Mai sentito parlare di heatmap? Non si tratta di classifiche. Quelle sono le “hit”. Ma di uno strumento utilissimo, che consente di capire – a quanti hanno un sito web – come si comportano i propri utenti agendo di conseguenza.
Se lavori nel web marketing, desideri migliorare le prestazioni del tuo portale o vendere di più (nel caso di e-commerce)… ti consigliamo di approfondire l’argomento.
Scopri tutti i dettagli leggendo il nostro articolo!
Le mappe di calore facilitano l’analisi dei dati, combinando dati quantitativi e qualitativi, e fornendo un’istantanea di come il tuo pubblico di destinazione interagisce con un singolo sito web o pagina di prodotto
https://www.hotjar.com/heatmaps
In pochi punti:
Che cos’è una heatmap?
Le heatmaps – in italiano “mappe di calore” o “mappe termiche” – sono rappresentazioni grafiche di dati. O meglio ancora: valori numerici restituiti sotto forma di combinazioni di colori.
Se usate nella maniera giusta, costituiscono una fonte preziosissima di informazioni. Informazioni che – come accennato nell’introduzione – permettono di analizzare a fondo le interazioni del proprio sito web e quali sono gli elementi capaci di suscitare maggiore interesse negli utenti.
In genere, le aree calde (indicate dai colori ROSSO, ARANCIO e GIALLO) segnalano i contenuti più popolari. Quelle fredde (in VERDE, AZZURRO e BLU) i contenuti con minore attività.
Tipi di heatmaps
Abbiamo spiegato che cos’è – in linea di massima – una heatmap. Però possiamo essere più precisi. Esistono quattro modelli principali di mappe di calore e si differenziano in base alle loro funzionalità. Cioè, in base al tipo di dati analizzati.
Ovvero:
- HOVER MAP = Studia i movimenti del mouse sullo schermo considerando che, almeno tendenzialmente, sono consequenziali all’interesse dell’utente. Servono anche ad individuare potenziali elementi di distrazione.
- CLICK MAP = Si occupa dei click effettuati su elementi cliccabili o meno. Possono suggerire in quale posizione inserire una call to action o un collegamento ipertestuale. Oppure servire per modifiche di microcopy.
- SCROLL MAP = Evidenziano in che modo le persone scrollano (scendono) la pagina e fino a quale punto. Sono fondamentali per individuare, ad esempio, la lunghezza di un articolo pillar.
- TAP MAP = Analizza il comportamento degli internauti da dispositivo mobile. Come e dove fanno tap.
A cosa servono i dati delle mappe di calore
È arrivato il momento di passare alle questioni pratiche. Insomma, come possiamo impiegare le informazioni raccolte dalle nostre mappe di calore?
Qualcosa è stato già accennato nel paragrafo precedente. Ma noi non abbiamo mica paura di ripeterci. Anzi… repetita juvant.
Diciamo che grazie alle heatmaps si viene messi nelle condizioni di migliorare molti aspetti fondamentali di un sito sito web. Cioè:
- struttura e layout;
- navigabilità generale;
- user experience;
- qualità dei contenuti (anche in chiave SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto...).
L’obiettivo finale? Aumentarne la cosiddetta Conversion Rate Optimization (CROL'acronimo CRO indica la Conversion Rate Optimization, ovvero l'ottimizzazione del tasso di conversione di una pagina web, di un annuncio pubblicitario, di un post sui social ecc. Si tratta quindi...). Ossia la capacità di conversione.
Come si crea una mappa di calore?
Intanto diciamo subito che, per costruire una heatmap, non serve essere geni informatici. Né avere le competenze di quello che, in gergo, si chiama data visualization specialist. Tranquilli.
Ci sono tantissimi tool appositi – sia gratuiti che a pagamento – fra cui scegliere. E perfino plugin per siti creati con WordPress.
Esaminiamo alcuni dei più conosciuti.
Crazy Egg
Crazy Egg è sicuramente fra gli strumenti di riferimento. In uso da oltre 300.000 siti web, permette di realizzare mappe di calore in pochissimo tempo. Come? Basta inserire l’URL del sito nello spazio indicato e cliccare.
Nient’altro.
Il sistema mette a disposizione più piani tariffari. Ma è comunque possibile accedere ad un periodo di prova valido 30 giorni.
P.S. Un’alternativa simile? Hotjar. In più permette di potenziare l’efficacia delle mappe di calore con l’uso di sondaggi, registrazioni e feedback.
Microsoft Clarity
Cosa dobbiamo dire su Microsoft Clarity?
Prima di tutto che è gratuito. Grazie a questo tool è possibile scoprire quali sono gli elementi più cliccati di un sito web realizzando heatmaps facili da leggere. E non solo.
Si possono addirittura consultare due mappe affiancate e condividerle con il proprio team.
Mouseflow
Mouseflow è una piattaforma di analisi comportamentale e mette a disposizione sei tipi di mappe termiche: click, scroll, attention, movement, geo e live.
In più, sottolineiamo che non necessita di configurazioni manuali ed offre 14 giorni di prova gratuita.
Aurora heatmap
Aurora heatmap è un plugin WordPress e conta più di 20.000 installazioni attive.
Non richiede nessun tipo di registrazione o configurazione da parte dell’utente. Un altro elemento a favore è che la versione gratuita può essere impiegata su qualsiasi sito web. Senza limiti numerici.
Esempi di heatmaps
Spesso le spiegazioni risultano più complicate dei fatti. In realtà – quasi certamente – ti sarà capitato di trovare qualche heatmap in Rete. Anche perché non vengono usate solo per analizzare siti web.
Ricordiamo: il loro ideatore ufficiale è Cormac Kinney che, intorno alla metà degli anni ’90, sviluppa questa soluzione per agevolare il raggruppamento e la lettura di dati finanziari.
Ma – tornando a noi – quale potrebbe essere l’applicazione pratica di una mappa di calore alla funzionalità di un sito web?
Beh, mettiamo che il nostro e-commerce abbia poche vendite. Una heatmap può aiutarci ad identificarne il motivo (insieme all’utilizzo di strumenti come Google Analytics). Magari è da ricondursi ad una call to action sbagliata o a descrizioni prodotto poco informative.
Prima di curare bisogna identificare il problema e con le mappe di calore il lavoro diventa notevolmente più semplice.
NO DOUBT.
Quali sono i vantaggi di una heatmap
Le heatmaps non servono “soltanto” ad analizzare un sito web. Ci sono vari aspetti che meritano di essere considerati.
Insomma, facciamo presente che una buona mappa di calore ci dà la possibilità di:
- semplificare la visualizzazione e l’analisi di dati complessi;
- comprendere a fondo i propri utenti per soddisfarne le aspettative;
- migliorare le performance complessive di un qualunque sito web.
Non dimentichiamo inoltre che si tratta di un’attività a ROI (Return On Investment) elevato.
I risultati sono oggettivamente visibili quasi da subito. Basta impegnarsi.
Un ultimo consiglio
Le heatmaps ci forniscono informazioni importanti che riguardano il nostro sito web.
È un concetto che abbiamo afferrato. Chiaro. Ma per utilizzarle nel migliore dei modi è buona norma procedere con l’ausilio di A/B test. Sono essenziali per rilevare in maniera statistica cosa funziona e cosa no.
Non rinunciamoci!
Conclusioni
Adesso che hai capito che cos’è e come funzionano le heatmaps non resta che mettersi all’opera. Le ragioni a favore sono state date e sono tante.
Non ci sono MA che tengano.
E poi… per qualsiasi dubbio ci siamo sempre noi di MailSenpai a disposizione.