Gli scienziati lo dicono da tempo. Avere senso dell’umorismo ci aiuta a vivere meglio.
Fa bene alla salute, aiuta la conservazione della memoria a lungo termine e… attira l’attenzione di chi ascolta e degli eventuali spettatori.
Partiamo proprio da quest’ultimo aspetto per introdurre un argomento importante come lo humour marketing.
Si tratta di una forma di marketing non convenzionale. Ma ampiamente collaudata e diffusissima in ambito B2B.
Cosa la caratterizza? Il fatto di puntare tutto sulla capacità di far ridere (o sorridere) la gente.
Introduzione fatta. Perfetto.
Non resta che scoprire insieme in cosa consiste lo humour marketing e come impiegarlo nella tua attività.
In pochi punti:
Che cos’è lo humour marketing e a cosa serve
Giochiamo a carte scoperte.
Humour marketing non significa buttarla sulla risata facile. Tutt’altro. Stiamo comunque parlando di marketing. Insomma, roba seria.
La differenza con le campagne più tradizionali è tutta nell’arma prescelta.
Qual è? L’umorismo naturalmente.
L’umorismo permette di dire il non dicibile, di esprimere l’inaccettabile psichico o sociale consentendo la rottura dei tabù.
Sigmund Freud
Per capirne appieno le potenzialità dobbiamo guardarlo come a una specie di cavallo di Troia. Un insolito strumento di guerra che ci permette di vincere le resistenze dei consumatori. Intrattenerli per conquistarli in via definitiva (speriamo).
Si chiama umorismo la capacità di cogliere e rappresentare gli aspetti più curiosi della realtà, che possono suscitare il riso o il sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia, e non per puro divertimento o piacere intellettuale o indignazione morale.
Treccani.it
Ora… lo humour può essere interpretato in diverse maniere.
Alcuni scommettono sulla comicità e sulle battute di spirito. Altri sull’ironia. E c’è anche chi non disdegna black humour e sarcasmo.
Diciamo che ognuno prende la strada che vuole.
A patto di rispondere con coerenza all’immagine della propria azienda e alle richieste del mercato. Ma vediamo di approfondire.
Come realizzare una strategia di humour marketing vincente
Per fare humour marketing non basta essere divertenti. Avere una certa propensione all’umorismo. D’altronde, si tratta comunque di affari.
Bisogna metterci impegno, costanza e abilità specifiche.
In caso contrario, meglio appellarsi ai professionisti del settore.
Non smettiamo mai di ripeterlo. È l’unico modo che abbiamo per avere la certezza di un buon lavoro.
Sei un tipo ottimista e pensi di poterci riuscire? O hai già esperienza nel campo?
Benissimo. Ma prima di lanciare la tua campagna tieni a mente i nostri consigli.
Si riveleranno più che utili!
- Conosci il tuo pubblico
Il primo passo obbligatorio è quello di individuare il target di riferimento. Qualunque strategia di marketing che si rispetti parte dalla conoscenza dei potenziali clienti. Vanno studiati con attenzione per capire cosa vogliono e come soddisfare appieno le loro richieste. - Lavora su una situazione comica
Slogan, calembour e giochi di parole vari durano poco. Possono strappare un sorriso, ma non promettono sviluppi a lungo termine. Conviene puntare su una narrazione più compiuta. Su una storia. Magari ispirata a fatti e avvenimenti attuali. - Evita temi controversi
Nella maggior parte dei casi si rivelano controproducenti.
Un consiglio pratico? Non sottolineare differenze e stereotipi (etnici, di genere, religiosi, eccetera).
E ricorda: non esiste un senso dello humour universale. BE CAREFUL. - Sfrutta i social media
Sappiamo tutti quanto siano fondamentali per far sì che una campagna diventi virale.
I contenuti social risultano facilmente condivisibili e suscitano vere e proprie discussioni a larga presa. Perché rinunciarci?
