Forse non hai mai sentito parlare di destination branding. Ma è un’attività assolutamente fondamentale per chi lavora nel turismo.
Lo sanno bene gli esperti del settore. E soprattutto gli enti e le strutture coinvolte. Dalle piccole imprese private ai tour operator internazionali. Dai cittadini alle istituzioni pubbliche. L’impegno comune è – infatti – quello di promuovere il proprio territorio.
Insomma, vuoi scoprire come trasformare un luogo (un’area geografica più o meno estesa) in un brand da lanciare sul mercato?
Perfetto. Perché sei nel posto giusto.
Iniziamo!
In pochi punti:
Che cos’e il destination brandin
Innanzitutto specifichiamo che le origini del destination branding sono piuttosto recenti.
È solo a partire dalla fine degli anni ’90 che si comincia ad applicare il concetto di brand alle destinazioni turistiche.
Ma che cos’è veramente?
Secondo Tom Buncle:
consiste nell’identificare le risorse più forti e attrattive di una destinazione per i suoi potenziali visitatori, costruire da queste una storia che porti a differenziarla dai concorrenti e far funzionare la narrativa creata – in modo coerente – attraverso tutte le comunicazioni del marketing.
placebrandobserver.com
In pratica, si tratta di promuovere una località/meta turistica con la costruzione di un marchio ad essa collegato. L’o scopo finale è di suscitare l’interesse dei consumatori.
Convincerli alla prenotazione e al viaggio.
Come si realizza una strategia di destination branding efficace
Non abbiamo dubbi. Si procede per gradi.
Però bando alle ciance. Passiamo subito alla pratica.
Insomma, quali sono gli step obbligatori di una strategia di destination branding vincente?
Leggi sotto per scoprirlo.
- Documentarsi, trovare informazioni
Per pubblicizzare una destinazione occorre individuare i punti forza del territorio. Cioè: monumenti, luoghi di attrazione, eventuali manifestazioni culturali o eventi, servizi offerti, prodotti enogastronomici e dell’artigianato locale e via dicendo. Meglio avere più materiale possibile e non lasciare nulla di inesplorato. - Individuare il target di riferimento
Le domande da porsi in questa fase sono semplici. Ma cruciali per la pianificazione del lavoro.
Qual è il mercato da raggiungere? Cosa desidera e quali sono le sue esigenze?
P.S. Indagini e questionari mirati rappresentano un ottimo alleato. - Scegliere quale messaggio trasmettere
OK. Ora restringiamo il cerchio. Su quali aspetti bisogna puntare? Come si costruisce l’identità di un territorio?
Per capirlo conviene studiare il comportamento dei principali competitor. Un occhio di riguardo anche a linguaggio e tone of voice utilizzati. - Creare un marchio
Stiamo sempre parlando di destination brand. E cosa ci vuole per realizzare un brand che si rispetti? Almeno tre elementi. Ovvero: un logo, un claim o slogan e una giusta palette di colori.
Per fortuna esistono fior fior di professionisti a cui fare appello.
Come si crea un logo efficace per la propria azienda? Te lo spieghiamo noi con una guida semplice e veloce da leggere!
La comunicazione del marchio
Abbiamo illustrato come si crea un marchio.
Ricordiamoci – però – che il passaggio successivo è quello della comunicazione. Il brand va promosso. Posizionato.
Come? In linea di massima per sostenere un’identità territoriale univoca e convincente servono la collaborazione di tutti gli stakeholder. Delle parti interessate.
E non è facilissimo. Specie quando coinvolge piccole realtà imprenditoriali in conflitto con il marchio proposto.
Premessa fatta. Adesso torniamo alla questione della pubblicità. Generalmente funziona l’approccio multi-canale e strategico. In questo modo assicuriamo che l’azione di destination branding abbia buone probabilità di riuscita.
Ma specifichiamo che assumono un ruolo decisivo:
- Social media
Instagram, Facebook o YouTube sono solo alcuni di quelli più conosciuti. Servono a migliorare la comunicazione con gli utenti e raggiungere maggiore visibilità. Con poco investimento di tempo e denaro. - Sito web
Chi non cerca notizie su Internet prima di intraprendere un viaggio? Ecco perché un buon sito deve essere: ottimizzato in chiave SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto..., informativo, esteticamente gradevole e di utilizzo intuitivo. - Cartaceo
Parliamo di volantini, brochure, cartellonistica e dépliant. Raggiungono praticamente tutti (anche le generazioni meno avvezze ad Internet) e offrono notevole coinvolgimento sensoriale ed emotivo.
Sei una persona a cui piace approfondire gli argomenti? Che scava a fondo?
Ottimo. Allora ti consigliamo di dare un’occhiata al volume Destination branding. L’immagine della destinazione turistica come vantaggio competitivo di Elena Candelo.
Troverai tanti suggerimenti interessanti.
I vantaggi del destination branding
A questo punto mettiamo tutto sul piatto della bilancia. Il destination branding è davvero così utile?
Certo che sì. Soprattutto se la comunità è davvero unita. Coesa negli sforzi e negli investimenti. Anche economici.
Difatti un brand di qualità permette di:
- essere competitivi;
- migliorare brand awareness, reputazione e popolarità di una destinazione turistica;
- raggiungere nuovi mercati.
E per quanto riguarda i lati negativi? Ce ne sono? Purtroppo la risposta è affermativa. D’altronde, quando si parla di marketing, il rischio è sempre quello di non centrare l’obiettivo.
Quindi di non soddisfare le esigenze dei turisti proponendo un’immagine della destinazione poco allettante. O – addirittura – controproducente.
Esempi destination branding
Passiamo ai modelli.
Possono essere da ispirazione. Ma fanno anche capire le potenzialità del destination branding. Quale giro di affari è in grado di incentivare.
- Marchio Trentino = nel 1988 l’APT della provincia, in collaborazione con vari enti turistici, crea un marchio che sottolinea le qualità naturalistiche del territorio. Quale? La scritta “Trentino” accompagnata da una farfalla ad ali spiegate e lo slogan “Il mondo trentino in una farfalla”.
- Il love New York = è il classico esempio di brand che fa centro entrando nel linguaggio quotidiano. Nasce nel lontano 1977 in occasione di un concorso pubblicitario bandito per lo sviluppo turistico dello stato e della città. Di New York ovviamente.
- El sol de Mirò = non si tratta di un semplice logo. Anzi di un logotipo. Ma di una vera e propria opera d’arte. L’ultima dell’artista spagnolo che riesce ad esprimere la rinascita del paese e i suoi punti di forza (il sole e il mare) con pochi tratti grafici e un po’ di colore.
Conclusioni
Nel tuo prossimo viaggio guardati intorno. Quanti hanno scommesso sul destination branding e con quali risultati?
Di sicuro ha un ruolo chiave per il marketing legato al territorio. Specialmente in periodi di crisi e competizione elevata come quelli che stiamo affrontando negli ultimi anni. E dopo la pandemia da Coronavirus.
Se hai ancora qualche dubbio, scrivi pure nei commenti o contattaci.
La squadra di MailSenpai è a tua completa disposizione!