Il podcast, o podcasting, è un trend assolutamente in crescita. Capita a tutti noi, in maniera anche sporadica, di ascoltare con interesse o semplicemente in sottofondo, un podcast.
Ma cos’è un podcast? Quali sono le migliori piattaforme dove poterli trovare? E, per i più interessati, come si può creare questa forma di intrattenimento e allo stesso tempo informazione che sta avendo sempre più successo?
In pochi punti:
Podcast, di cosa si tratta?
La definizione tecnica di podcast ci dice che è un semplice scambio di file audio o video, tramite trasmissione “feed RSS”, che avviene tra il cliente ed una piattaforma che mette a disposizione contenuti on demand.
L’utente sceglie un servizio di riproduzione e può ascoltare in live streaming, o in un secondo momento grazie al download, un contenuto a scelta.
È un fenomeno in grande ascesa.
Nel 2020 gli italiani che hanno ascoltato un podcast almeno una volta sono stati circa 14 milioni, il 15% in più rispetto all’anno precedente, e sono circa 9 milioni gli ascoltatori che mensilmente fruiscono di questi contenuti. Forse complice la pandemia, quello del podcasting è comunque un trend in crescita ormai da tempo se si pensa che nel 2015 gli ascoltatori non superavano il milione.
Negli USA, secondo una stima dell’Interactive Advertising Bureau, il giro d’affari legato al settore raggiungerà nel 2021 il valore stimato di 1 miliardo di dollari!!
Che tipo di contenuti si possono trovare?
I podcast offrono una scelta di contenuto molto ampia.
Dall’informazione, trattando argomenti di attualità, si arriva al semplice intrattenimento, gossip e spettacolo ad esempio, passando anche per la divulgazione scientifica e culturale. Molte realtà già consolidate in termini di audience stanno spostando la loro attenzione su questo tipo di piattaforma.
In Italia i generi più seguiti sono a tema educazione, società e cultura, arti e intrattenimento.
Audible, ad esempio, ha lanciato collaborazioni con divulgatori di spicco quali Alberto Angela o Alessandro Barbero (che a sua volta possiede una sua trasmissione a tema storico). Fedez e Luis Sal sono gli host del podcast più ascoltato in Italia nel 2020, Muschio Selvaggio, dove intervistano persone celebri, ma non solo, appartenenti ai più svariati ambiti.
Molte sono le trasmissioni che raccontano di vicissitudini quotidiane, “Senti20″ di Sofia Viscardi è uno dei più ascoltati, oppure che approfondiscono ambiti professionali, in questo il podcast condotto da Marco Montemagno e uno dei più seguiti e lo si può trovare su Spotify, Youtube in formato audio/video, e non solo.
Solitamente i contenuti sono di un livello qualitativo maggiore rispetto ad un programma radiofonico o ad uno Show televisivo. Questo è permesso dal fatto che tendenzialmente si può decidere in totale libertà la struttura da dare al programma.
Chi sono gli ascoltatori?
Grazie alla vasta scelta di contenuti gli ascoltatori comprendono tutte le fasce d’età.
Oltre il 60% del totale però si trova tra i 25 ed i 40 anni. Non a caso quel range di età è lo stesso che spende più tempo sui dispositivi mobili, sui social o comunque ha più confidenza con il mondo digitale.
Anche il livello di istruzione incide sull’ascolto e sulla tipologia di contenuti ricercati.
Non è un azzardo affermare che gli ascoltatori di podcast sono individui generalmente ben istruiti, professionisti ed universitari, ascoltatori attenti che vogliono approfondire le loro conoscenze.
Di fatto, circa il 22% dei fruitori è laureato, il 19% sono universitari ed il 10% pratica professioni elevate, secondo una ricerca dettagliata.
Perché aprire un podcast?
Alla base ci deve essere la necessità di comunicare.
Se si è emergenti bisogna impegnarsi a trovare un contenuto che sia originale, oppure trovare un modo originale per portare il proprio pensiero o punto di vista riguardo temi e argomenti di cui già si discute.
Per chi invece ha già un audience le ragioni posso essere varie.
Una è certamente la fidelizzazione del cliente, follower o fan. Con il podcast si ha un contatto più diretto, genuino e meno impostato rispetto ad altre strutture che possono essere la Tv o la radio.
Un’altra ragione, probabilmente la più importante, è la facilità di fruizione. Il podcast può essere ascoltato su qualsiasi dispositivo, fisso o mobile, che sia uno smartphone, la Tv, in macchina o a casa.
Tutto è Smart oggi giorno, e possiamo restare connessi sempre e ovunque.
Inoltre non ci sono orari!! Mentre con la radio o la Tv si è costretti ad aspettare un preciso momento per godersi il proprio artista preferito, questa tipologia di contenuto ci permette di ascoltare o riascoltare la propria puntata quando si vuole.
Infine l’aspetto economico. Un podcast non richiede un costo elevato se lo si confronta con un qualsiasi altro sistema di produzione e trasmissione contenuti, quindi l’investimento iniziale, diretto principalmente all’acquisto dei dispositivi necessari, non risulta cosi gravoso nella scelta.
Ma come si fa un podcast partendo da zero?
Come creare un podcast?
Capiamo insieme come funziona un podcast da un punto di vista tecnico.
Prima di pensare a quali dispositivi e strumenti acquistare, devi avere ben in mente una serie di contenuti da portare al pubblico. Come dicevamo prima, alla base ci deve essere la necessità di comunicare qualcosa.
La tipologia di piattaforma consente grande libertà riguardo la struttura che si vuol dare alla trasmissione.
