Come funziona l’algoritmo di Google? La prima cosa che devi sapere è che quando fai una ricerca su Google, non cerchi su Internet. Ma nella parte del web esplorata dall’algoritmo.
Cosa vuol dire? Immaginiamo il web come un’enorme biblioteca nella quale puoi trovare tantissimi libri, ma solo alcuni sono consultabili. Quali? Quelli letti e catalogati in un indice.
Perciò, quando facciamo una ricerca, Google ci restituisce le pagine che ha già letto, catalogato e che ritiene rilevanti per la nostra query.
Di fatto, per migliorare agli occhi di Google e posizionare il nostro sito web, dobbiamo non solo fare in modo che Google ci trovi, ma anche piacergli.
Fortunatamente esistono molti strumenti, tra cui Google Search Console, che ci permettono di ottimizzare il nostro sito in funzione dei motori di ricerca. La cosa importante è usare gli strumenti SEOSEO è l'acronimo di Search Engine Optimization, ovvero Ottimizzazione per i Motori di Ricerca. Questa sigla comprende tutte le pratiche volte a migliorare l'indicizzazione e il posizionamento di un contenuto... più adatti alle nostre esigenze.
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In pochi punti:
Cos’è un algoritmo di ricerca
Un algoritmo di ricerca è un algoritmo che permette di trovare un elemento avente determinate caratteristiche all’interno di un insieme di elementi.
Wikipedia.org
Cosa vuol dire? Parliamo di un sistema che seleziona e restituisce le risorse che desideriamo, regolando il posizionamento dei risultati nella SERPCon l’acronimo SERP (in inglese Search Engine Results Page) si fa riferimento alla "pagina dei risultati del motore di ricerca". Si tratta, dunque, dell’elenco ordinato di pagine internet che appaiono.... Senza questo strumento sarebbe impossibile trovare ciò che cerchiamo tra le innumerevoli informazioni disponibili online.
Lo scopo è fornire i risultati più utili e pertinenti, nel minor tempo possibile e presentarli in modo da aiutarti a trovare ciò di cui hai bisogno.
Potremmo pensare all’algoritmo di Google come una bibliotecaria. Che nei meandri di un’infinita biblioteca ci permette di trovare proprio il libro che stiamo cercando.
Per assicurarsi che gli algoritmi di ricerca soddisfino standard di pertinenza e qualità elevati, Google dispone di una procedura rigorosa che include test in tempo reale. Non solo, coinvolge migliaia di valutatori esterni che giudicano la qualità delle ricerche provenienti da tutto il mondo.
Tali valutatori della qualità seguono precise linee guida che definiscono gli obiettivi per gli algoritmi di ricerca del colosso di Mountain view. E sono disponibili al pubblico in modo che chiunque possa consultarle.
Come funziona l’algoritmo di Google
Google riceve le informazioni da molte fonti diverse, tra cui: pagine web, scansioni di libri, database pubblici, contenuti inviati dagli utenti, come quelli di Google My Business e Maps e tante altre.
Tuttavia, qui ci concentriamo sulle pagine web. Per generare risultati in base alla tua query, Google esegue alcuni passaggi. Vediamoli insieme.
Algoritmo Google – Analisi della query
Per comprendere al meglio ciò che cerchi, l’algoritmo di Google studia e interpreta la tua ricerca. Quello che fa è analizzare il significato delle parole utilizzate nella query e cogliere il search intent.
Grazie all’utilizzo di modelli linguistici che facilitano l’algoritmo nella comprensione delle keyword, riesce a capire ciò che intendiamo. E non finisce qui.
È anche in grado di interpretare gli errori di ortografia e capire cosa cerchiamo, anche se una parola ha più definizioni. Facciamo un esempio. Se consideriamo le due query “Come cambiare una gomma” e “Come cambiare la luminosità del telefono”, entrambe contengono il termine “cambiare”.
Ma questa parola assume significati diversi. Nel primo caso si può intendere come “sostituire” e nel secondo come “regolare”. Ecco. L’algoritmo di Google riesce a fare proprio questo ragionamento, interpretando la nostra frase di ricerca.
Inoltre, si impegna a contestualizzare la ricerca. Cerca di capire di quale tipo di informazioni abbiamo bisogno. Si tratta di una ricerca mirata o di una query più ampia? Ci sono parole come “recensione”, “immagini” o “orari di apertura” che indicano l’esigenza di un’informazione specifica?
Se, invece, stai cercando le keyword di tendenza, probabilmente sarai interessato ai contenuti pubblicati di recente. Nel caso in cui tu stia cercando un ristorante nelle vicinanze, allora Google presuppone il bisogno di informazioni sulla zona.
Algoritmo Google – Scansione
Per destreggiarsi nel mare di contenuti, l’algoritmo scansiona in continuazione miliardi di pagine presenti sul web. Questa fase, quindi, consiste nel capire quali risorse esistono online.
Non essendoci un registro centrale, Google deve costantemente cercare le nuove pagine e aggiungerle al proprio elenco di risorse note. Alcune sono conosciute perché Google le ha già visitate.
