Partiamo da un dato di fatto. Per raggiungere e comunicare efficacemente con i tuoi clienti, non basta puntare sulla qualità dei contenuti.
Qual è, allora, il primo passo da compiere? Cosa ci può garantire maggiore engagement con i propri utenti e una campagna di email marketing efficace?
La risposta è piuttosto facile. Almeno per noi, che siamo del mestiere.
L’obiettivo primario è raggiungere la loro casella di posta elettronica.
In pratica, aumentare il cosiddetto tasso di “deliverability email”.
Cioè il numero di messaggi recapitati sul totale degli inviati.
Parte tutto da qui. Nulla di più semplice.
Infatti, quando mandiamo un’email, diamo per scontato che il destinatario possa, quantomeno, avere la possibilità di leggerla.
A dispetto di quanto si pensi, non è sempre così. Anzi.
I numeri ci dicono che, circa un quinto dei messaggi inoltrati, non giunge a destinazione.
Con questo articolo cercheremo di scoprire come migliorare la deliverability delle nostre email.
Ma soprattutto come mettere basi adeguate per campagne di email marketing produttive. In parole povere, capaci di assicurare guadagni e profitti.
Insomma… pronto ad iniziare questo viaggio?
Prendi carta e penna e comincia a prendere nota di tutte le informazioni utili.
Il grande mondo dell’email marketing ha aperto le sue porte!
In pochi punti:
Reputazione IP
Come accennato nell’introduzione, spesso si incappa in un errore fondamentale. Quello di credere che ogni invio email corrisponda ad una effettiva consegna.
In realtà, le cose non stanno esattamente come sembrano. E non servono numeri e statistiche per comprenderlo.
Molte comunicazioni, inviate tramite posta elettronica, non raggiungono l’inbox del destinatario. Dove si fermano?
Purtroppo, finiscono direttamente nella cartella spam.
I fattori che incidono sulla deliverability sono diversi. E vedremo di illustrare i principali per un email marketing efficace.
L’importante è giocare d’anticipo utilizzando i giusti accorgimenti.
E allora, affrontiamo l’argomento dalle origini. O meglio dalle fonte.
Bisogna partire da una consapevolezza: anche la reputazione del tuo indirizzo IP è in grado di influenzare l’email deliverability.
Questa valutazione viene costruita sulla base di alcuni parametri essenziali. Quali:
- Volume di messaggi inviati
- Numero di spam trap innescate
Si tratta di finte caselle di posta monitorate da servizi di blacklisting per identificare gli spammer. - Numero di compliant
Il termine indica le segnalazioni di abuso o spam ricevute. - Quantità di email spedite a indirizzi inesistenti o sconosciuti
Dunque… parliamoci chiaro. Hai in mente di realizzare una campagna di email marketing efficace? Bene. Se stai utilizzando un server personale o una società ESP (EmailEmail è il diminutivo del termine inglese electronic mail, ovvero posta elettronica. Si tratta di un messaggio inviato tramite un pc o altro dispositivo connesso in rete da un account... Service Provider) poco importa.
Il consiglio valido è sempre lo stesso: controlla la reputazione dell’IP da cui partono i tuoi messaggi.
Prova con Server Score, il servizio offerto dall’azienda americana Return Path.
È forse lo strumento più diffuso del web perché pratico, semplice ed estremamente funzionale.
Infatti, misura l’affidabilità del tuo indirizzo IP attribuendo un punteggio di lettura intuitiva. Una semplice scala da 0 a 100.
Considera che, per avere una deliverability email soddisfacente, bisogna attestarsi a valori superiori al 90.
L’importanza di una buona email
Certamente, avere un’attività online significa prendersi cura dei propri clienti. Stabilire con loro un rapporto di fiducia che duri nel tempo.
È un assunto che non può essere contraddetto.
E al contempo, vale anche come step di partenza per una deliverability email positiva.
Ma la domanda che viene naturale porsi è la seguente: come facciamo?
Ci sono alcune dritte da seguire. Suggerimenti utili che assicurano (quasi al 100%) la consegna del messaggio.
Ovvero che venga letto, in ragione di due – tre motivi sostanziali. Perché:
- non viene bloccato come spam
- non determina problemi di hard bounce (errori permanenti che impossibilitano il recapito)
- risulta interessante per l’utente
Nello specifico, l’aspetto che vogliamo esaminare in questo paragrafo è come conquistare tali risultati. Farlo realizzando messaggi mirati a un email marketing efficace.
Insomma, per creare una buona email serve stare attenti.
Attenersi ad alcune norme precise. Vediamole insieme.
Deliverability email: Oggetto
L’oggetto rappresenta il biglietto da visita della nostra email.
Salta subito agli occhi di chi la riceve e ha un compito quasi ingrato: condizionerà il comportamento dell’utente, orientandolo verso l’apertura o la non apertura del messaggio.
Ecco perché bisogna riflettere, prima di buttare giù idee affrettate.
Assicurati che sia:
- della giusta lunghezza (intorno ai 50 caratteri spazi inclusi)
- scritto in maniera accattivante e aderente al contenuto della mail
- privo di parole smaccatamente commerciali (gratis, free, guadagna, ecc.)
- scritto in minuscolo
A questo aggiungiamo pure un’altra raccomandazione:
evita di inserire caratteri particolari e troppa punteggiatura.
Riassumendo, ricorda sempre che, come dicono gli inglesi, “less is more”.
Immagini
Le immagini sono l’abc di tutte le campagne di e mail marketing. Servono a catturare l’attenzione dell’utente e semplificano il contenuto del messaggio allegato.
Eppure, anche per loro vale l’invito a non esagerare.
I filtri antispam tendono a valutare un’email ricca di immagini come fortemente equivoca. Sospetta.
