Chi mai direbbe che l’iconica bambola bionda ha passato da un pezzo le sessanta candeline? Già. Verissimo. Non ci stiamo inventando nulla.
La prima Barbie della storia ha visto la luce nel lontano 1959. Aveva un costume da bagno zebrato, pelle chiara, capelli neri (neri!) raccolti in una coda e fisico da pin-up.
Beh, ne è passata di acqua sotto ai ponti. E per fortuna i modelli sono cambiati diventando decisamente più realistici e accessibili. Da qualche anno a questa parte sono comparse anche Barbie calve, con la vitiligine, dotate di protesi, apparecchi acustici e – addirittura – su sedia a rotelle.
Ma la serie delle fashion doll inclusive del colosso dei giocattoli Mattel si fa più ancora ricca. Sì, perché è appena arrivata sul mercato la Barbie con sindrome di Down.
Vuoi saperne di più? Conoscere i dettagli?
Spieghiamo tutto in questo articolo!
Siamo impegnati a fare la nostra parte per contrastare lo stigma sociale attraverso il gioco.
Lisa McKnight, vicepresidente esecutivo e global general manager del marchio Barbie
In pochi punti:
Che cos’è la sindrome di Down
Prima di parlare della nuova Barbie di casa Mattel è giusto dare qualche informazione utile sull’argomento. Introdurlo.
Che cos’è la sindrome di Down? Facciamo chiarezza. Prima di tutto non è una malattia. Ma una particolare condizione genetica dovuta alla presenza supplementare del cromosoma 21. Purtroppo causa deficit intellettivi ed anomalie fisiche.
Però ci sono anche belle notizie.
Grazie ai progressi della scienza e della medicina l’aspettativa di vita di chi ha la sindrome di Down è andata progressivamente migliorando. E in maniera sensibile. Lo dicono le statistiche.
All’inizio del ‘900 era difficile per un bambino con sindrome di Down diventare adulto. Oggi potrebbe sperare di vivere più di sessant’anni.
L’incidenza stimata della sindrome di Down è compresa tra 1 su 1.000 e 1 su 1.100 nati vivi in tutto il mondo. […] In Italia le stime indicano circa 40mila persone con la sindrome, un bambino ogni 1.200 nati.
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2023/03/21/sindrome-di-down
Lancio e arrivo sul mercato Barbie nuova
Torniamo sulla nostra bambola Mattel.
La nuova Barbie viene annunciata in una data speciale per gli Italiani. O perlomeno per quelli dotati di senso civico. Martedì 25 aprile. Disponibile online in vari modelli, arriverà negli store fisici tra l’estate e l’autunno.
Naturalmente gran parte della promozione è stata affidata ai social. Ci sono reel Instagram, video su YouTube e TikTok con milioni di visualizzazioni e commenti da ogni parte del mondo.
P.S.
Nonostante la sostanziale positività dell’iniziativa non sono mancati i detrattori (riferiamo per completezza di cronaca).
Sono in molti ad accusare l’azienda di strumentalizzazione, di pura e fastidiosa strategia commerciale. Lasciamo al pensiero critico di ognuno tirare conclusioni.
Chi sono i testimonial della Barbie con sindrome di Down
I tre principali testimonial europei della nuova Barbie hanno la sindrome di Down.
Ma sono anche – e soprattutto – esempi eccellenti di come la diversità possa tradursi in successo. Di come, in fondo, grazie all’amore e all’impegno tutto diventi possibile.
Curiosi di sapere di chi si tratta? Rispondiamo subito.
- Ellie Goldstein
Modella britannica e icona di stile. Nel 2019 diventa volto della campagna Unconventional Beauty firmata Gucci. - Enya
Modella e influencer olandese attiva, in ambito beauty, insieme a sua sorella Céline. Nel 2021 è sulla copertina di Glamour. - Eleonore Laloux
Attivista francese per i diritti delle persone con disabilità. Nel 2014 pubblica il libro Triso e poi! edito da Max Milo Editions.
Per me significa molto che i bambini potranno giocare con la bambola e imparare che ognuno è diverso.
Ellie Goldstein
Attenzione. Non è mica finita. L’Italia ha due ambassador d’eccezione: l’assessore al Welfare di Napoli Luca Trapanese e sua figlia Alba, bambina con trisomia adottata nel 2018.
