Hai mai sentito parlare della cultura della cancellazione? Questo particolare fenomeno ha il potere di cancellare un errore o un elemento negativo! In questo articolo, scopriremo insieme tutti i segreti della cancel culture.
In pochi punti:
Cos’è la cancel culture?
La cancel culture, o cultura della cancellazione, è un fenomeno relativamente nuovo che nasce negli Stati Uniti. In particolare, questa parola nasce nel 2017, all’interno del gruppo di afroamericani Black Twitter. Data la sua forte diffusione, in poco tempo questa parola arriva in Italia dove assume un’accezione differente. Secondo il dizionario Treccani per cultura della cancellazione si intende:
“Atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social, nei confronti di personaggi pubblici o aziende che avrebbero detto o fatto qualche cosa di offensivo o politicamente scorretto che li priva di sostegno e gradimento”.
Treccani
Può essere, quindi, definita come una tendenza diffusa nella rete, e non solo, di mettere al bando un brand, un gruppo o personaggi pubblici. La rimozione, ovviamente, non avviene casualmente, ma solitamente riguarda una colpa della persona o dell’azienda. In particolare, si manifesta a causa della lesione di alcuni diritti di minoranze, dell’uguaglianza sociale o della parità di genere. Molte volte, però, si manifesta anche all’interno delle aziende stesse per cancellare un errore commesso. Insomma, la cancel culture può assumere diverse forme e sfumature.
A cosa serve la cancel culture?
Dopo aver compreso cos’è la cancel culture cerchiamo di capire gli scopi che si nascondono a questo particolare movimento. L’obiettivo di questa attività è cercare di limitare pensieri e azioni che possano colpire o ledere la reputazione e la sensibilità di qualche soggetto. Ad esempio, può essere messo al bando un soggetto con un comportamento volto a sfavorire discriminazioni e atti di razzismo.
Limiti della cancel culture
Molti giornalisti o esperti del settore, però, non vedono di buon occhio la cultura della cancellazione. Spesso, viene vista come una limitazione dei diritti di libertà di espressione. Inoltre, mettere al bando utenti che stimolano alla violenza e alla disuguaglianza non basta per sradicare un pensiero sbagliato.
Le principali critiche contro la cancel culture riguardano:
- Libertà d’espressione: cercando di seguire il politicamente corretto si rischia di ledere la libertà individuale. Le persone, per paura della “cancellazione”, evitano di esprimere il loro pensiero pubblicamente.
- Impoverimento del dibattito letterale. Se si impongono delle regole e si limita il pensiero si rischia di avere un unico punto di vista riguardo a delle tematiche socialmente rilevanti.
- I modi e i contenuti troppo estremi. Alcuni esempi di cancel culture hanno portato a forti scontri fisici o a polemiche pretestuose.
- Mettere a bando una persona per una parola sbagliata. In questo caso, si ottiene l’effetto contrario e una persona per un singolo errore si sente isolata.
Cancel culture aziendale
Sicuramente starai pensando come possa manifestarsi la cultura della cancellazione in ambito aziendale. Nella storia di un’organizzazione può esserci un evento o un progetto fallito che è bene cancellare. La cancel culture viene condivisa dall’azienda principalmente per non ledere la loro brand positiong, nella mente del consumatore. Le motivazioni, però, che si celano dietro a questa scelta sono differenti. Ora analizzeremo le principali tre cause che portano le aziende a ripulire qualche macchia di troppo.
Tutelare i dipendenti
Il fallimento di un progetto può lasciare il segno all’interno dell’azienda e allo stesso tempo ledere la reputazione di un proprio dipendente. L’azienda è una grande famiglia ed è suo compito proteggere le persone che operano al suo interno. Cancellare un piccolo fallimento, può essere quindi un buon modo per migliorare il rapporto con i propri collaboratori.