Perciò, individua il giusto equilibrio fra testo e figure: no ai muri di parole e all’effetto galleria.
Inoltre, tieni presente che, come nella vita, anche qui le misure contano molto.
Cerca di impiegare immagini che non superino 1 MB di peso e i 600 pixel di larghezza.
Infine, non dimenticare i dispositivi mobili. Crea immagini ottimizzate, che si adattino facilmente alle dimensioni degli schermi.
Autenticazione
I principali provider di servizi Internet attuano continue verifiche sulla qualità dei sender.
Sono pratiche utili, fatte per salvaguardare i propri clienti da truffe, spam e posta indesiderata.
Ecco perché conviene adeguarsi agli standard. Anche realizzando email autenticate.
Senza addentrarci troppo nei dettagli, spieghiamo che l’autenticazione viene certificata da alcuni protocolli specifici.
Vale la pena menzionarli. Perlomeno nelle loro caratteristiche principali:
- SPF (Sender Policy Framework)
Serve a rintracciare eventuali spoofing del dominio, cioè ad impedire agli hacker di inviare email con indirizzi falsificati. - DKIMIl DKIM è un metodo di autenticazione delle email tramite firma digitale. Il suo acronimo sta per Domainkeys Identified Mail e serve a evitare truffe e sistemi di phishing via... (DomainKeys Identified Mail)
Si tratta di una sorta di firma digitale che certifica l’originalità delle email spedite. - DMARCIl DMARC è il sistema creato per assicurare la conformità e l'integrità della posta elettronica. Acronimo di Domain-Based Message Authentication, Reporting & Conformance, è destinato a diventare lo standard nella... (Domain-based Message Authentication Reporting and Conformance)
Viene impiegato da società ed enti governativi mondiali per confermare l’identità del mittente e indicare il comportamento da tenere con le mail che non hanno superato il check. Può anche richiedere report ai server destinatari.
In fin dei conti… il mondo è pieno di pericoli. Questo è vero. Ma esistono tanti poliziotti pronti a salvarti!
Cosa evitare
Ci siamo impegnati a darti consigli pratici su come impostare un’email che abbia ottime probabilità di essere consegnata.
Ma è giunto il momento di dirti cosa non NON BISOGNA fare per non influenzare negativamente l’email deliverability.
Ecco qua. Leggi e fa’ tesoro di quanto scritto:
- Non utilizzare link in chiaro e URL shortner.
I primi possono essere scambiati per tentativi di pishing; i secondi per spam. - Non acquistare liste contatti.
Di frequente (praticamente sempre) nascondono un inganno piuttosto scoperto: pochi soldi in cambio di indirizzi che non hanno dato consenso esplicito al trattamento dei dati personali. Come previsto da norma GDPR.
E inoltre, potrebbero contenere contatti spam. - Non nascondere i link di disiscrizione.
Se i tuoi utenti vogliono annullare la propria iscrizione non ostacolarli. Potrebbero reagire con segnalazioni spam. Meglio perdere qualche contatto che compromettere la deliverability.
Deliverability e DatabaseIl database (abbreviato DB) è una sorta di schedario digitale super-evoluto. Cioè, un contenitore elettronico di dati che serve fondamentalmente a due scopi: raccogliere informazioni e metterle a disposizione di...
Professionista del web o no, avrai capito quanto sia importante il ruolo della lista contatti. È vitale per mettere in piedi qualsiasi campagna di email marketing che si rispetti.
Tra le principali cause di una cattiva deliverability compare proprio il, già citato, bounce (in italiano “rimbalzo”).
Cosa significa? Soltanto che l’email non arriva all’inbox. Piuttosto, viene rispedita al mittente con la dicitura “Undelivered Mail Returned to Sender”.
Le cause sono diverse, ma tutte collegate ad incongruenze dell’indirizzo di posta del destinatario.
In particolare, potremmo incontrare due situazioni:
- indirizzi abbandonati o non esistenti
- indirizzi non corretti dal punto di vista formale (con errori di trascrizione)
Tieni conto che una percentuale elevata di bounce (e per elevata si intende anche il 2%) procura un equivalente fattore di rischio. Quello di finire nelle famigerate blacklist.
Ma non preoccuparti troppo. Esiste un rimedio per ogni cosa.
In questo caso, si tratta semplicemente di applicarsi alla cura di un database di proprietà.
Per farla breve… è sufficiente pulire la lista contatti eliminando per tempo:
- gli inattivi di lungo periodo
- coloro che hanno effettuato richiesta di disiscrizione
- contatti che generano errori
Naturalmente va ricordato che, se si utilizzano piattaforme di email marketing professionali, queste azioni verranno compiute in automatico. Sarà il software a cancellare dalla mailing list i contatti segnalati come spam o bounce.
Terminiamo questo parte del discorso con un ultimo advice.
Quando chiedi l’iscrizione ad un utente adotta il double opt-in.
È un sistema che, a scanso di equivoci, convalida l’indirizzo di posta con una doppia conferma. Tramite registrazione e link di ratifica.
Email deliverability. Conclusioni
Siamo alle ultime battute di questo percorso sull’ampio tema dell’email deliverability.
Ovviamente, speriamo di averti dato spunti intelligenti per le tue prossime campagne di email marketing.
Soluzioni e tips pratiche, da mettere subito in campo.
Lascia pure un commento per farci sapere cosa pensi al riguardo o condividi con noi la tua esperienza. Saremo felici di leggerti.
Se, invece, desideri ulteriori informazioni sui servizi offerti dalla nostra piattaforma, non esitare a contattarci riempiendo l’apposito form.
Avrai a disposizione professionisti del settore a cui porre ogni quesito.
Cosa stai aspettando ancora?
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