Tutti abbiamo in mente la scena di un incontro aziendale dove i partecipanti discutono. Magari animosamente – o con garbo – per promuovere nuove idee e progetti.
Perfetto. A questa immagine siamo in grado di dare un nome preciso. È quello che in gergo si definisce brainstorming.
Desideri saperne di più? Capire come funziona? Ma soprattutto come utilizzare il brainstorming per risultati concreti?
Leggi sotto e prendi appunti!
In pochi punti:
Cos’è il brainstorming
La traduzione letterale di brainstorming è “tempesta cerebrale”. Deriva – infatti – dall’unione di due parole inglesi: brain (cervello) e storm (assalto o tempesta).
Ma cosa significa veramente?
Secondo il dizionario italiano l’espressione descrive una:
tecnica di ricerca di gruppo per stimolare la produzione di idee creative; è usata specialmente nella formulazione di slogan pubblicitari.
Garzantilinguistica.it
Insomma, si tratta di lavorare insieme per trovare nuovi progetti o soluzioni a problemi complessi.
Non importa quanto un uomo possa fare, non importa quanto coinvolgente la sua personalità possa essere, egli non farà molta strada negli affari se non sarà in grado di lavorare con gli altri
John Craig
Quando nasce e come funziona
Il termine viene coniato nel lontano 1938 da Alex F. Osborn. L’allora presidente della società pubblicitaria BBDO organizza il primo brainstorming ufficiale, appena un anno più tardi, stabilendo 4 regole operative.
Vediamo quali sono. Per capire come deve svolgersi una seduta tipo.
- Nessuna idea può essere criticata
Durante la fase creativa non sono ammessi giudizi negativi. Potrebbero inibire il libero flusso delle idee. - Sì alla quantità
Almeno all’inizio del processo ogni opinione, input o punto di vista è da considerarsi potenzialmente valido. Sulla loro qualità si ragiona più tardi. - No alla censura
Vale quanto detto sopra. Non si mettono paletti all’inventiva. Bisogna garantire la libertà di espressione. A tutti i costi. - Rielabora con gli altri
Il cuore del brainstorming è il gruppo. Solo con il confronto si arriva all’idea. Quella perfetta, che corrisponde alle esigenze stabilite.
Siamo partiti dalle origini del brainstorming. Dalla teoria. Ora si passa alla parte pratica. Andiamo pure avanti.
Come fare brainstorming
Specifichiamo subito. Il brainstorming è prima di tutto un metodo di lavoro. Un sistema che segue condizioni, momenti e caratteristiche precise.
Per intenderci… possiamo scomporre un qualsiasi incontro di brainstorming in 3 step fissi. Ossia:
- RACCOLTA = dopo aver spiegato l’argomento di discussione gli elementi coinvolti passano ad esporre le proprie idee.
- VALUTAZIONE = si analizza ogni proposta al dettaglio valutando pro, contro e prospettive.
- SELEZIONE = l’ultimo passo è quello della scelta definitiva. Vince l’idea giudicata più adatta.
Be careful! La sequenza non può essere interrotta. I passaggi non sono intercambiabili.
Quando si usa
Il brainstorming ha larga diffusione. Sia nel campo della formazione e della didattica che nel mondo del lavoro.
Difatti possiamo impiegare questa tecnica per:
- sviluppare nuovi prodotti;
- progettare e organizzare campagne di comunicazione e marketing;
- organizzare eventi;
- programmare business plan;
- individuare problemi aziendali e possibili soluzioni;
- creare sinergia fra collaboratori.
Qual è il minimo comun denominatore di ogni contesto menzionato?
Chiaro: l’unione del gruppo. Ma c’è un vademecum da seguire con cura. Scopriamolo.
Come si organizza una sessione brainstorming
Come accennato, esistono elementi fondamentali da prendere in considerazione. Diciamo che l’obiettivo è quello di stimolare la fantasia delle persone coinvolte. E quindi, anche di metterle in una situazione favorevole. Di comfort.
In che modo? Secondo gli esperti occorre:
- invitare il giusto numero di partecipanti (in media 6-7 ma dipende dalla grandezza dell’azienda);
- puntare sulla loro eterogeneità per assicurare varietà di pensiero e confronto produttivo;
- scegliere un luogo adatto, cioè possibilmente luminoso, ben attrezzato, piacevole;
- richiedere un moderatore/conduttore che gestisca gli interventi.
P.S. Se si sta organizzando un brainstorming multilinguistico bisogna cautelarsi. Magari assumendo un traduttore simultaneo.
Consigli per il moderatore
Dedichiamo questo paragrafo a chi decide di impegnarsi nel ruolo di guida effettiva.
Ma attenzione. Non è un compito semplice.
Specialmente quando il brainstorming sembra trovarsi ad un punto morto, il moderatore può essere davvero risolutivo.
Ecco – quindi – qualche suggerimento ad hoc.
