Un tempo c’erano solo i grandi media – TV, giornali e radio – ad occuparsi di comunicazione, considerando sia il versante intrattenimento che notizie. Oggi le cose sono molto diverse.
Ormai, grazie ad Internet e alle nuove tecnologie digitali, tutti possono realizzare contenuti. Di qualsiasi tipologia e genere.
Ecco perché in questa guida parleremo di creator economy.
Trovi l’argomento di tuo interesse? Vuoi sapere come si diventa creator e con quali strumenti?
Bene. Continua la lettura e avrai tutte le risposte!
In pochi punti:
Cos’è la creator economy
Ci sono altri modi per definirla. Passion economy o economia della monetizzazione individuale.
Ma di che si tratta?
Tutte le espressioni si riferiscono alla possibilità di sfruttare passioni e competenze personali per creare contenuti online di vario tipo. Testi, audio e/o video.
Perfetto.
Allora qual è la novità rispetto ai “classici” User Generated Content?
I contenuti generati dagli utenti?
Che assicurano guadagni. Non per forza importanti. Chiaro.
Ma sempre di soldi si parla (approfondiremo il discorso più avanti).
Perché è importante
Perché la creator economy è il futuro del marketing. Lo dicono i dati a disposizione.
Solo in Italia abbiamo circa 350 mila creator attivi. Nel mondo 50 milioni, per un giro di affari superiore ai 100 miliardi di euro.
E i numeri sono in costante crescita.
Sebbene l’economia dei creatori probabilmente non sostituirà mai completamente la TV e i film, è già diventata un enorme pezzo dell’industria dei media.
Eric Freytag-Senior Product Manager di Streamlabs
Come si diventa creator
Prima di proseguire… un piccolo chiarimento.
Il termine CREATOR ingloba diverse categorie di professionisti del web. Anche streamer, content writer, podcaster e perfino chi ha un profilo su Onlyfans.
Cosa possiamo dedurne?
Semplice. Che per il mestiere di creator NON esistono studi specialistici da seguire.
Basta farsi trovare preparati nel proprio settore più: passione, capacità creativa, impegno e tanta voglia di crescere. Una cosa è certa.
Per essere competitivi c’è bisogno di aggiornamento costante.
Dal punto di vista tecnico sono – invece – assolutamente necessari:
- perfetta conoscenza della lingua italiana (non guasta l’inglese);
- abilità social;
- dimestichezza con CMSUn CMS (Content Management System) è un software realizzato per creare, gestire e progettare un sito web in pochi e semplici passaggi. L'unicità di un CMS risiede nel fatto che... e programmi di rielaborazione grafica come Photoshop, InDesign e Illustrator.
Infine, non scordiamoci che un buon creator sa come comunicare con il pubblico. Possiede indiscutibili capacità relazionali ed espressive.
Quali strumenti utilizzare
Dipende dagli interessi.
All’inizio fu Youtube. Ma ora tutti i social – almeno quelli più importanti – permettono di accedere alla Creator Economy e agevolare il lavoro di chi ne fa parte.
Citiamo:
- Instagram che – oltre a Storie, dirette e IGTV – offre da poco anche funzioni speciali come la possibilità di realizzare contenuti e Reels riservati agli utenti paganti.
- Facebook e il suo Creator Studio per aiutare nelle varie attività legate alla produzione dei contenuti, compresa quella del monitoraggio delle performance.
- TitTok che nel 2020 ha addirittura introdotto un fondo destinato ai creator.
E non abbiamo mica finito.
Sono disponibili anche tante piattaforme settoriali. Da scegliere in base a gusti ed esigenze.
Ad esempio, per chi ha corsi o lezioni da proporre… Udemy, Thinkific e LearnWorlds.
Per gli amanti/professionisti della musica BeatStars o Stageit.
Metodi di monetizzazione della creator economy
Abbiamo detto che la creator economy permette di generare guadagni. Ok. Giusto.
Ma in che maniera?