Ultima indicazione.
Non dimenticare che lo humour marketing funziona in ogni fase del funnel.
Non solo agli inizi, quando si cerca di stabilire un primo contatto con gli utenti. Ma anche negli step successivi. Fino al post vendita.
Qualche spunto in più
Non è una novità. L’abbiamo spiegato mille volte.
Nella comunicazione digitale le immagini funzionano più delle parole.
A parlare è la scienza. Il 90% delle informazioni trasmesse al nostro cervello è di tipo visivo.
OK. Ma come traduciamo questo dato in una strategia di humour marketing?
Semplicissimo.
Ad esempio, preferendo meme e video ai testi.
Tra l’altro sono quelli preferiti dai giovani. Millennials e Generazione Z amano i contenuti visual. Specialmente se divertenti. “Funny” come si dice in inglese.
P.S.
Ti piace leggere? Dai un’occhiata al volume La pubblicità intelligente – L’uso dell’ironia nella pubblicità di Maria Angela Polesana.
Puoi trovare informazioni aggiuntive e aprire la mente (che non guasta mai).
Esempi di humour marketing
Passiamo alla pratica. Cioè agli esempi di grandi aziende e brand affermati che tutti conoscono.
Come impiegano l’umorismo nel marketing?
A tal proposito, ci permettiamo di citare alcune campagne particolarmente interessanti.
Da cui trarre insegnamento.
- È il 2018 e la famosa catena americana KFC termina le scorte di pollo fritto chiudendo quasi l’80 dei suoi ristoranti/punti vendita.
Come reagisce? Con una campagna basata su una bella dose di autoironia.
Chiede pubblicamente scusa agli avventori e cambia il logo in FCK, abbreviazione – per niente velata – della parola f*ck. - In ogni articolo anglofono sullo humour marketing compare una menzione speciale (cercare per credere) al video proposto da Dollar Shave Club. Protagonista assoluto è il suo CEO Michael Dublin. L’idea geniale? Quella di proporre uno spot irriverente e spassoso, che diventa all’istante virale.
- Negli anni ’90 Baywatch è una delle serie TV più viste.
Vigorsol ne fa una parodia vincente. Come? Prende una ragazza un po’ in sovrappeso e la mette in spiaggia. Proviamo subito simpatia per lei. Perché si guarda intorno ed è circondata da bagnine in costume rosso dal fisico statuario.
Poi il colpo di genio. Basta un chewing gum del celebre marchio e quelle che sembrano super-modelle si trasformano in super-obese.
Lo slogan è perfettamente in linea con il video e diventa memorabile: “Vigorsol può cambiare il gusto della tua vita”.
Pro e contro
Prima di avviarci alla fine del nostro viaggio ci sembra giusto proporre una specie di bilancio.
Utile per capire se mettere in piedi una campagna di humour marketing convenga o meno.
Cominciamo dai vantaggi. Quali sono?
- Genera emozioni positive e aumenta il coinvolgimento del pubblico rispetto al prodotto e al marchio pubblicizzato.
- Aiuta a distinguersi dai competitors.
- Fidelizza i clienti e accresce la loro fiducia nei confronti dell’azienda.
- Costa relativamente poco perché a contare sono soprattutto creatività e orientamento al risultato.
La cosa più grandiosa per le aziende più piccole è che con l’umorismo puoi competere con i Golia.
Tim Washer
STIAMO ATTENTI. Non è tutto oro quello che luccica.
L’umorismo nel marketing può causare problemi. Anche rilevanti.
Quando si sbaglia una campagna si rischia – infatti – di danneggiare gravemente la propria reputazione. E tornare indietro non è per niente facile.
Conclusioni
A questo punto non dovresti avere più dubbi.
Lo humour marketing – se fatto come si deve – è un ottimo strumento.
Su cui vale davvero la pena investire risorse. Non verranno perse. Poco ma sicuro.
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