- Cerca di coinvolgere i partecipanti meno partecipativi (pardon… ci piace giocare con le parole). Senza forzare o mettere in imbarazzo nessuno;
- Metti per iscritto le idee espresse su una lavagna, o su una più tecnologica whiteboard, visibile a tutti gli elementi del gruppo;
- Sii divertente. Insomma, non ti stiamo dicendo di fare il clown ma di rendere l’ambiente leggero. Gradevole;
- Se necessario (all’incirca dopo un’ora) inserisci pause caffè o brevi break di relax.
Infine: non lasciare che il brainstorming diventi un’eccezione del calendario lavorativo. O una sorta di Primo maggio extra. Stabilisci incontri periodici e funzionali.
Esempi pratici di brainstorming
Abbiamo spiegato che cos’è e come funziona un incontro base. Ma possiamo fare di meglio. Essere più specifici.
In effetti, esistono diverse tecniche di brainstorming. Vediamo quali sono alcune delle più utilizzate.
- Mind mapping (mappa mentale)
Si tratta di realizzare grafici che rappresentino visivamente il processo creativo. Come funziona? Scrivi nel mezzo la parola chiave del progetto e intorno tutte le idee (parole) scaturite per associazione. - Brainstorming inverso o negativo
Il brainstorming classico prevede la risoluzione di un problema. Qui si chiede di fare esattamente il contrario. Cioè di teorizzarne le cause. - Starbusting
Si inizia disegnando una stella a sei punte. Al centro è posta la parola-focus del dibattito. Agli estremi di ogni punta domande utili al suo sviluppo. Di solito: chi, cosa, dove, perché, quando e in che modo. - Analisi SWOT
Bisogna identificare punti deboli e di forza di un progetto. In genere, serve per capire se vale la pena intraprenderlo. - Crawford slip writing
Ad ogni partecipante viene fornito un block-notes su cui scrivere spunti ed impressioni varie. Una volta consegnati i taccuini al moderatore si argomentano le idee contenute. - Figure storming
Si sceglie un eroe o un personaggio famoso e si procede per immedesimazione. Insomma, l’obiettivo è rispondere alle domande come se a parlare fosse proprio la figura indicata e non sé stessi.
Un ultimo suggerimento. Leggi Il brainstorming: pratica e teoria di Claudio Bezzi e Ilaria Baldini per approfondire con altri esempi brainstorming e spiegazioni utili.
Strumenti
Per una buona seduta di brainstorming possono bastare carta e penna. Certo.
Ma perché limitarsi quando esistono tool appositi. Che ci permettono di facilitare il lavoro?
A questo proposito… ne abbiano più di uno da proporti. Parliamo di strumenti che trovi online come:
- XMind = software open source per la creazione di mappe mentali;
- Visual Thesaurus = dizionario dei sinonimi reso in forma grafica/visuale;
- Coogle = web app gratuita che consente di invitare utenti per realizzare diagrammi collettivi e condividere informazioni.
Insomma, dai subito un’occhiata per capire cosa può aiutarti davvero. Provare non costa nulla!
EmailEmail è il diminutivo del termine inglese electronic mail, ovvero posta elettronica. Si tratta di un messaggio inviato tramite un pc o altro dispositivo connesso in rete da un account... marketing e brainstorming
Se ti trovi qui molto probabilmente hai a che fare con il digital marketing.
OK. Ti stai chiedendo cosa c’entra con il brainstorming?
Ormai dovresti averlo capito. Puoi usare questa tecnica anche per sviluppare la tua strategia di email marketing. Definire gli obiettivi e scegliere gli strumenti per raggiungerli.
Consulta la nostra guida. Scopri come fare email marketing. Tips e consigli utili per avere successo!
Possibili critiche al brainstorming
Finora ci siamo concentrati sui vantaggi. A cosa serve il brainstorming e come applicarlo al meglio.
Ma vogliamo chiudere citando anche l’altro lato della medaglia.
Cosa potrebbe accadere? Che spesso il gruppo potrebbe non funzionare. Significa che gli elementi chiamati a partecipare non si rivelano adatti al dialogo. Forse perché introversi, poco inclini al confronto o per conflittualità preesistenti.
Secondo Susan Cain il brainstorming genera – addirittura – pressione sociale. Dunque, non creazione delle idee ma conformismo.
Insomma, non bisogna mai lasciarsi ingannare dalle apparenze. Prima di metterti all’opera studia bene la situazione.
Conclusioni
Proviamo a tirare le somme. Hai un’attività da promuovere? Un sito web da ottimizzare? O – più semplicemente – hai bisogno di sviluppare un progetto e non sai da dove partire?
Perfetto. Comincia con una bella seduta di brainstorming (si può fare anche da soli per sbloccare la propria creatività).
Se hai domande o dubbi al riguardo contattaci pure. Noi di MailSenpai siamo a tua completa disposizione!