Altre vengono scoperte quando l’algoritmo segue un link che collega una pagina nota ad una nuova. Altre ancora vengono scoperte quando il proprietario di un sito web invia un elenco di pagine (Sitemap) in modo che Google ne esegua la scansione.
Dopo aver scoperto l’URL di una pagina, Google ne esegue la scansione per visualizzare e comprendere al meglio i contenuti. L’algoritmo analizza il testo, ma anche i contenuti non testuali e il layout visivo generale.
Per fare ciò, Google si serve dei cosiddetti crawler. Cioè software automatici che consentono di trovare ed elaborare nuove risorse sul web.
Grazie a queste informazioni, deciderà dove pubblicarli nei risultati ricerca. Perciò, migliore è la comprensione del tuo sito da parte di Google, migliore sarà la corrispondenza fornita a chi cerca i tuoi contenuti.
Algoritmo Google – Indicizzazione
L’indicizzazione rappresenta la fase necessaria perché le pagine del sito siano visibili e disponibili sui motori di ricerca.
Google, infatti, acquisisce una copia testuale di tutti i documenti presenti in una o più pagine. A che scopo? Per creare un indice che ne permetta, successivamente, la ricerca e la visualizzazione.
Dopo aver scoperto una pagina, Google ne analizza e cataloga i contenuti. Fatto ciò, queste informazioni vengono memorizzate nell’Indice Google, un enorme database archiviato in migliaia di computer.
L’indice di ricerca di Google contiene centinaia di miliardi di pagine web e le sue dimensioni superano i 100.000.000 di gigabyte.
È come l’indice alla fine di un libro, con una voce per ogni parola visualizzata su ciascuna pagina web indicizzata. Quando l’algoritmo di Google indicizza una pagina web, la aggiunge alle voci per tutte le parole che contiene.
Algoritmo Google – Ranking
Nel momento in cui un utente digita una query, Google cerca di trovare la risposta più pertinente nel suo indice in base a numerosi fattori.
Utilizzando dati come l’area geografica, la lingua e il dispositivo dell’utente (desktop o telefono), tenta di determinare le risposte migliori. Tenendo in considerazione anche altri fattori che forniscano la migliore esperienza utente e la risposta più appropriata.
Ma come fa a capire effettivamente quali documenti ci interessano davvero? Facendo moltissime domande. Ad esempio: quante volte la parola chiave è presente nella pagina, nell’url o nei sottotitoli? La pagina include sinonimi di queste parole? La pagina è di un sito web di bassa qualità?
Tra questi fattori abbiamo anche il noto PageRank. Ovvero l’algoritmo che valuta la popolarità della pagina in base al numero di link esterni che vi rimandano e alla loro importanza.
Infine Google combina tutte queste informazioni, ottiene il punteggio della pagina e restituisce i risultati di ricerca.
Ad esempio, la ricerca di “officine per la riparazione di biciclette” mostra risultati diversi a un utente di Milano rispetto a uno di New York. Inoltre, Google non accetta pagamenti per migliorare il ranking di una pagina, che viene eseguito in modo programmatico.
Gli aggiornamenti di Google
Alla base del funzionamento dei motori di ricerca ci sono gli algoritmi. Tanti algoritmi.
Conoscere e il funzionamento degli algoritmi di Google è importante per evitare penalizzazioni e per migliorare il posizionamento del tuo sito.
Panda, ad esempio, controlla la qualità dei contenuti di un sito e filtra i siti che hanno contenuti di scarsa qualità (come le doorway pages).
Freshness, invece, premia i contenuti recenti.
Penguin, dal canto suo, rileva lo spam sui link che un sito riceve. Se un sito riceve troppi link da siti di bassa qualità, oppure troppi link con anchor text ottimizzate e manipolative, allora indica all’algoritmo principale di penalizzarlo.
Hummingbird punta alla comprensione di query longtail, quelle più lunghe e strutturate. Tenta di avvicinarsi sempre di più alla semantica umana cercando di capire il significato di una frase complessa.
Uno degli ultimi aggiornamenti include un fattore chiamato Page Experience. La novità principale riguarda l’esperienza dell’utente.
Con questo algoritmo vengono introdotte nuove metriche, tra cui i Core Web Vitals. Cioè parametri standard per misurare la qualità dell’esperienza di navigazione.
- LCP – Largest Contentful Paint: misura la velocità di caricamento della pagina.
- CLS – Cumulative Layout Shift: determina la stabilità visiva della pagina durante il caricamento.
- FID – First Input Delay: indica l’interattività della pagina, cioè il tempo di risposta in seguito a un’azione dell’utente.
Pertanto, ora una risorsa deve essere sì rapida, ma anche facile da usare. Con elementi che reagiscono velocemente e non confondono l’utente.
L’ultima menzione va a Google MUM, che dovrebbe essere implementato nei prossimi mesi. Questo algoritmo si basa sull’intelligenza artificiale. E ciò gli permette, non solo di comprendere meglio le query più complesse, ma anche di unire diverse fonti per rispondere in modo completo ed esaustivo.
Scopri come funziona Google Mum nel nostro articolo dedicato!
Conclusioni
Siamo giunti alla fine di questo articolo. Speriamo ti sia stato d’aiuto per orientarti meglio nel ginepraio degli algoritmi di Google.
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