Voltare pagina
La cultura della cancellazione può essere utilizzata anche per motivi economici. Un investitore può giudicare negativamente un progetto fallito. Se si ha la necessità di avere un budget per un nuovo progetto è bene che le vecchie sconfitte siano nascoste.
Errore di poca importanza
Non tutti gli errori sono uguali! Può essere utile condividere la cancel culture per nascondere un progetto fallito definito di poca importanza. Un’azienda può decidere di far entrare nel dimenticatoio un piccolo progetto non ben riuscito. In questo modo, la reputazione aziendale non verrà macchiata.
Gli effetti della cancel culture aziendale
Come abbiamo visto, la cancel culture può essere un buon modo per nascondere gli errori aziendali. Questa tendenza a nascondere sotto il tappeto, però, può portare a degli effetti indesiderati. In particolare, se non si dà la giusta importanza al fallimento si può andare incontro a due problematiche.
Non si impara dagli errori
Commettendo degli errori si cresce! Cancellare un fallimento o una sconfitta può essere un rischio che può portare a delle conseguenze future. Bisogna analizzare le cause che hanno portato al mancato obiettivo. Prima di adottare la cultura della cancellazione devi farti un esame di coscienza e rispondere a queste domande:
- L’obiettivo era stato inquadrato correttamente?
- Quali azioni sono da migliorare?
- Sono state pianificate delle attività per portare a dei miglioramenti?
I collaboratori non ne sono coscienti
Un’altra conseguenza del nascondere troppo in fretta gli errori riguarda il lato umano dell’azienda. Una ferita non può rimarginarsi immediatamente. Devi essere in grado di rendere coscienti i collaboratori sugli errori commessi. La cancel culture ha degli effetti positivi solo dopo che le persone hanno compreso cosa sia andato storto. Altrimenti si potrebbe minare la loro credibilità ed eventuali progetti futuri. Ti consigliamo di applicare delle strategie per aiutarli a porsi queste domande:
- Quale punto strategico è stato pianificato male?
- Cosa si può fare per migliorare?
Esempi di cancel culture
Come avrai capito la cancel culture può avere tantissime accezioni. Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di conoscere diversi esempi di cancel culture. Per aiutarti a conoscere le diverse sfumature di questa tendenza, vediamo insieme i casi che hanno avuto un forte impatto mediatico.
Black Lives Matter: un esempio fuori dagli schermi
Uno dei più noti esempi di cancel culture riguarda la morte di George Floyd a causa di alcuni poliziotti. Dopo il 25 maggio 2020, gruppi di sostenitori della causa razziale hanno compiuto degli atti di cancellazione della cultura, rimuovendo fisicamente monumenti e statue simbolo del colonialismo. In particolare, hanno preso di mira opere che ritraevano Churchill e Cristoforo Colombo. Questo esempio ci aiuta a comprendere come questa tendenza alla cancellazione può assumere dei caratteri violenti e che non è vincolata al mondo virtuale.
Woody Allen colpito dagli effetti della cancel culture
Gli effetti della cultura della cancellazione colpiscono anche i personaggi pubblici. Intorno agli anni novanta, l’ex moglie di Woody Allen lo accusò di molestie sessuali nei confronti della loro figlia. Dopo diverse indagini, non furono trovate prove a conferma dell’accusa. Nonostante ciò, negli ultimi anni sono nate delle campagne volte a mettere al bando il regista. A causa delle forti pressioni dell’opinione pubblica Amazon decise di annullare l’accordo di distribuzione dei suoi film e una casa editrice si rifiutò di pubblicare la sua autobiografia. Questo esempio di cancel culture ci fa comprendere come anche la carriera di un registra può essere messa in discussione.
Conclusioni
Siamo arrivati alla fine di questo viaggio! Speriamo che tu abbia compreso cos’è la cancel culture e tutte le sue piccole sfumature. Se hai qualche altra curiosità, contattaci! Noi di Mailsenpai siamo pronti a rispondere a ogni tua domanda!