H1, H2 e H3 ti dicono nulla? Se scrivi contenuti SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto... per un blog o un sito web, sai di cosa stiamo parlando. Se invece ti stai affacciando ora a questo mondo, probabilmente stai cercando di chiarirti le idee.
Che tu sia già esperto o alle prime armi, non puoi non saper utilizzare correttamente i sottotitoli SEO. Questi sono infatti elementi fondamentali nell’organizzazione del testo, poiché orientano l’utente nella lettura.
Curioso di scoprire tutti i segreti dei sottotitoli SEO?
In pochi punti:
H1, H2, H3: cosa sono e come si definiscono
H1, H2 e H3 sono i sottotitoli che troviamo all’interno delle pagine web.
In inglese vengono chiamati header, da qui l’utilizzo della lettera H per identificarli. I numeri stanno invece ad indicare la gerarchia dei titoli, dal più generale al più specifico. La numerazione non è però infinita. L’H6 è il sottotitolo più specifico che si può utilizzare, anche se solitamente non si va oltre l’H3 o, in caso di testi particolarmente complessi, l’H4.
I nomi utilizzati per riferirsi ai sottotitoli SEO sono diversi, per cui all’inizio si può generare un po’ di confusione nei meno esperti. In realtà destreggiarsi tra le diverse definizioni è abbastanza semplice, una volta capito come fare. Ti basterà sapere che header, heading tag e tag di intestazione sono espressioni diverse usate per riferirsi alla stessa cosa: i sottotitoli da H1 ad H6.
Le caratteristiche dei sottotitoli SEO
I sottotitoli di una pagina web non possono essere usati indistintamente; ognuno ha infatti un suo preciso ruolo nell’architettura del testo. Conoscere le differenze tra questi elementi ti aiuterà ad utilizzarli correttamente, in modo tale da rendere i tuoi contenuti ben strutturati e facilmente leggibili.
Vediamo dunque le principali caratteristiche dei tag H1, H2 e H3.
- H1: corrisponde al titolo dell’articolo, visualizzato in alto nella pagina. Da non confondere con il tag title, ovvero il titolo che appare nella SERPCon l’acronimo SERP (in inglese Search Engine Results Page) si fa riferimento alla "pagina dei risultati del motore di ricerca". Si tratta, dunque, dell’elenco ordinato di pagine internet che appaiono... dei motori di ricerca. Il tag title è infatti un titolo ottimizzato per far sì che il contenuto si posizioni in alto nella pagina dei risultati, e ha alcune caratteristiche distintive (non supera una certa lunghezza e contiene la keyword principale all’inizio). L’H1 è invece ciò che visualizza il lettore una volta aperta una pagina. Il suo obiettivo non è rientrare nelle regole dell’algoritmo di Google, per cui si può dare un’idea dell’argomento trattato in modo più libero. Attenzione però: spesso tag title e H1 coincidono. Questo articolo ne è un esempio.
- H2: gli H2 sono generalmente utilizzati per suddividere il testo in capitoli, ovvero sezioni diverse, ognuna volta ad approfondire un aspetto dell’argomento principale. Sono questi sottotitoli che conferiscono struttura al testo, e forniscono all’utente un’utile guida alla lettura.
- H3: se l’argomento di un capitolo è particolarmente articolato, per cui si vuole suddividerlo ulteriormente, gli H3 vengono in aiuto. La loro funzione è infatti quella di dare un titolo ai paragrafi del testo.
Riassumendo, dunque, i tag di intestazione vanno usati – come si può intuire dal numero che li accompagna – in modo gerarchico. Si parte dall’argomento generale con il titolo H1; questo argomento viene poi suddiviso in sezioni, identificate dagli H2; se necessario, ogni sezione può essere ulteriormente articolata grazie agli H3.
Perché sono importanti
Immagina di avere tra le mani un libro e di voler farti un’idea di com’è organizzato. Cosa fai? Per iniziare puoi scorrere velocemente le pagine, ma per avere un’idea più precisa cerchi e consulti l’indice.
Lo stesso accade per i contenuti web: seppur più brevi, devono essere ben strutturati. I “muri di testo” – come vengono definiti i testi senza spazi o immagini – allontanano gli utenti. I sottotitoli SEO servono al contrario a rendere il contenuto più fruibile, identificando chiaramente le diverse sezioni.