Certo, un’impostazione di base la si deve dare. Decidere se essere da soli o in più persone a condurre, la cadenza nel ricevere un ospite, il taglio che si vuol dare alla trasmissione…ma non è detto che poi non si infrangano questi principi.
E non ci sono comunque limiti relativamente la tempistica di ogni puntata, ne quante puntate può avere una serie, ne quale sia l’argomento o il tema.
Si può parlare di qualsivoglia interesse o passione. Dalla storia, ai fumetti, alla fotografia o attualità, ogni campo ha un pubblico interessato.
Nel prossimo paragrafo approfondiamo quali sono i dispositivi che servono a creare la propria trasmissione.
Attrezzatura
La gamma di strumenti è ampia. Ce ne sono alcuni di cui non si può fare a meno, mentre altri possono essere inseriti successivamente per dare maggiore professionalità alla trasmissione.
Abbiamo detto che il costo non è gravoso rispetto ad altri sitemi di produzione contenuti, ed ovviamente varia in base alla qualità, e quantità, di strumenti e dispositivi che si vogliono acquistare.
Dispositivi essenziali
Le attrezzature fondamentali senza le quali non si può partire sono due: un computer ed un microfono.
C’è da fare una distinzione tra microfono a condensatore e microfono dinamico. Il primo è molto sensibile e si consiglia in un’ambiente silenzioso e se si è da soli a parlare. Il secondo è consigliato per ambienti meno isolati e quando si registra in più persone.
Un passo in avanti lo si può fare dotandosi di un’interfaccia audio. Non è altro che la home del tuo corredo strumenti: qualunque sono arriverà alle cuffie passerà per questo dispositivo. È necessaria se si hanno più partecipanti in live.
Al posto di un’interfaccia audio potete avere un mixer.
Strumenti per un podcast più professionale
Per chi volesse essere ancora più professionale elenchiamo una serie di strumenti di corredo ma essenziali se si cerca maggiore qualità.
Le cuffie. Servono a monitorare l’audio in modo da poter captare ritardi, interferenze, volume e altri problemi. Occorre un amplificatore qualora si abbiano più ospiti in trasmissione, ognuno equipaggiato con il proprio paio di cuffie. Per la registrazione le migliori sono le cuffie chiuse in modo che il microfono non percepisca il suono proveniente dalle cuffie stesse (emorragia audio).
Un’altro strumento di corredo è il filtro pop (o parabrezza) che riduce al minimo la formazione dei plosives. Non sono altro che i suoni che si formano quando si pronunciano consonanti pesanti come la “P” ad esempio, causati prima dalla trattenuta e poi dal rilascio dell’aria.
Da allegare al microfono, lo stand per microfoni e un montaggio a scossa. Il primo serve a dare un posizionamento corretto al soggetto che parla e quindi a migliorare la qualità della voce; il secondo impedisce la ricezione di tutti quei rumori di circostanza, come battere sulla scrivania, prendere oggetti, ecc.
Infine i software di registrazione necessari all’editing del podcast. Consentono di salvare l’audio in formato digitale e successivamente di modificarlo eseguendo tagli ad esempio, creando dissolvenze, incidere sulla compressione o espansione, riprodurlo su più apparati di uscita. Insomma un lavoro a 360 gradi sul file audio registrato. Audacity, GarageBand, Adobe Audition sono alcuni esempi.
Come distribuire il proprio contenuto?
È sbagliato pensare di caricare il proprio podcast direttamente su Spotify, o iTunes.
Ogni podcaster ha bisogno di una piattaforma di hosting. Come accennato nell’introduzione il podcast è un file feedRSS, ovvero un link, unico ed esclusivo, all’interno del quale sono contenute tutte le informazioni relative al nostro prodotto. In altre parole il link non sarebbe altro che il nostro podcast registrato.
Gli host servono appunto a creare e depositare all’interno del loro database questo feedRSS che sarà sempre aggiornato in maniera automatica ad ogni modifica. Alcune tra le più comuni piattaforme di hosting sono Anchor, Spreaker e Lysbin.
Una volta creato il link si sceglieranno le varie piattaforme di ascolto sulle quali caricare il nostro feedRSS. Ogni piattaforma, da Spotify fino alle meno conosciute, avrà la sua procedura di caricamento.
Dove ascoltarli?
Sono tantissime le fonti da cui si possono ascoltare podcast. Che sia un sito o più comunemente un app, andiamo a vedere quali sono le più conosciute piattaforme di ascolto.
Ovviamente, Spotify. È l’attore principale per quanto riguarda lo streaming di contenuti audio, podcast inclusi. Recentemente ha creato un’ulteriore piattaforma dedicata https://podcasters.spotify.com.
Visto il trend, tutte le maggiori compagnie digital hanno creato la propria sezione, troviamo quindi: Google Podcast ed Apple Podcast ad esempio. Amazon offre prodotti in Amazon Music, ed è proprietario anche di Audible, uno dei maggiori offerenti di contenuti audio originali.
Ci sono poi piattaforme “di nicchia” come Sticher, o SoundCloud.
Per concludere…
Il podcast è quindi uno strumento assai versatile.
Informarsi, approfondire, staccare dallo stress. È facile, basta premere play.
Pensare e creare il proprio podcast invece non è certamente cosa da poco conto. Abbiamo visto che richiede tempo, dedizione ed un investimento iniziale.
Se però hai un punto di vista forte, o voglia di crearti un pubblico rispetto ad una tua passione, certamente questo è il modo più attuale che c’è sul mercato.