Beh, ci sono diverse opzioni. Perlopiù collegate alle modalità della GIG ECONOMY dove non esistono posti fissi e contratti veri e propri.
Parliamo di:
- Sponsorship = funziona come per gli influencer: il creator si impegna (retribuito) a pubblicizzare l’azienda con cui ha avviato la collaborazione.
- AffiliazioneIl termine affiliazione indica un accordo commerciale tra due siti. Quello affiliato si impegna a promuovere o a vendere prodotti/servizi offerti dall'altro, dietro compenso precedentemente pattuito. Che cos’è l’affiliate marketing... = basta inserire nei propri contenuti i link di riferimento.
- NFT = sta per Non-Fungible Token in italiano “gettone digitale non riproducibile”: vengono usati – soprattutto – per le opere d’arte virtuali.
P.S.
Si possono ricevere anche donazioni o sottoscrizioni tramite piattaforme di crowdfunding come Patreon, Kickstarter e Indiegogo.
Quanto guadagna un creator
Non esiste una risposta precisa. I guadagni sono collegati a troppe variabili. Principalmente al tipo di contenuto proposto e al pubblico.
Comunque – secondo Indeed – lo stipendio medio di un content creator italiano è intorno ai 10.000 euro annui.
Non una miseria. Ma nemmeno un capitale. Però capiamoci. Come accade per gli influencer, sono pochi i fortunati che riescono ad affermarsi vivendo, solo ed esclusivamente, di creator economy.
Il 97,5% degli YouTuber non guadagna abbastanza per raggiungere la soglia di povertà negli Stati Uniti.
https://influencermarketinghub.com/creator-economy-stats
P.S.
C’è da sfatare un mito. Non è vero che servono milioni di follower per guadagnare qualcosa. Si ottengono entrate anche con una base di 1.000 iscritti/follower fissi.
Strategie e consigli di creator economy
Insomma? Ti abbiamo convinto ad investire sulla creator economy? Vuoi cimentarti nella produzione di contenuti digitali per avere un guadagno alternativo?
Ottimo. Prima però dai un’occhiata ai nostri suggerimenti.
- Elabora una strategia operativa
Per riuscire in questo lavoro occorre organizzarsi. Impossibile prescindere dalla redazione di un buon calendario editoriale per la gestione dei contenuti e delle pubblicazioni. - Crea contenuti di qualità
“Content is the king”. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Gli utenti cercano notizie, informazioni attendibili. Cerca di accontentarli. - Prova nuovi format
Quello della creator economy è un campo dove chi gioca d’anticipo spesso vince. Studia quale potrebbe essere il tuo pubblico e come intercettarlo. - Attenzione al copyright
Mai sottovalutare il rischio di violazione del diritto d’autore. Hai bisogno di immagini? Comprale! Puoi rivolgerti a siti appositi come Unsplash e Flickr.
Un ultimo suggerimento pratico: punta sulla SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto....
È fondamentale per posizionare i propri contenuti nella SERPCon l’acronimo SERP (in inglese Search Engine Results Page) si fa riferimento alla "pagina dei risultati del motore di ricerca". Si tratta, dunque, dell’elenco ordinato di pagine internet che appaiono... e avere più visibilità.
Pro e contro della creator economy
Partiamo con gli svantaggi. In realtà non ce ne sono.
Basta approcciarsi nel modo corretto. La creator economy va vista come un’opportunità di crescita e potenziale guadagno piuttosto che come un lavoro da fare a tutti i costi. I rischi sono calcolati. Quello più grande?
Perdere tempo.
E sul fronte vantaggi?
Rispondiamo con un’altra domanda: quanti possono dire di essere pagati per fare ciò che amano?
Riflettiamoci su!
Conclusioni
Siamo giunti al capolinea. Ma se vuoi sapere di più sul mondo della creator economy ti inviamo a leggere The Passion Economy di Adam Davidson.
Trovi tips, esempi e ulteriori spiegazioni sull’argomento trattato.
Per altre domande: contattaci pure.
La squadra di MailSenpai è a tua disposizione!