In questo modo il lettore potrà scegliere liberamente se leggere l’articolo per intero o saltarne alcune parti, andando direttamente al punto di suo interesse. Questo andrà, in ultima analisi, a vantaggio di chi scrive: se l’utente abbandona la pagina perché si trova davanti righe e righe di testo apparentemente senza fine, il lavoro di chi ha creato quel contenuto andrà perso, e, soprattutto, il messaggio non giungerà a destinazione. Se invece il testo è ben organizzato, il lettore sarà invogliato a leggerne il contenuto e a saperne di più.
Google e la SEO
Ma c’è di più. La struttura di un testo non è importante solo per renderlo facilmente leggibile. Anche il motore di ricerca più utilizzato al mondo valuta infatti gli header per determinare quali risultati mostrare nella SERP.
Non ci avevi mai pensato? È un errore comune. Molti infatti ritengono che sia sufficiente curare tag title e meta description – la breve descrizione di un contenuto che appare subito sotto il titolo su Google – per posizionarsi tra i primi risultati. Al contrario, il motore di ricerca “legge” anche il contenuto di una pagina web, facendosi guidare dai sottotitoli inseriti. Se dunque vuoi apparire in alto nella SERP, per aumentare le chance che il tuo contenuto venga letto, poni la giusta attenzione sui sottotitoli SEO.
Vuoi sapere come posizionarti tra i primi risultati di Google? Allora non puoi perderti il nostro articolo sul SEO copywriting!
Come inserire i sottotitoli SEO su WordPress
Inserire H1, H2 e H3 sui diversi strumenti a disposizione per chi realizza contenuti per il web è generalmente semplice. La maggior parte di questi strumenti ha infatti una serie di elementi da configurare e aggiungere alla propria pagina, compresi i sottotitoli SEO.
Se però non l’hai mai fatto, all’inizio potresti sentirti un po’ spaesato. Tranquillo: stai per imparare come inserire gli heading tag su WordPress. Perché proprio questo strumento? WordPress è il Content Management System (CMSUn CMS (Content Management System) è un software realizzato per creare, gestire e progettare un sito web in pochi e semplici passaggi. L'unicità di un CMS risiede nel fatto che...) più utilizzato al mondo: nel 2021 alimenta infatti quasi il 40% di tutti i siti web. È la piattaforma d’elezione per tutti i SEO copywriter o aspiranti tali, per chi vuole aprire un proprio blog o costruire il proprio sito web.
Gran parte del successo di questo strumento è dovuta al fatto che è facile da utilizzare anche per i principianti, e gestire i titoli sarà un gioco da ragazzi. Ti basterà infatti cliccare sul pulsante ‘+‘ e selezionare la voce “Titolo” per inserirne uno all’interno dell’articolo. Potrai poi scegliere quale titolo inserire, da H1 ad H6. Anche visivamente la gerarchia è facilmente intuibile: più è specifico il titolo, più ti apparirà piccolo sullo schermo.
Consigli e strategie
Sapere cosa sono i sottotitoli SEO è un conto, saperli utilizzare nel modo giusto è tutta un’altra storia. Con l’esperienza imparerai a gestirli al meglio, adattandoli alla tipologia dei tuoi contenuti. Vi sono però alcune regole generali che ti possono essere d’aiuto.
- Utilizza un solo H1. Come il titolo di un libro, anche quello del tuo articolo dev’essere unico. Sceglilo dunque con cura per comunicare immediatamente al lettore di cosa tratta il contenuto.
- Ad ogni argomento la sua sezione. Inserisci una sezione ogni volta che passi ad analizzare un differente aspetto dell’argomento generale, diverso da quello di cui hai scritto fino a quel momento.
- Non esagerare con le suddivisioni. No ai muri di testo, ma no anche alle suddivisioni eccessive. Non è necessario inserire molti header solo per dare un aspetto più schematico al tuo contenuto. Limitati dunque a quelli che ti aiutano a dare il giusto ritmo al testo.
- Sfrutta le parole chiave. Non sai di quali aspetti parlare nei paragrafi? Aiutati con strumenti come Ubersuggest o Seozoom per capire cosa le persone cercano su un determinato tema. Potrai così dare un titolo alle tue sezioni basandoti sulle ricerche degli utenti, in modo da rendere il tuo contenuto ancor più utile per loro.
Conclusioni
Gli header determinano il grado di fruibilità di un testo per gli utenti e come quel testo verrà indicizzato dai motori di ricerca. Sono dunque tutt’altro che elementi marginali, e meritano la dovuta attenzione. Ora che sai quanto sono importanti e come utilizzarli nel modo giusto, non ti resta che mettere in pratica quello che hai imparato.
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