento sulle novità del settore. Ad esempio sull’email marketing.