A chi non conosce la loro storia consigliamo di leggere Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi.
È un giorno speciale per Alba e per tutti i bimbi come lei. Ringrazio Mattel per questo regalo e per questa straordinaria intuizione.
Luca Trapanese
Il progetto
La Barbie con sindrome Down fa parte della linea Fashionistas. La linea più inclusiva del marchio Mattel. Inaugurata nel 2009 – con lo scopo di raccontare la realtà del mondo femminile – propone bambole lontane dai canoni di bellezza irraggiungibile finora propugnati. Arrivano così le Barbie etniche, curvy, basse, alte e (per l’appunto) quelle con la sindrome di Down.
Per la sua realizzazione Mattel non ha lavorato da sola. Si è, invece, avvalsa della collaborazione di medici specializzati e dell’associazione americana National Down Syndrome Society (NDSS).
Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola Barbie che assomiglia a loro [..] ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione.
Kandi Pickard, presidente e CEO di NDSS
Gli intenti
La Barbie con la sindrome di Down è molto più che un semplice un giocattolo.
In primis perché concretizza la lotta agli stereotipi. Nell’epoca dove il culto dell’immagine e della “irrealtà” virtuale regnano sovrani… proporre un bambola del genere va considerata un’impresa assolutamente meritevole, più che degna di nota. E nonostante le polemiche sollevate.
A questo proposito ricordiamo gli obiettivi dichiarati dalla Mattel in occasione del suo lancio.
- Abbattere i pregiudizi sulla disabilità;
- normalizzare la sindrome di Down e renderla più comprensibile sia ai piccoli che agli adulti;
- consentire ad un numero maggiore di bambini di rivedersi in Barbie;
- favorire l’empatia.
La bambola Barbie con sindrome di Down consente a più bambini di vedere se stessi in Barbie e il mondo che li circonda, il che può contribuire a promuovere un senso di inclusività.
https://corporate.mattel.com
Sottolineiamo però una cosa importante: che i bambini notano le diversità ma non giudicano. Anzi. Spesso vedono nell’alterità un valore aggiunto.
Spetta agli adulti mantenerli lontani dai pregiudizi.
Vogliamo raccontare più storie possibili, vogliamo che tutti possano trovare una bambola che li rappresenti. È questa la direzione: gli stereotipi vanno superati.
Andrea Ziella, Head of Marketing & Digital di Mattel Italia
Com’è la nuova Barbie con la sindrome di Down?
Passiamo alla bambola vera e propria. Quali sono le fattezze di questa nuova Barbie? Bisogna ammettere che l’impegno profuso dalla Mattel, insieme all National Down Syndrome Society, è stato davvero notevole.
Il design è studiato in ogni minimo particolare e riporta al massimo realismo. L’aspetto fisico riporta – infatti – le principali caratteristiche di persone con trisomia. Ossia:
- statura ridotta;
- busto allungato;
- viso tondeggiante;
- orecchie piccole;
- piega unica sui palmi delle mani;
- ponte nasale piatto;
- occhi a mandorla.
La medesima cura è stata rivolta ad abbigliamento e accessori. Insomma nulla è frutto del caso.
La nuova Barbie Mattel indossa plantari e un vestito blu e giallo… i colori della consapevolezza della sindrome di Down.
Inoltre ha una collana con ciondolo simbolico. Le tre frecce rivolte verso l’alto si riferiscono alle tre copie del 21°cromosoma responsabili della sindrome. Ma anche ai “pochi fortunati” che hanno una persona con trisomia nella propria vita.
Conclusioni
Insomma cosa ci ha insegnato la Barbie con sindrome di Down? Sicuramente che ogni piccolo passo verso l’inclusione è un grande passo verso la civiltà. Verso la creazione di un mondo tollerante e socialmente avanzato.
Chi si occupa di pubblicità ha avuto, invece, un’ulteriore conferma. Ormai il social media marketing è uno strumento indispensabile per promuovere qualsiasi tipo di brand o prodotto. Parlano i fatti.
Allora… il nostro viaggio nell’universo Mattel termina qui. Ma continua a seguire il blog di MailSenpai per altri interessanti notizie!